domenica 10 ottobre 2010

pc quotidiana 10 ottobre - CIAO SARAH, NO SILENZIO, RIBELLIONE!


Ieri alle 15,30 si è mosso il lungo corteo che ha accompagnato Sarah, fino allo stadio dove per la grossa partecipazione della gente, circa 10 mila, si è tenuta la cerimonia funebre.
Vi era il pensiero, la tristezza, il dolore, la rabbia, l'indignazione per l'uccisione e la violenza a Sarah, nei volti e negli occhi delle persone, circa 10 mila, e dei ragazzi. Purtroppo solo nei volti.
Le compagne del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario, le lavoratrici e disoccupate dello slai cobas hanno portato all'interno del corteo lo striscione: PER SARAH, E' GIUSTO RIBELLARCI
BASTA CON LE UCCISIONI/VIOLENZE CONTRO LE DONNE
La gente di Avetrana lo ha accolto nel corteo, l'ha appoggiato. Come tante persone, soprattutto donne, giovani, hanno condiviso i manifesti che abbiamo messo lungo il percorso: “questo manifesto – ha detto una donna – lo dovevate fare molto ma molto più grande”.
All'arrivo al campo sportivo mentre andavamo ad appendere lo striscione vicino alle scalinate, tantissima gente lo ha applaudito.
Per mostrare la solidarietà venuta da altre città, abbiamo posto all'ingresso del campo un tabellone dove abbiamo affisso i messaggi delle compagne che in questi giorni sono arrivati: da Bologna, Milano, Mantova, L'Aquila, Napoli, Palermo, ecc. Letti da tantissimi, fotografati da tante ragazze e ragazzi.
E' come se quello striscione, quei manifesti, quei messaggi esprimevano i veri pensieri, la rabbia, la volontà - oltre l'emozione per la morte di Sarah, che è di tutti, che è nostra - di quelle donne, quelle ragazze, quelle persone che ora altri vogliono far rientrare nella “normalità”.

Perchè il resto è stato troppo silente, troppo controllato.
La giusta rabbia che si era espressa nei due giorni prima, quando si è saputo che Sarah era morta, da parte soprattutto dei ragazzi, ieri non si è potuta esprimere, quasi soffocata.
Soprattutto la Chiesa, e poi il sindaco di Avetrana, altre istituzioni, hanno fatto di tutto perchè il funerale si svolgesse in un clima spento, pacificato.
Il prete lo aveva detto, a premessa, il tema centrale della cerimonia doveva essere l'appello alla “non violenza”. Quindi nessuna denuncia, nessun riferimento a quello che ha subito Sarah, della violenza all'interno della “sacra” famiglia; in stile 'Ratzinger' la religione è stata usata ancora una volta per soffocare la ribellione; fino a indicare la morte di Sarah come monito da ricordare e non la sua vita, come la vita di tante ragazze, con i suoi desideri, la sua volontà di uscire dal chiuso del paese (tanto che il vicesindaco ha proposto di dedicare a Sarah un nuovo monumento centrale all'ingresso del cimitero (!)).
E poi tutto organizzato perchè ognuno svolgesse la sua parte e non rompesse questo clima. L'unica in controtendenza è stata la madre che (sia pur per motivi anche legati alla sua appartenenza ad altra religione) è arrivata nel campo dopo che era finita la parte religiosa ed è andata via subito dopo che il funerale è finito.

Ma altri hanno offeso Sarah. Le istituzioni venute a fare la loro presenza ipocrita, interessata, o quelle che invece non c'erano nemmeno, come il sindaco di Taranto di “sinistra” occupato, in pieno stile berlusconiano, a partecipare ad una manifestazione “miss scooter”, come qualche settimana fa a quella di “miss ambasciatrici di pace”, in cui le ragazze sono oggetto di contorno, con chiari allusioni sessuali.
Ma anche tutte coloro, politiche, sindacaliste, democratiche, ecc., che a Taranto e in provincia, e al funerale si sono fatti sentire con un pesantissimo silenzio.
L'unica realtà visibile, di lotta è stata quella del Mfpr; e questo ci dà più responsabilità affinchè, dopo alcuni altri giorni (dopo che la stampa, le Tv si sono sfogate, e ora si butteranno a speculare su un'altra realtà di dolore e lacrime) non si spenga tutto, per dare continuità, nella lotta alla rabbia e alla mobilitazione popolare e giovanile dei giorni scorsi, al dolore che ha lasciato un segno nelle coscienze di tanti.
Per questo stiamo pensando di proporre anche alle altre realtà di compagne, femministe, di organizzare in questa zona una manifestazione a novembre in occasione della giornata internazionale contro la violenza sessuale alle donne, e a tre mesi della uccisione di Sarah – negli stessi giorni poi vi sarà il processo per Carmela, l'altra ragazzina che nel 2007 per le ripetute violenze sessuali si uccise.

Come abbiamo detto ieri, non si tratta di andare a scandagliare nella realtà di Avetrana, come hanno fatto stampa e televisione, nè si tratta di un “orco”, per esorcizzare la realtà di tante ragazze e tante donne. Quando gli “orchi” diventano tanti e sempre di più, soprattutto all'interno dei rapporti familiari, quando solo quest'anno vi sono 114 donne uccise, allora vuol dire che questa società capitalista è un “mostro”. E non si tratta, come anche hanno gridato ad Avetrana alcuni compagni di Sarah nei giorni scorsi, di più repressione; certo anche noi vogliamo che vi sia una giustizia per Sarah e non vogliamo vedere dopo qualche anno il suo assassino in libertà, ma dobbiamo andare alle vere cause di questa guerra di bassa intensità contro le donne. E queste si chiamano moderno medioevo imposto da Stato, governo, padroni, Chiesa, si chiamano negazione dei diritti, della libertà, soppressione dei desideri di un mondo diverso per imporre falsi, deviati bisogni individuali, si chiamano doppia oppressione imposta alle donne, si chiamano normalizzazione di un humus maschilista, fascista contro le donne; si chiamano anche patriarcalismo nel sud, ma in una situazione in cui le donne non accettano più, e per questo vengono uccise.
Contro tutto questo è necessario che scateniamo la ribellione delle donne, che non può non essere rivoluzionaria, per rovesciare da cima a fondo questo moderno medioevo.

MFPR - Taranto

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