Caporalato legale ed "illegale": il moderno schiavismo del nord est
A Imola una cooperativa manda gli immigrati a lavorare senza alcuna protezione tra i rifiuti speciali. E con salari da fame.
La vertenza dei lavoratori immigrati dell'Akron-Hera/coop Omega di Imola dimostra che dal nord al sud lo sfruttamento degli immigrati, la negazione dei diritti, il rischio-sicurezza sul lavoro, sono la quotidianità che rende necessaria ed urgente una mobilitazione nazionale su questi temi.
La rivolta di Rosarno già lo aveva denunciato, ma non c'è solo la mafia e i caporali a fare profitti sulla pelle degli immigrati. La vertenza dei lavoratori immigrati dell'Akron-Hera/coop Omega di Imola è una lotta contro tutto il marcio del mondo delle cooperative, legate alle amministrazioni di "sinistra" in Emilia Romagna, che sul sudore e i diritti negati degli immigrati hanno costruito le loro fortune economiche ed il loro sistema di potere. Le cooperative si sono ormai trasformate nel moderno caporalato nel nord est, e prosperano perchè sono bene inserite all'interno di un sistema di potere di cui fanno parte amministrazioni locali, ex municipalizzate e confederali (è forse un caso che questi lavoratori si siano rivolti ad un sindacato di base?).
Il sindacato di base Usb che organizza la lotta di questi lavoratori ha parlato di "vergognosa Rosarno imolese" per denunciare la condizione di moderno schiavismo a cui gli immigrati sono stati costretti a lavorare: smaltivano, infatti, i rifiuti della raccolta differenziata, rifiuti speciali, pattume e sostanze chimiche trattati a mano, "senza dispositivi di protezione come guanti e mascherine adeguate, esposti a contaminazioni e inquinanti, con evidenti danni alla salute, senza le tutele di un contratto collettivo, senza ferie, malattia, pagati 700 euro al mese per otto ore di lavoro (pagate quattro) dal lunedì al sabato, fino a notte fonda". E con il ricatto del permesso di soggiorno, "regalo" ai padroni dalla legge Bossi-Fini, per costringerli ad accettare condizioni di lavoro moderno schiaviste.
Questi lavoratori immigrati ed il sindacato di base che li organizza hanno occupato a metà luglio il consiglio comunale di Imola per denunciare lo sfruttatamento e le minacce che subiscono ripetutamente.
Come non bastasse, è arrivata anche la rappresaglia padronale per colpire la protesta: 6 dipendenti che hanno aderito alla protesta non hanno ricevuto lo stipendio per punizione. "Ad un dipendente è stato chiesto di accettare 831 euro per recuperare lo stipendio di novembre mai pagato ed un'indennizzo di 500 euro per rinunciare ad ogni altro credito, diritto od azione" denuncia l'Usb.
Questa vertenza è anche la punta di un iceberg di uno sfruttamento schiavistico dei lavoratori immigrati molto esteso, dalle cooperative di produzione e servizi alle fabbriche, dalle badanti alle campagne, ai cantieri (in questi ultimi è presente il caporalato "illegale").
Non lasciamoli soli questi lavoratori e costruiamo un appuntamento nazionale per questo autunno sul tema immigrati/sicurezza sul lavoro che unisca tutte le vertenze dei lavoratori immigrati, una campagna nazionale per fare uscire dall'invisibilità e dal silenzio, a cui sono costretti per la paura di perdere il lavoro ed essere espulsi, tante voci di operai immigrati.
Diritti, dignità, sicurezza sul lavoro per i lavoratori immigrati vuole dire cancellare le leggi neoschiaviste e razziste come la Bossi-Fini e il "pacchetto sicurezza", il legame tra il permesso di soggiorno e il contratto di lavoro.
Dobbiamo partire dalle singole vertenze per costruirne una generale nazionale attraverso la lotta unitaria autorganizzata dei lavoratori italiani ed immigrati.
La Rete per la sicurezza sul lavoro è disponibile fin da subito per costruirla assieme.
Rete per la sicurezza sul lavoro-Ravenna
tel. 339/8911853
e mail: cobasravenna@libero.it
e mail nazionale: bastamortesullavoro@domeus.it
visita il blog: bastamortesullavoro.blogspot.com
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