Terremoto L'Aquila, famiglie vittime chiedono 22,5 mln a Presidenza Consiglio
Alla base della richiesta i messaggi rassicuranti lanciati dalla Commissione Grandi Rischi prima del terremoto del 6 aprile
Una trentina di famiglie delle vittime del terremoto che ha devastato L'Aquila e le zone circostanti il 6 aprile 2009 hanno citato in giudizio per responsabilità civile la Presidenza del Consiglio dei ministri, chiedendo risarcimenti danni per complessivi 22 milioni e mezzo di euro. L'atto è stato presentato al Tribunale civile de L'Aquila dagli avvocati Maria Teresa di Rocco e Silvia Catalucci. Il risarcimento in sede civile è stato inoltrato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, perché la Commissione Grandi Rischi è organo consultivo della stessa. […]
L'iniziativa si basa sulle risultanze del lavoro della Commissione Grandi Rischi riunita a L'Aquila il 31 marzo 2009, in riferimento ai messaggi rassicuranti lanciati dai protagonisti di quel summit alla popolazione aquilana, da alcuni mesi alle prese con uno sciame sismico.
La procura dell'Aquila ha indagato e chiesto al Gup il rinvio a giudizio per sette persone che parteciparono a quel summit: Franco Barberi, Bernardo De Bernardinis, Enzo Boschi, Giulio Selvaggi, Gian Michele Calvi, Claudio Eva e Mauro Dolce. L'udienza preliminare è fissata per il 10 dicembre. L'ipotesi di reato è omicidio colposo plurimo. Secondo la procura, dopo la riunione sarebbero state diramate informazioni, incomplete, imprecise e contraddittorie sul terremoto e sugli sviluppi dell'attività sismica a L'Aquila.
«Le famiglie di 20 persone decedute nei crolli del 6 aprile 2009 a L'Aquila e nelle zone limitrofe - spiegano i legali - hanno deciso di chiedere un risarcimento alla Presidenza del Consiglio dei ministri per la responsabilità dei suoi membri, in particolare di tutta la Commissione grandi rischi, che ne è un organo consultivo».
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