06/08/2010
Un seminario intenso e vivace quello che si è svolto tra sabato 31 luglio e
domenica 1 agosto. Organizzato dalle compagne del Movimento femminista
proletario rivoluzionario in un bel luogo di campagna a pochi Km dal mare in
provincia di Taranto, si sono ritrovate insieme donne, lavoratrici, precarie,
disoccupate provenienti da diverse città, che hanno avuto la gioia di
rincontrarsi visto che alcune si erano già conosciute alla due giorni del
13/14 marzo “Bagagli per un viaggio delle donne in lotta” a Taranto o di
conoscersi visto che altre partecipavano per la prima volta.
Proprio perché a Marzo parlammo di “viaggio delle donne in lotta” questo
seminario è voluto essere un’altra tappa di un percorso di lotta che va avanti
e in questo senso per mantenere un filo di continuità la prima giornata di esso
è stata caratterizzata dalla ripresa dei temi trattati nella precedente due
giorni di marzo. Per questo si è utilizzato un dossier, a cura dalle
compagne
Mfpr, contenente appunto la verbalizzazione della due giorni di Marzo, di cui,
attraverso la lettura di diversi passaggi, si sono ripresi e discussi gli
interventi più significativi.
Siamo partite ripercorrendo le diverse lotte che nell’ambito
lavorativo/sociale hanno caratterizzato lo scenario di questi mesi, dalle
disoccupate e lavoratrici delle pulizie di Taranto, alle precarie delle
cooperative sociali di Palermo, dalle lavoratrici della scuola di Milano alle
operaie della Omsa di Faenza e della Triumph di Bergamo…alla lotta delle donne
aquilane, lotte in cui agli attacchi concreti alla condizione
economica/lavorativa si unisce un attacco più generale che investe tutta la
vita delle donne.
Su questo tutte le donne presenti sono intervenute riportando la loro
esperienza.
Alla luce di ciò anche in questo seminario si è posta la necessità di dovere
dare una risposta forte e concreta agli attacchi che padroni, governo e
istituzioni sferrano contro le donne quotidianamente: per questo si è ripresa
la questione dello SCIOPERO DELLE DONNE da lanciare come nuova sfida a livello
generale, uno sciopero abbiamo letto e ribadito che non è affatto “una parola
d’ordine sindacale ma uno sciopero che partendo dalle condizioni concrete
delle donne, delle lavoratrici, delle precarie, delle disoccupate, delle
casalinghe, delle proletarie, vuole allargarsi all’insieme di tutti gli
attacchi economici, sessuali, ideologici contro le donne ”(dal dossier “Bagagli
per un viaggio delle donne in lotta”), e in questo senso si è detto che le
donne devono lottare anche contro i lavoratori per fare entrare con forza la
questione di genere nella questione di classe. Lo sciopero delle donne come
elemento di rottura.
Dal lancio di una parola d’ordine si deve passare alla costruzione concreta
dello sciopero delle donne e su questo al seminario si è deciso che è
importante lavorare con più impegno perché si formi una rete tra lavoratrici,
precarie, disoccupate, donne contattando, seguendo, dando voce sia direttamente
che indirettamente alle varie realtà in lotta che investono il nostro paese dal
nord al sud generalizzando le diverse esperienze.
A tal fine inoltre si è deciso di preparare sin dal mese di settembre un’
inchiesta da portare nelle fabbriche, nelle scuole, nei diversi posti di lavoro
fino ai quartieri che guardando ai vari aspetti di attacco che subiscono le
donne possa essere un utile strumento per avanzare nell’analisi della
condizione delle donne in un paese capitalista e imperialista come il nostro e
per elaborare una piattaforma di lotta per lanciare lo sciopero delle donne su
tutte le questioni.
Una parte della prima giornata del seminario è stata poi dedicata all’analisi
della condizione delle donne migranti nel nostro paese e in particolare su
questo ci si è concentrate su una importante battaglia che è diventata il
simbolo della lotta delle donne migranti: la lotta di Joy e la campagna di
mobilitazione di donne femministe , comitati antirazzisti che in questi mesi vi
è stata in diverse città, sfociata nel presidio al tribunale di Milano l’8
giugno scorso a sostegno di questa donna migrante che insieme ad altre compagne
si è ribellata alla pesante condizione di oppressione subita all’interno dei
CIE che per le donne vuole dire anche molestie e violenza sessuale.
E’ stato analizzato e ribadito che per noi in questa lotta non si è trattato
solo di solidarietà e denuncia generica, ma di un concreto passo in avanti, un
altro tassello che si aggiunge all’insieme della lotta generale e complessiva
contro uno Stato, un governo da stato di polizia sempre più pressante contri
tutti, lavoratori, operai, giovani, masse popolari, ma che contro le donne usa
anche la violenza sessuale e in più razzista se si tratta di donne
immigrate.
Quindi non una battaglia meramente “garantista” o “giustizialista” quando si è
detto “libertà per Joy, condanna per l’ispettore Addesso” ma lotta contro uno
Stato razzista e sessista a cui si deve far pagare il maggior costo possibile e
che va attaccato pertanto in ogni suo aspetto, in ogni terreno non lasciando
libero alcun spazio.
Ciò è necessario alla lotta rivoluzionaria per rovesciare questo stato
borghese moderno fascista.
Questa prima giornata si è conclusa con la visione di alcuni video in
particolare uno sulle recenti lotta delle donne aquilane che insieme a tanti
aquilani sono scesi in corteo a Roma contro il governo che ad oggi non ha
risolto la drammatica situazione di tante famiglie e abitanti colpiti dal
terremoto e rimasti senza casa, un altro sull’iniziativa di lotta al tribunale
di Milano a sostegno di Joy, e infine abbiamo rivisto il video fatto dalle
compagne Mfpr che ripercorre il percorso della lotta femminista, proletaria,
rivoluzionaria delle donne sia nel nostro paese che anche a livello
internazionale arricchito delle recenti e nuove esperienze di lotta delle donne
che si sono aggiunte negli ultimi mesi.
Il secondo giorno del seminario è stato invece caratterizzato da due parti.
Nella prima parte, abbastanza ampia, abbiamo cercato di mettere a fuoco, di
ragionare sulla sempre più grave questione della VIOLENZA SULLE DONNE, in
particolare l’aspetto della uccisioni delle donne all’interno della famiglia
che in questi giorni ha avuto una crescita davvero drammatica: la famiglia
assassina, quella che da un lato serve al sistema sociale come ammortizzatore
sociale e dall’altro diviene strumento di controllo della vita delle donne,
quella in cui le donne diventano parte della proprietà familiare da cui non ci
si può staccare. Su questo aspetto abbiamo letto passi di un documento di
analisi prodotto dalle compagne Mfpr “In morte della famiglia” .
“ E’ come se fosse tornato in voga il delitto di onore” si è detto, abbiamo
quindi ragionato sul perché vi è un vero e proprio divario circa la quantità
delle uccisioni che avvengono al Nord rispetto al Sud. Condizioni economiche e
sociali diverse ma non solo anche concezioni che sono frutto e in sintonia con
ideologie moderno clericofasciste, razziste, piene di valori reazionari
sempre più presenti e agenti in particolare in alcune realtà del Nord, vedi il
leghismo, che inevitabilmente spargono a livello popolare un humus maschilista
e sessista contro le donne.
Ma oggi nel nostro paese siamo davanti ad un vero e proprio salto di qualità
contro le donne: Berlusconi ne rappresenta il primo artefice, “l’utilizzatore”
che usa/abusa il potere politico per usare/abusare del corpo delle donne in
cambio della loro carriera nello spettacolo e in politica, colui che rivendica
come “normale” tutto ciò, che legittima la violenza sulle donne, Berlusconi
il
primo “degli uomini che odia le donne” rappresentando il marciume della
borghesia e il legame tra maschilismo e moderno fascismo in un processo che
vuole portare le donne verso un moderno medioevo.
Su questo aspetto si è deciso di preparare un nuovo dossier che contenga da
un lato le esperienze di lotta più significative in tal senso e dall’altro
alcuni testi di denuncia e di analisi; ma non basta solo dire occorre anche
fare, scendere di nuovo in piazza a far sentire la nostra voce, denuncia,
lotta, per questo si è detto che è importante riprendere il cammino di lotta e
in tal senso per esempio è stata proposto di costruire una nuova iniziativa in
occasione della prossima udienza a Perugia del processo contro il femminicidio
di Barbara Cicioni.
La seconda parte della giornata ha invece avuto un risvolto più teorico: è
stata infatti dedicata alla ripresa delle basi storico materialistiche della
condizione delle donne che sono alla base della formulazione “movimento
femminista proletario rivoluzionario” come nuova prassi e nuovo pensiero, per
impugnare i punti di fondo teorici dell’intreccio genere/classe e della
centralità della questione delle donne nella lotta rivoluzionaria, guardando
anche alle esperienze di altre donne che nel mondo sono parte determinante
della guerre di popolo in corso da anni come le donne peruviane, nepalesi,
indiane, anche in prospettiva dell’appuntamento internazionale della conferenza
delle donne in Venezuela.
I momenti di pausa tra una discussione e l'altra hanno contribuito ad
accrescere il clima di vivacità e solidarietà tra tutte le donne presenti.
Con un bel giro turistico a Taranto infine abbiamo concluso il seminario,
contente di questa nuova due giorni trascorsa insieme, un giro in cui le
compagne mfpr, le donne disoccupate e le lavoratrici di Taranto ci hanno
fatto vedere i luoghi delle rivolte e lotte in cui sono state protagoniste in
prima linea.
Il viaggio delle donne in lotta continua...
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Sul seminario sarà preparato un quaderno contenente la discussione, gli
interventi, il dibattito, e sarà messo a disposizione di tutte.
Il dossier “Bagagli per un viaggio delle donne in lotta” sulla due giorni del
13/14 marzo e il video a cura del mfpr sono disponibili e se volete potete
richiederli.
Forti saluti di lotta a tutte
le compagne del movimento femminista proletario rivoluzionario
mfpr@libero.it
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