giovedì 29 luglio 2010

pc quotidiano 28-29 luglio - Al fianco di Faith, Joy e tutte le altre

Sosteniamo con forza la denuncia delle violenze sessuali subite dalle donne migranti

Contrastiamo sul campo sessismo, razzismo, Moderno Fascismo

Basta espulsioni, pacchetto sicurezza

Contro l'oppressione di sesso, genere e classe


Ancora due pesi e due misure per le donne immigrate che denunciano i loro stupratori: sta suscitando solidarietà, il moltiplicarsi di appelli e riscuotendo risonanza la vicenda che, questa volta, vede protagonista Faith una ragazza nigeriana che è stata espulsa dall' Italia dopo aver denunciato un tentativo di stupro. In Nigeria era stata condannata per l'omicidio del suo datore di lavoro che aveva tentato di violentarla. Uscita su cauzione, si era rifugiata in Italia, ora rischia la pena di morte. Dal comunicato di EveryOne: “Secondo le leggi nigeriane e considerato il potere economico e politico della famiglia dell'uomo che aveva tentato lo stupro, Faith potrebbe essere condannata a morte..”
Ancora una ragazza nigeriana, dopo Joy, ancora donne che rischiano la vita nel loro Paese.
Negli stessi giorni in cui è emersa questa ennesima odiosa tripla violenza, la Corte Costituzionale si è espressa in merito al DL sulla violenza sessuale, meglio noto come Carfagna. La Corte Costituzionale ha definito incostituzionale l’automatismo per cui gli indagati per violenza sessuale, atti sessuali con minorenni e prostituzione minorile fossero custoditi in carcere in attesa del giudizio, affidando al singolo giudice la possibilità di decidere per misure alternative. Una decisione “giustificazionista, lontana dal sentire dei cittadini e che allontana dalla strada verso il rigore e la tolleranza zero contro i crimini sessuali che questa maggioranza ha deciso di intraprendere sin dall'inizio legislatura”, così ha commentato l'onorevole Carfagna. L'on. Carfagna da un lato, “dimentica” che questo governo ha usato strumentalmente le violenze sessuali contro le donne -italiane- per far passare il pacchetto sicurezza che, proprio per le donne immigrate è fonte di soprusi, grandi sofferenze e, paradossalmente, non permette loro o, perlomeno, rende molto più difficile denunciare i propri stupratori e portare avanti le denunce: lo abbiamo visto per Joy e, oggi, per Faith, dall'altro si guarda bene dal reclamare la “tolleranza zero” per i crimini sessuali nei confronti delle immigrate. Ma, dall'altro lato, questa pronuncia della Corte Costituzionale deve allertarci quando parla di “affidare al singolo giudice la possibilità di decidere per misure alternative”: non vorremmo si intenda riproporre la strada seguita per i “bravi ragazzi” di Montalto di Castro.

La vicenda di Joy ha mostrato che solo la mobilitazione, lo schierarsi chiaramente al fianco in primis delle donne, delle femministe può permettere di “inceppare” i meccanismi perversi che, per le immigrate, prevedono carcere-CIE-espulsioni, nega loro di poter portare avanti le denunce


Crediamo che anche gli appelli e forme di mobilitazioni che sta suscitando la vicenda di Faith siano frutto anche e, in primis, della lotta di Joy e delle sue compagne e, poi, delle femministe, degli antirazzisti che attivamente e coerentemente l'hanno sostenuta, fatta conoscere in maniera ampia con campagne di denuncia, controinformazione, sino al presidio dell'8 giugno davanti al Tribunale di Milano. La lotta paga e anche con questa lotta le donne, le lavoratrici, le femministe si stanno rafforzando e imparando a cambiare lo stato di cose esistente.

Milano, 28 luglio 2010

Di seguito un'agenzia di stampa che ripercorre la vicenda
NIGERIA: RISCHIA CONDANNA A MORTE DOPO RIMPATRIO DALL'ITALIA

21 luglio 2010: una ragazza nigeriana rischia nel suo Paese la condanna a morte dopo essere stata rimpatriata dall'Italia. Si tratta di Faith Aymoro, 23 anni, espulsa ieri mattina dal Cie di Bologna nonostante la richiesta di asilo politico presentata proprio ieri dal suo avvocato Alessandro Vitale.
In Nigeria è stata arrestata per l'omicidio di un uomo che aveva tentato di stuprarla, e ora rischia la pena di morte per impiccagione. A riferirlo e' il suo difensore.'Oggi ho avuto la conferma ufficiale del suo rimpatrio dalla questura di Bologna - ha spiegato Vitale - In piu' il ragazzo di Faith (anche lui nigeriano e che vive e lavora a Bologna, ndr) ha saputo che e' gia' in stato di arresto'. Due settimane fa la donna, che dal 2007 viveva nel capoluogo emiliano dopo essere scappata dalla Nigeria, ha subito un altro tentativo di violenza sessuale da parte di un altro connazionale, nel
suo appartamento. Ma all'arrivo della polizia, gli agenti hanno scoperto che aveva due decreti di espulsione mai eseguiti, per cui l'hanno portata al Cie. Allora il suo avvocato ha chiesto un permesso di soggiorno per motivi di giustizia (per permetterle di testimoniare contro il presunto aggressore) e ha presentato domanda di sospensiva al giudice di pace, oltre a quella di asilo politico. Ma ogni sforzo e' stato vano e il rimpatrio e' stato eseguito. A questo punto, secondo il legale, non ci sono molte speranze.
'L'unica cosa che possiamo fare, non appena l'arresto della donna sara' ufficializzato, e' appellarci allo Stato italiano perche' intervenga, oppure a un'associazione internazionale come Amnesty International'.

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