martedì 27 luglio 2010

pc quotidiano 27 luglio - la lotta per l'acqua nella banlieu tarantina di Paolo VI

una lotta popolare guidata dallo slai cobas per il sindacato di classe taranto
contro Aquedotto pugliese e amministrazioni locali


dalla gazzetta del mezzogiorno di oggi

non ce l'ha fatta l'anziano residente in via Palmiro Togliatti 9 a Paolo VI.
E' morto ieri mattina alle 7,45 all'ospedale Giuseppe Moscati, dove era
ricoverato da una decina di giorni in seguito ad un infarto. Ora lo Slai
Cobas per il sindacato di classe sta cercando di capire se ci sia un legame
tra il malore e la mancanza d'acqua nell'appartamento della scala D, dove l'uomo
risiedeva.

Il sindacato ipotizza infatti una certa consequenzialità tra l'infarto e l'interruzione
del servizio idrico in quanto l'uomo, come numerosi vicini di casa, era
stato costretto a sostenere sforzi fisici sotto il sole per approvvigionarsi
dell'acqua messa a disposizione dalle autobotti del Comune.

Dubbio che nei giorni scorsi ha fatto muovere il sindaco Ezio Stefàno, il
quale ha firmato un'ordinanza di carattere igienico-sanitario il 21 luglio
scorso ingiungendo all'Acquedotto pugliese di ripristinare immediatamente l'erogazione.
Il sindaco ha anche dato mandato all'assessore alle Politiche sociali, Mario
Pennuzzi, di acquisire i certificati medici degli abitanti delle palazzine
di Paolo VI private dell'acqua.
L'acqua sia erogata anche alla scala D di via Togliatti 9 e ci sia un tavolo
di confronto per risolvere l'emergenza idrica a Taranto. Queste le due
richieste che ieri gli inquilini dello stabile di Paolo VI, ancora senz'acqua
perché privi di contatore, hanno sottoposto ai vertici dell'Acquedotto
pugliese. Ha infatti ottenuto un incontro nella sede Aqp di viale Virgilio
la delegazione di cittadini guidata da Benni Scripilliti e Francesco
Lomagistro dello Slai Cobas per il sindacato di classe di Taranto, che ha
organizzato un sit in di protesta proprio davanti all'Aqp.

«Vogliamo che l'Acquedotto rispetti fedelmente l'ordinanza firmata dal
sindaco Ezio Stefàno - dichiara Scripilliti - e che riallacci l'acqua in
tutte le abitazioni del quartiere Paolo VI, compresa la scala D di via
Togliatti 9, dove l'ente riscontra un problema di abusivismo. Al di là della
presenza o meno del contatore, infatti, il sindaco è stato chiaro: il
servizio idrico dev'essere ripristinato per motivi di carattere
igienico-sanitario». Inoltre lo Slai Cobas per il sindacato di classe chiede
la riapertura delle trattative per la restituzione del debito accumulato dai
morosi negli ultimi anni. «Ma - dice Scripilliti - le somme devono essere
rimodulate sulla base delle possibilità di queste famiglie e non secondo
accordi sottoscritti dietro il ricatto della sete e con rate troppo alte che
difficilmente gli inquilini potranno onorare in futuro».

Richieste, queste, che l'Aqp di Taranto ha già trasmesso alla sede di Bari
in quanto riportate in un verbale siglato alla fine dell'incontro. «I
funzionari di Taranto - aggiunge Scripilliti - ci hanno chiarito che il
ripristino dell'erogazione non dipende da loro ma dalla sede Aqp di Bari.
Per quanto riguarda invece il tavolo, ci hanno assicurato una risposta entro
il 20 agosto».

Ma per l'erogazione bloccata notizie più certe dall'Aqp sono arrivate già
alle 14 di ieri. E non sono però state positive. «Non possiamo intervenire
laddove ci sono casi conclamati di abusivismo rendendoci complici di chi ha
rubato l'acqua» è stata la risposta di Vito Palumbo, responsabile delle
Relazioni esterne dell'Acquedotto. Diversa invece la reazione di Aqp alla
richiesta di un tavolo di confronto: «Siamo disponibili a riaprire le
trattative con gli inquilini e a restituire l'acqua a chi vorrà
regolarizzare la propria posizione. Non possiamo però fare più di questo.
Adesso la prossima mossa spetta alle istituzioni locali interessate. Tocca a
loro dare una mano e risolvere le problematiche del territorio. Ci riferiamo
in particolare al Comune. Metta in campo interventi concreti».

Sul punto sono d'accordo anche gli inquilini e lo stesso Slai Cobas per il
sindacato di classe, che più volte, nei giorni scorsi, ha fatto notare come
istituzioni ed altri sindacati si siano attivati soltanto quando la protesta
di Paolo VI era diventata di dominio pubblico. Per tutto il resto, però,
Scripilliti stigmatizza duramente l'atteggiamento dell'Aqp e critica questa
«politica di cassa». «Gli abitanti di via Togliatti - spiega - non
contestano i costi dell'Aqp ma si sentono truffati perché l'ente chiede loro
milioni di euro per morosità che risalgono ai passati decenni, che non sono
state contabilizzate e che si basano su un consumo stimato. Tra l'altro
esistono in questo caso anche responsabilità dell'Istituto autonomo case
popolari e del Comune in quanto proprietari degli stabili. In queste
palazzine per anni ci sono anche stati allagamenti e sprechi che ora si
vogliono scaricare sugli inquilini».

Lo Slai Cobas per il sindacato di classe respinge infine la definizione di
«furto d'acqua»: «Si tratta - viene affermato - della necessità di
provvedere all'indispensabile approvvigionamento di acqua per garantire la
sopravvivenza visto che Aqp continua a chiedere somme esagerate, oltre che
falsate, che questi cittadini non potranno mai pagare».


:


-Al Presidente della Regione Puglia Nicki Vendola
-Al Sindaco di
Taranto Ippazio Stefano
-Alla direzione AQP
-All'assessore ai servizi sociali Mario Pennuzzi
-e.p.c
-Al
Prefetto dott.ssa Pagano
-a tutti gli organi di stampa

gli inquilini di Paolo VI organizzati nello slai cobas per il sindacato di
classe chiedono al Presidente della
Regione Nicki Vendola di intervenire al più presto
nella
vertenza-ricatto acqua che AQP esercita nei confronti di migliaia di
cittadini che vivono nelle case popolari del Q.re Paolo VI
di
Taranto.
Occorre sottolineare che una persona anziana colta da
infarto e ricoverata nel reparto rianimazione dell'ospedale Moscati di
Taranto,situazione
che aveva costretto il sindaco ,dietro denuncia pubblica dello slai
cobas,a emettere una ordinanza per ripristinare
l'erogazione
dell'acqua per gravi rischi per l'igiene e la salute pubblica,è deceduta
questa mattina alle 07,45.
Appena avuta la notizia un centinaio di
cittadini del quartiere si sono ritrovati sotto la sede AQP di Taranto
in v.le Virgilio,
per denunciare il grave pregiudizio che AQP ha
mostrato nei confronti di via Togliatti ed 9,dove lo stesso risiedeva,ma
anche di altre palazzine
tra le quali via XXV aprile 42 lotto 8 e
14 lotto 3,ecc.
La motivazione del mancato riallaccio al
servizio,anche se provvisorio,che AQP ha dato è che i condomini ancora
privi del servizio sarebbero
senza contratto,come se il diritto alla
salute motivante la ordinanza,fosse garantito da un pezzo di carta.
E'
bene ribadire che gli inquilini in questione sono naturalmente
disponibili a regolarizzare la loro posizione e a pagare i relativi
consumi
nonchè le eventuali morosità debitamente ridimensionate
,perchè è altrettanto necessario ribadire che le responsabilità vanno
distribuite
tra AQP,Comune,IACP e cittadini morosi,non vanno invece
scaricate tutte sugli inquilini dietro l'arma del ricatto,come purtroppo
avviene.
A questo proposito AQP mostra dei contratti sottoscritti da
interlocutori non riconosciuti dagli inquilini e rappresentanti poco
rappresentativi
che prevedono il rientro delle morosità con rate
inesigibili perchè incompatibili con le condizioni economiche dei
cittadini e estorti con l'arma
del ricatto della
sospensione,costringendo gli inquilini a sottoscrivere accordi che mai
potranno onorare.
Per mettere fine a questa situazione di illegalità "condizionata"
chiediamo l'autorevole intervento del
Presidente per ribadire il concetto,già espresso in molte occasioni,che
l'acqua è un bene
pubblico e che deve essere garantito.E' necessario
l'intervento del Presidente per spiegare bene che la gestione pubblica
di
un bene così importante per la sopravvivenza ,a differenza della
gestione privata,pensa al bene comune e alla salute dei cittadini,
concetto
che al q.re Paolo VI di taranto ,tra sospensioni indiscriminate durante
le temperature insostenibili di questi giorni,che hanno causato già una
prima vittima e che mette a rischio molte altre vite,non è più così
chiaro.
Chiediamo pertanto una assunzione di responsabilità da parte
di tutte le istituzioni coinvolte,nonchè di AQP e IACP,per fissare un
tavolo capace
di soluzioni accettabili che permettano a un migliaio
di famiglie di rientrare nella legalità,come già avvenuto per via
Crispi.
Chiediamo inoltre il ripristino immediato del servizio a
tutte le palazzine ancora prive di un bene così fondamentale per la
vita,per
scongiurare altri gravi danni alla salute delle persone, dei
quali riterremo responsabili tutte le istituzioni .

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