lunedì 26 luglio 2010

pc quotidiano 25-26 luglio - DUISBURG, UNA STRAGE DI STATO!

Finora 19 morti e 516 persone ferite, di cui alcune gravissime, sono morti da mettere nel conto dello Stato di polizia.

Il Rave party si sapeva che doveva essere la più grossa manifestazione di dance elettronica del mondo, che era l’evento dell’anno a cui arrivavano da tutti i paesi.
All’ultima love parade a Dortmund nel 2008 i partecipanti erano stati oltre 1,6 milioni, ogni anno aumentavano, nel 1997 erano un milione, nel 1999 un milione e mezzo; quindi tutti sapevano che anche quest’anno i partecipanti non sarebbero stati di meno.
Ma lo spazio dato per il concerto aveva una capacità massima di 350mila persone.
Anche chi era arrivato nello spazio stava come in una gabbia, perché la polizia aveva chiuso l’area con un recinto. L’unica preoccupazione era evidentemente di tenerli bloccati nello spazio, recintati come degli animali.
E come in un recinto di animali l’accesso e l’uscita era unicamente attraverso un solo varco, il maledetto tunnel largo 20 m. e lungo 200 m., senza alcuna via di uscita laterale.

E’ UNA STRAGE ANNUNCIATA! L’ASSASSINO E’ LA POLIZIA!
Poliziotti addestrati al solo scopo di reprimere, di contenere nella “gabbia”, poliziotti costituzionalmente formati con questa mentalità repressiva, che non possono né vogliono vedere altro, non potevano certo servire a garantire la salvaguardia della vita dei giovani, a regolare l’accesso, benché fosse scontato che in quella situazione poteva accadere una tragedia.

Ora la Markel lancia strali, e vuole la testa dei responsabili. Ma il responsabile è il suo Stato, lo Stato di polizia che, a prescindere, guarda ai movimenti dei giovani con una logica criminalizzante, secondo cui la principale preoccupazione è di limitarne i danni, di isolarli dal resto della città, di rinchiuderli in una sorta di ghetto.

Se lo Stato e la polizia tedesca avessero dovuto fronteggiare una manifestazione di lotta, avrebbero sicuramente mandato centinaia di migliaia di poliziotti; ma lì che non c’era da roteare manganelli, da lanciare lacrimogeni, da fare cariche violente, ne bastavano 1200!

La risposta non può essere ora, come hanno dichiarato: "basta con altre Love Parade". Invece di attaccarla, condannarla, la polizia di fatto verrebbe assolta e sarebbero i giovani e le loro grosse manifestazioni la causa delle morti.

Come già tanti stanno denunciando, dobbiamo dire con forza che è lo Stato di polizia che trasforma anche manifestazioni di musica in funerali; è lo Stato di polizia e i poliziotti che mettono in pericolo la vita dei giovani (pensiamo in Italia agli stadi).
E' quindi a questo Stato che dobbiamo dire "basta!".

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