A Napoli il governo, lo Stato borghese, che comprende, a Napoli come altrove, tutte le istituzioni secondo una divisione dei compiti non pianificata a tavolino ma che sta nelle cose, nei fatti dei ruolo che ciascuno svolge, hanno cominciato a fronteggiare con lo Stato di polizia la protesta popolare e la lotta sociale e quella che costituisce il cuore di essa, la lotta dei disoccupati organizzati.
E' da settimane che si assiste ad un salto di qualità nella repressione, fatto di arresti, persecuzioni, perquisizioni che vengono visti dallo Stato come prova più generale, come addestramento, dalla guerra in corso di bassa intensità ad una guerra di alta intensità.
Gli elementi di questa guerra sono stati esplicitamente dichiarati dal Questore e in una intervista dal nuovo dirigente della Digos di Napoli, Filippo Bonfiglio, apparsa su Il Mattino del 3 luglio 2010: “So bene che ci aspetta un autunno caldo a Napoli. Noi cercheremo di stemperare la piazza ma sarà la politica a dover dare delle risposte”. Circa le “risposte” che la politica intende dare, il movimento dei disoccupati le sta già misurando e contro di esse si sta già scontrando.
Con l'avvento della nuova giunta regionale si è fermato il contributo di 600 euro mensile per i 4 mila disoccupati inseriti nel 'Progetto Bros'. Quindi, invece che lavoro si taglia anche questo reddito minimo, davvero minimo, per i senza lavoro organizzati. Ma sono le dichiarazioni del dirigente della Digos che interessano. Questi dice: “per svolgere bene il nostro lavoro abbiamo bisogno di conoscere le dinamiche che portano alle manifestazioni di piazza. Dobbiamo avere chiaro il quadro politico dei movimenti e delle problematiche. E' chiaro che in questo momento la priorità riguarda i disoccupati e le manifestazioni che qui a Napoli sono quasi quotidiane. Resta nostro dovere controllare la piazza, anche talvolta cercando di stemperare le tensioni, provare a mediare. Ma può mediare chi ha qualcosa da concedere, è dunque la politica, e non spetta alla polizia che ha invece il compito di perseguire chi commette reati”. A tale proposito Bonfiglio conferma che il criterio della 'tolleranza zero' verrà applicato anche nei confronti dei disoccupati... Ha poi anche aggiunto che la Digos di Napoli “segue da vicino l'evoluzione della vicenda della Fiat di Pomigliano”.
Apprezziamo la franchezza di questa intervista perchè chiarisce, e dovrebbe chiarire anche al movimento proletario in tutte le sue componenti come si prepara lo Stato all'autunno caldo e chiama tutti a prepararsi di conseguenza.
Proletari comunisti da sempre guarda ad ogni aspetto della lotta di classe come fenomeno generale. E quello che presenta il dirigente della Digos è una guerra di classe generale che ha Napoli come teatro importante.
Nessun commento:
Posta un commento