domenica 26 maggio 2024

pc 26 maggio - Salvini: fino a 25 anni per chi manifesta contro la realizzazione di un'opera pubblica - I normali picchetti di lavoratori negli scioperi da considerare "delitto"

Sta rischiando di passare, quasi sotto silenzio, un grave intervento della Lega per peggiorare ancora il famigerato "Pacchetto sicurezza". Sarà anche in funzione elettorale, per cui Salvini cerca di riapparire nascosto com'è dalla campagna nazionale ed europea a tutto spiano della Meloni, ma il rischio è che, nella onda nera di aumento della repressione verso tutti coloro che lottano, questa ulteriore stretta passi.

Questo emendamento vuole colpire pesantemente i movimenti No tav, NO Muos, e ora no ponte, ecc.
E vuole colpire i lavoratori e le lavoratrici in sciopero, che mettano in atto le normali iniziative perchè lo sciopero riesca. Esso, quindi, è un nuovo grave attacco al diritto di sciopero.

Ma si illudono Salvini e company. I peggioramenti quotidiani, a mezzo decreti e polizia, che il governo sta portando avanti contro le condizioni di lavoro e di vita dei proletari, le normali lotte e manifestazioni di studenti, movimenti, compagni; la distruzione di territori, ambiente per opere costose, inutili - mentre tante zone, paesi, città, popolazioni vengono lasciate alla distruzione di terremoti, alluvioni, ecc. - non fanno che aumentare la rabbia, la ribellione, la lotta.   

da Osservatorio Repressione

Con un emendamento presentato al ddl sicurezza dal deputato Igor Iezzi, attualmente in discussione in commissione Affari Costituzionali la Lega vuole mandare in carcere chi protesta contro le grandi opere, a partire dal ponte sullo stretto. Una ulteriore svolta autoritaria e repressiva nei confronti di chi dissente dalle politiche del governo.

È l’obiettivo di un emendamento della Lega, firmato dal deputato Igor Iezzi, al cosiddetto “pacchetto

sicurezza“, il ddl approvato a novembre dal Consiglio dei ministri e ora in discussione nelle Commissioni Giustizia e Affari costituzionali della Camera.

La proposta Iezzi vuole introdurre un nuovo comma all’articolo 339 del codice penale, che elenca le circostanze aggravanti dei reati di resistenza, violenza o minaccia a un pubblico ufficiale o a un corpo dello Stato. Al momento le pene, che di base possono arrivare a sette anni, “sono aumentate” in modo generico dal primo comma “se la violenza o la minaccia è commessa nel corso di manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico ovvero con armi, o da persona travisata, o da più persone riunite, o con scritto anonimo, o in modo simbolico “ (quindi anche per un volantino, uno striscione, un fumogeno si potrebbe andare in carcere fino a 25 anni - ndr)

Inoltre, in base al secondo comma, “se la violenza o la minaccia è commessa da più di cinque persone riunite, mediante uso di armi anche soltanto da parte di una di esse, ovvero da più di dieci persone, pur senza uso di armi”, il minimo diventa di tre anni e il massimo di 15. A queste aggravanti l’emendamento ne aggiunge un’altra: “Se la violenza o minaccia è commessa al fine di impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di un’infrastruttura strategica, la pena è aumentata da un terzo a due terzi”.

Una mannaia che potrebbe calare facilmente su manifestazioni come quelle contro il Tav in Valsusa, il Ponte sullo Stretto, la nuova diga di Genova o i rigassificatori.

Un’altra proposta mira a considerare sempre responsabili del delitto di violenza privata (punito con la reclusione fino a quattro anni) i lavoratori che in occasione degli scioperi mettono in atto i cosiddetti picchetti, schierandosi all’ingresso delle aziende per ostacolare l’entrata dei colleghi.

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