di F. Q. | 7 Febbraio 2024
Si scalda la situazione negli stabilimenti Stellantis dopo le tante dichiarazioni che sono seguite da parte di azienda e governi in questi giorni. In particolare dopo che l’amminstratore delegato Carlos Tavares ha prospettato il rischio di ridimensionamento per i siti di Pomigliano e Mirafori qualora il governo non aumentasse incentivi ed agevolazioni per l’elettrico. I lavoratori dello stabilimento torinese del secondo turno hanno iniziato uno sciopero spontaneo dopo le assemblee della Fiom. Un corteo di operai della linea della 500 elettrica è uscito dalla Porta 2 dello stabilimento. “I lavoratori sono preoccupati, vogliono mandare un segnale preciso alle istituzioni. Mirafiori non può chiudere”, dicono il segretario generale della Fiom torinese Edi Lazzi e il numero uno della Cgil Piemonte Giorgio Airaudo. Lunedì è stato annunciato per Mirafiori un altro mese di cassa integrazione
In fabbrica si discute sul da farsi. “Mobilitiamoci come hanno fatto gli agricoltori. Il futuro è incerto e non ci danno risposte”, hanno detto alcuni lavoratori durante le assemblee, molto partecipate. “Per le conoscenze che abbiamo, dal 2027 Mirafiori non avrà più prodotti”, ha detto Airaudo in assemblea. “La Levante cessa in primavera (20 vetture al giorno a oggi), le Maserati sono state rinviate
al 2027/’28 (10 vetture al giorno), la 500 elettrica da lunedì prossimo andrà a un turno unico per sette settimane di cassa integrazione (220 vetture al giorno). Con questi numeri – ha osservato – se non arriveranno nuovi prodotti e non ci sarà un’inversione di tendenza sul mercato europeo, Mirafiori sarà ridotta al lumicino produttivo”. I sindacati ricordano come periodi di cassa integrazione si susseguano ormai da 17 anni mentre l’occupazione complessiva del sito è passata da 20mila a 12mila addetti. Solo negli ultimi anni 1.500 impiegati, tecnici e ingegneri hanno lasciato l’azienda per dimissioni o dimissioni incentivate con importi fino a 120mila euro”.
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