Mentre lo stato nazisionista di Israele prosegue nello sterminio
del popolo palestinese avanzando anche su Rafah al confine con l’Egitto (si
contano oltre 27.000 morti, 66.835 feriti, non si sa quanti dispersi e circa “19
mila bimbi rimasti orfani o soli a Gaza senza alcun adulto che si prenda cura
di loro” secondo l’Unicef, l'agenzia delle Nazioni Unite per l'infanzia), fregandosene
altamente delle proposte di tregua, il ministro degli esteri italiano, Tajani, butta
altra benzina sul fuoco dell’allargamento del conflitto minacciando gli Houthi
che stanno solidarizzando con il popolo palestinese.
Non bastava Crosetto che con tutto il governo ha deciso di accettare la direzione delle operazioni nel Mar Rosso, per contrastare gli Houthi, inviando altre navi e aerei da guerra, adesso anche Tajani si butta a pesce nel Mar Rosso: ''Non ci facciamo intimidire dalle minacce degli Houthi'' e ''se attaccati risponderemo, questo deve essere chiaro'', facendo di proposito confusione sulle dichiarazioni dei
portavoce degli Houthi, che, loro sì, sono stati abbastanza chiari: la loro solidarietà al popolo palestinese che sta subendo un genocidio, passa per l’attacco alle navi che commerciano con Israele, “Prendiamo di mira solo le navi associate a Israele, che si dirigono verso porti occupati, di proprietà di israeliani, o entrano nel porto di Eilat - ha insistito - Non abbiamo intenzione di chiudere lo stretto di Bab el Mandeb o il Mar Rosso". (Adnkronos)E per quanto riguarda l’Italia “diventerà un bersaglio se
parteciperà all’aggressione contro lo Yemen. Il suo coinvolgimento sarà
considerato un’escalation e una militarizzazione del mare, e non sarà efficace.”
continua l’agenzia che riporta un'intervista a 'La Repubblica' a Mohamed Ali
al-Houti, uno dei leader del movimento Ansar Allah (gli Houti) che aggiunge un
consiglio: “Il nostro consiglio all’Italia è di esercitare pressione su Israele
per fermare i massacri quotidiani a Gaza. Questo è ciò che porterà alla pace.
Consigliamo all’Italia di rimanere neutrale, che è il minimo che può fare - ha
aggiunto - Non c’è giustificazione per qualsiasi avventura al di fuori dei suoi
confini".
Ma Tajani si è “avventurato” anche in un’altra affermazione
sconsiderata dal punto di vista delle relazioni internazionali, per non parlare
della conoscenza della storia, definendo gli Houthi terroristi. A questa arroganza
e tracotanza di un esponente di un paese imperialista, gli Houthi hanno risposto
che si tratta di una "classificazione politica e scorretta, senza
giustificazione" e che "Essere classificati come terroristi per
sostenere Gaza è un onore per noi.”
Non è certo la pace o la fine dell’attacco nazisionista
israeliano al popolo palestinese, non sono le morti e le distruzioni che
subiscono i popoli, che interessa a Tajani e compagnia: se si buttano all’“avventura
al di fuori dei suoi confini” è perché ciò è necessario all’imperialismo
italiano per garantirsi il potere per garantire i profitti della borghesia, dei
propri padroni.
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