Esprimiamo il massimo sostegno al padre di Ilaria Salis, alle parole pesanti e vere che ha detto, cioè che loro, genitori di Ilaria, sono stati lasciati soli e che non c'è stato alcun impegno da parte del governo italiano, dei ministri Nordio e Tajani e che quindi il rischio è che Ilaria resti ancora nelle carceri in quelle condizioni terribili per ancora molto tempo.
Sono oscene, ignobili, le dichiarazioni fatte da Nordio in particolare, e da Tajani, che come una sorta di “Ponzio Pilato” si sono lavati le mani; hanno detto che tutto dipende dai giudici ungheresi e che loro, l'Italia, non possono entrare in contrasto con i principi, con la sovranità, sia giurisdizionale sia istituzionale di un altro Stato, e che quindi non ci può essere, secondo loro, alcuna interferenza, sia nella conduzione del processo sia nel mutamento dello status dell'indagato.
Quindi un lavarsi le mani dopo dichiarazioni fatte nei giorni precedenti totalmente ipocrite, usando la questione di Ilaria Salis invece per uno scontro, un “gioco” che c'è a livello europeo verso il governo di Orban con anche la questione dell'Ucraina, di dare fondi e armi all'Ucraina.
Questo ignobile trattamento fa a pugni con i principi, questi sì, di democrazia che sono anche all'interno della nostra Costituzione, che devono valere anche quando delle persone che vivono in Italia sono incarcerate all'estero. Le dichiarazioni fatte da Nordio e Tajani contrastano apertamente anche con i principi antifascisti proclamtia ancora nella Costituzione.
Questo avviene, tra l'altro, a pochi giorni dal nuovo raduno nazista che ci sarà l'11 Febbraio, la cosiddetta “giornata dell'onore” verso cui nessuno, né l'Italia, né tantomeno giudici e governo ungherese, sollevano problemi.
Noi facciamo un appello perché gli antifascisti, i democratici ungheresi facciano sentire la propria voce e rendano visibile la loro opposizione a questo nuovo raduno nazista.
In Ungheria livello di massa i giornali presentano Ilaria come “terrorista”, mentre niente si dice sul terrorismo nero che tra pochi giorni di nuovo farà la sua oscena e illegale manifestazione.
INTERVENTO DELL'AVVOCATA RICCI ANTONIETTA DI TARANTO
Ilaria Salis da quasi un anno si trova in carcere a Budapest, accusata di aver partecipato a una manifestazione antinazista e di aver aggredito alcuni neonazisti che stavano celebrando il cosiddetto “giorno dell'orgoglio”, ovvero una ricorrenza che si tiene annualmente a Budapest, da sempre legata a movimenti di estrema destra, neonazisti o neofascisti, che si riuniscono nella città e organizzano cortei, proteste e commemorazioni per ricordare i caduti durante gli scontri tra l'Armata Rossa e le forze tedesco-ungheresi. Ilaria è stata arrestata con due cittadini tedeschi, portata in prigione, è stata tenuta senza poter avere contatti con l'esterno per ben 35 giorni durante i quali è rimasta praticamente senza la dotazione di kit igenici di prima necessità, quindi carta igienica, sapone, senza indumenti di ricambio e soltanto il 20 marzo, finalmente, l'ambasciata italiana è riuscita a consegnare un pacco con materiali di prima necessità.
Ilaria è accusata dalla procura ungherese di aver aggredito due neonazisti procurando a questi delle lesioni guaribili in 5/8 giorni. E per questa condotta Ilaria rischia una condanna di 24 anni o di 11 anni se patteggiata.
Emerge immediatamente l'abnormità della condanna rispetto alla condotta messa in atto da Ilaria, potenzialmente messa in atto, perché Ilaria ancora non è stata condannata, è solo imputata.
Questa abnormità emerge in modo evidente dal momento in cui le viene contestata una condotta che appare del tutto sproporzionata rispetto alla pena che poi le si vuole infliggere.
A questo proposito, rammentiamo che la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, all'articolo 50, dice chiaramente che le pene inflitte non devono essere sproporzionate rispetto al reato. Ricordiamo anche che l'Ungheria è membro dell'Unione europea, quindi per questo fatto deve adeguarsi e rispettare tutti i Trattati e tutte le convenzioni sottoscritte ed approvate dall'Unione europea.
Per gli stessi fatti è stato arrestato in Italia un altro manifestante, Gabriele Marchesi, il quale è stato condotto in carcere a San Vittore, ha trascorso una notte e successivamente gli sono stati concessi gli arresti domiciliari e attualmente la Corte di appello di Milano non si è ancora pronunciata sulla richiesta di estradizione da parte dello Stato ungherese, proprio perché è stata rilevata la totale discordanza tra la realtà dei fatti portati avanti dall'accusa e la pena prevista. Ribadisco che le vittime hanno subito delle lesioni guaribili in 5, massimo 8 giorni.
Però il castello accusatorio che lo stato ungherese vuole mettere in piedi va al di là di queste lesioni, in quanto vorrebbe ipotizzare una sorta di “gruppo antifascista europeo” che considera addirittura “terroristico”.
Il 29 gennaio si è tenuta l'udienza preliminare del processo che vede imputata Ilaria ed è apparso in tutta la sua evidenza la condizione, in totale disprezzo dei diritti umani, in cui Ilaria è stata portata in udienza, trascinata come un cane, tenuta a un guinzaglio da agenti antisommossa in tuta mimetica, con il passamontagna che si sono seduti vicino a lei per tutta la durata dell'udienza.
Durante la durata dell'udienza è rimasta incatenata mani e piedi con una cintura alla vita e con catene che collegavano le mani ai piedi e così è rimasta per 3 ore e mezza. Ed è un fatto palesemente illegittimo, con chiara violazione dei diritti umani garantiti dagli Stati europei, in cui è sancito che è assolutamente vietato che una persona venga tradotta così all'udienza e che rimanga così in quelle condizioni per tutta la durata dell'udienza, l'imputato ha diritto di partecipare libero all'udienza e, quando ci sono le condizioni, anche vicino al suo difensore.
Quelle immagini sembravano arrivare da un luogo molto lontano dallo Stato di diritto che dovrebbe caratterizzare gli Stati membri dell'Unione europea. Sono state immagini agghiaccianti e che, sommate alla denuncia fatta da Ilaria riguardo le condizioni degradanti in cui vive nella cella, ovvero condizioni in cui non vengono rispettate le norme igieniche minime primarie, in quanto la cella è infestata da topi, cimici e scarafaggi, si evidenzia la totale assenza del rispetto dei diritti dell'imputato, di una persona privata della propria libertà.
Ora non è la prima volta che all'Ungheria viene contestata la violazione dei diritti umani perché l'Ungheria presenta delle condizioni detentive lontane dagli standard europei e c'è un grosso problema di Stato di diritto in questa nazione, tant'è che la Commissione europea ha sanzionato più volte l'Ungheria per violazione dei diritti umani, bloccando anche numerosi fondi destinati a Budapest per l'ammontare di una somma consistente in ben 20 miliardi.
Esistono le regole penitenziarie europee le quali prevedono che le persone private della libertà devono essere trattate nel rispetto dei diritti umani, ed è evidente a tutti che l'Ungheria non lo sta facendo.
Le condizioni di violazione dei diritti umani non si sono evidenziate soltanto in ciò a cui abbiamo assistito, ma anche la procedura processuale che sta subendo Ilaria evidenzia altre violazioni essenziali dei diritti dell'imputato; ovvero, a tutt'oggi ad Ilaria non è stata data la possibilità di prendere visione delle prove raccolte a suo carico dalla Procura ungherese, lei infatti si dichiara innocente. E’ del tutto evidente la compromissione del diritto di difesa: come ci si può difendere da ciò di cui non si è a conoscenza?
Ed ancora una volta si viola la Convenzione europea sui diritti dell'uomo relativamente al diritto di difesa e al diritto di ogni persona ad ad un equo processo.
L'avvocato difensore di Ilaria sta già ipotizzando la possibilità di ricorrere alla Corte europea di giustizia per la violazione della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, la cui violazione è già costata altre condanne all'Ungheria.
Però, al di là di questo aspetto di difesa personale, lo Stato italiano non può permettere che un proprio cittadino debba subire un trattamento del genere. Ed appellarsi, come ha fatto la nostra Presidente del Consiglio, all'indipendenza della magistratura, all'autonomia dei giudici, ben sapendo che l'Ungheria ha molto da imparare in tema di separazione dei poteri, di rispetto dei diritti umani essenziali, è ovviamente una finzione ed una presa in giro.
Anche perché una decisione del 2009 del Consiglio dell'Unione europea prevede che le misure cautelari possono essere scontate nel paese di origine dell'imputato, il che presuppone però che l'Ungheria sia disposta a riconoscere all'Italia questa possibilità e che il governo italiano sia disposto ad esercitare questa richiesta. Infatti ricordiamo che Ilaria ancora non è condannata, Ilaria sta scontando una custodia cautelare.
Vedremo quanto il governo italiano voglia agire in questo senso, anche perché è del tutto evidente che questo processo non ha una vera e propria valenza giudiziaria. Questo processo ha una valenza politica: l'Ungheria vuole mandare un chiaro messaggio ai movimenti di sinistra di tutta l'Europa che non devono venire a rompere le scatole nel loro paese, non devono mettere in piedi manifestazioni antinaziste, che queste manifestazioni non sono ben accette e se proprio vogliono entrare nel loro paese a fare queste manifestazioni, ecco ciò che gli accadrà.
Bene, un messaggio del genere non può essere avallato dallo Stato italiano, se l'Ungheria vuol far parte dell'Unione europea deve rispettare i diritti fondamentali approvati dall'intera Comunità. Vedremo quanto il governo si impegnerà per arrivare all'obiettivo degli arresti domiciliari da scontare nel paese di appartenenza e soprattutto quanto si impegnerà in difesa di una propria cittadina che sta subendo ingiustizie evidenti.
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