L’intervento alle fabbriche sul "nuovo" governo, la situazione generale e la situazione interna alle fabbriche, finora realizzato alla Tenaris Dalmine, Acciaierie d’Italia Taranto, Stellantis Mirafiori/Torino, Fincantieri Palermo, Montello Bergamo, Beretta Trezzo (MI), Marcegaglia Ravenna, Stellantis Melfi, con volantini, striscione, interventi al megafono, ha visto dappertutto molti capannelli e discussioni con gruppi di operai e operaie.
In queste come in altre fabbriche centrali nello scontro di classe proletari comunisti sta organizzando la continuità di questo lavoro, come presenza di volta in volta caratterizzata da proposte, iniziative praticabili, ma sempre interne alla scontro generale in questa fase.
Normalmente nei volantini alle fabbriche in cui interveniamo quotidianamente noi partiamo dalle
situazioni contingenti, vertenziali, per poi arrivare ad un discorso più generale. Ma oggi anche in queste fabbriche centrale è fare lo stesso discorso nazionale. Perchè la tendenza a seguire principalmente la dinamica ordinaria non ci permette di far crescere i lavoratori e organizzarli, migliorando il nostro lavoroPer cui non vogliamo in queste realtà portare oggi il discorso generale e poi accantonarlo dal giorno dopo e interessarci solo delle vicende quotidiane che succedono in fabbrica. Perchè queste condizioni di attacco, peggioramento quotidiano devono vivere dentro lo scontro generale contro l’insieme dei padroni e il governo. Per alcuni mesi dobbiamo insistere sugli stessi temi, riconducendo sempre agli argomenti dello scontro di classe attuale e in prospettiva.
Si è visto che sia l’approccio “esterno”, sia i contenuti delle discussioni hanno più un aspetto di positività che di negatività; in questo, il discorso dell’unità delle fabbriche in lotta e in sofferenza, all’interno di una situazione che tocca tutta la classe, della costruzione di assemblee per costruire il nostro fronte proletario, diventa più credibile, più logico e più necessario.
Sul governo, non dobbiamo strillare “al lupo al lupo”, né fare facile denuncia generica, ma dobbiamo misurarci con i lavoratori, con quello che dicono, analizzando e denunciando passo passo questo governo reazionario.
In questo lavoro dobbiamo organizzare in tutte le forme possibili i lavoratori più avanzati e consolidare alcuni rapporti, ma dobbiamo puntare a cambiare anche noi, dobbiamo trovare la lingua e gli argomenti giusti e necessari, soprattutto dobbiamo centrare sempre le cose principali su cui occorre tempo perchè diventino proprie degli operai e si possano trasformare in azione.
Sulla questione dell’unità delle fabbriche in lotta e in sofferenza, dell’unità dei lavoratori per costruire una forza credibile contro i piani dei padroni e del governo, abbiamo verificato utile portare il lavoro che stiamo facendo come Assemblea proletaria anticapitalista; questo è un altro elemento di cui dobbiamo parlare sempre, perchè è un metodo, una linea
Noi non stiamo facendo un “sondaggio di opinione” tra gli operai e operaie ma un lavoro che serve anche a verificare la nostra linea e ad aggiustarla.
Ora dobbiamo dare continuità a questo lavoro e tipo di interventi alle fabbriche. Abbiamo visto che serve, abbiamo spazio, riusciamo a concentrare l’attenzione sull’iniziativa, e che essa ha un consenso di massa. Quando una proposta può essere raccolta dagli operai, noi dobbiamo proporre e fare un’iniziativa. Dobbiamo entrare nella logica di un intervento nuovo, certo che fa tesoro di tutti gli interventi che abbiamo fatto.
Dobbiamo far sapere agli operai di ogni fabbrica e posto di lavoro che stiamo facendo lo stesso lavoro in numerose altre fabbriche importanti in cui siamo presenti e in grado di intervenire - per es, dobbiamo parlare della Stellantis nelle fabbriche siderurgiche e viceversa, ecc. - per portare tra i lavoratori una visione più ampia.
Questo, nello stesso tempo, è un pezzo della lotta importante contro l’economismo, perchè costringe a deviare, elevare ogni situazione particolare in una visione generale, che favorisce l'avanzamento della coscienza di classe e della coscienza politica.
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