Il 27 ottobre al cambio turno volantinaggio massiccio alle due portinerie della Stellantis di Melfi. Presenti anche rappresentanti delle Acciaierie d’Italia di Taranto e delle lavoratrici precarie di Taranto, abbiamo portato agli operai di Melfi un volantino fronte/retro, in cui da un lato si denunciava, analizzava il nuovo governo, nell’altro si analizzava la crisi dell’auto e gli effetti sulla condizione degli operai della Stellantis, si tratta dello stesso testo diffuso nei giorni scorsi a Mirafiori.
La risposta degli operai e operaie è stata buona, cercavano il volantino, si fermavano, numerosi capannelli, molta attenzione al comizio volante fatto da un compagno dello Slai cobas sc e di proletari comunisti. Gli operai e operaie denunciavano in particolare la incertezza del lavoro, il giorno prima non sai se il giorno dopo devi andare a lavorare, e la questione dell’impoverimento del salario, neanche le 1400 euro una tantum date in Francia sono state corrisposte negli stabilimenti in Italia.
Evitando ogni forma di demagogia ed estremismo è stata messa in luce la composizione del nuovo governo fatta in prevalenza da rappresentanti dei padroni presenti nei Consigli di amministrazione di grandi fabbriche, tra cui quelle delle armi o ex dirigenti dello stesso gruppo Stellantis; è stato messo in chiaro che i governi di questa natura, formati da questi ministri non possono fare provvedimenti a
favore dei lavoratori, perchè devono rispondere ai loro veri padroni. Il Ministero del Lavoro affidato alla presidente nazionale dell’ordine dei consulenti delle aziende è una provocazione, il Ministero della difesa è stato affidato ad un rappresentante di sempre dell’industria bellica; il Ministero dello sviluppo economico, dove sono concentrate tante vertenze dei lavoratori che hanno gravi problemi di crisi occupazionali, affidato a un ministro che ha cambiato innanzitutto il nome in “Ministero delle imprese”, quindi chiarendo che innanzitutto ciò che questo ministero è in grado di fare è di favorire le imprese, quando ogni soldo alle impresa non si è tradotto quasi mai in difesa dell’occupazione, ma in processi di ristrutturazione che hanno tagliato posti di lavoro, salari e hanno peggiorato le condizioni di lavoro - e chiaramente da questo governo non ci aspettiamo soluzioni alle grandi vertenze sul lavoro, dalla Gkn alla Wartsila, alla Tessitura di Mottola che tutelino salario, occupazione.Ma giustamente, soprattutto le operaie erano inferocite contro il PD che ha preparato il terreno a questo governo fascista.
Nello stesso tempo alcune ridimensionavano il risultato di Fratelli d’Italia, sono voti transitati dalla Lega, da Forza Italia; anche alla Stellantis di Melfi operai hanno votato FdI, ma sono quelli che nelle precedenti elezioni avevano votato Lega; e non pochi operai si sono astenuti dal voto.
Nei comizi violanti è stato chiarito che non vi sono “salvatori della patria”, né sindacati che oggi possono rappresentare realmente la volontà e l’esigenza di lotta generale dei lavoratori.
Serve la riorganizzazione degli operai, serve un sindacato di classe nelle mani dei lavoratori, serve un coordinamento delle fabbriche, un coordinamento tra operai delle fabbriche, lavoratori, studenti, disoccupati. Cosa che abbiamo cercato di avviare con l’Assemblea proletaria anticapitalista di Roma.
Questo discorso dell’unità della lotta delle fabbriche, dei lavoratori si è confermato anche a Melfi che è molto sentito, ritenuto necessario dagli operai, che fa da contrappasso a una sfiducia sulla possibilità di lotta e di ottenere dei risultati nella propria fabbrica.
Ma serve – è stato detto nei comizio volante - che si riprendano nelle proprie mani le rivendicazioni essenziali: forti aumenti salariali e il ripristino della scala mobile; il blocco dei licenziamenti e la riduzione dell’orario di lavoro.
Sono rivendicazioni che non possono trovare eco e né risultati senza un movimento generale dei lavoratori che riparta dalle fabbriche.
In questo senso l’azione alla Stellantis di Melfi coordinata con l’azione alla Stellantis Mirafiori, come nelle fabbriche siderurgiche in cui siamo presenti dal sud al nord, alle realtà lavorative che hanno partecipato all’Assemblea proletaria anticapitalista, ai precari e disoccupati, ecc. rappresentano il nostro contributo alla ricostruzione dell’unità dei lavoratori, del fronte unito di classe e di lotta e alla prospettiva di opporre al fronte unito dei padroni che oggi si raccoglie intorno al nuovo governo della Meloni, il fronte unito dei lavoratori.
I lavoratori ci hanno ascoltato con interesse. Anche a noi chiedono che tra il dire e il fare prevalga il fare, e il fare significa coscienza, organizzazione, lotta.
Nessun commento:
Posta un commento