lunedì 31 ottobre 2022

pc 31 ottobre - Striscione e massiccio volantinaggio all'ospedale dell'Aquila anche oggi

L'azione dello Slai Cobas s.c. ha evidentemente disturbato il vertice Asl1 a guida Lega, ma è stata anche l'occasione per rilanciare la battaglia per una sanità pubblica, universale e gratuita, anche attraverso il lavoro di inchiesta. 

Report a cura di una compagna di L'Aquila

Uno striscione è stato appeso davanti al cup, ben visibile dalle persone che anche oggi affollavano il piazzale antistante il centro unico prenotazioni della Asl1.

A seguire un diffuso volantinaggio, sia all'interno del cup che all'esterno, ma sempre dentro l'ospedale, un'occasione per fare inchiesta e verificare sul campo lo stato di salute dell’ospedale dell’Aquila, di quello che una volta era considerato un'eccellenza regionale e nazionale e che ora è al tracollo per mancanza di personale e attrezzature. Tracollo che Romano, il manager della Asl aquilana, ha negato dopo mesi e dopo numerosi appelli e denunce da parte di venti chirurghi e di Grimaldi, segretario regionale dell’Anaao Assomed e primario di malattie infettive, che chiedevano assunzioni subito e finanziamenti urgenti per salvare l'ospedale.


Un volantinaggio accompagnato da spiegazioni, ma anche da richiesta/raccolta di pareri, opinioni sul nuovo governo negazionista che ha deciso che il rischio Covid non esiste più e mette a rischio la salute di pazienti e lavoratori.
Un governo nero che abbiamo già visto all’opera in questi anni in Abruzzo e che non ha provveduto alla stabilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità, ad assumere nuovi primari, nuovo personale medico e amministrativo per far fronte alla carenza di organico, ma ha chiuso interi reparti costringendo chi ha bisogno di cure, visite specialistiche, esami strumentali, a rivolgersi ai privati o fuori Regione o addirittura al Lourdes.


"Dobbiamo ripetere il tampone ma nessuno ci dice dove andare e ci sballottano da una parte all'altra. Qui, dove prima c'era il centro informazioni ora c'è l'invito a recarsi al Lourdes, è una beffa o cosa?"
"Ecco - dice una donna anziana esasperata - per una risonanza magnetica mi hanno dato appuntamento al 2024, se non hai soldi puoi anche morire nel frattempo"
"L'epidemia da Covid-19 non è finita e adesso vogliono abolire anche le mascherine per il personale sanitario, questo sistema non ci protegge"
"Sono molto arrabbiato, per un embolo che fortunatamente non mi ha ucciso sono entrato al pronto soccorso alle 4 di mattina e ne sono uscito alle 9 di sera. Una volta alcune testate locali davano spazio alla nostra voce, al dissenso, ora sono diventate le veline di chi ci governa"
Queste alcune delle voci degli "utenti" ai quali è stato dato sia il volantino specifico sulla sanità sia il volantino sul nuovo governo.
I volantini sono stati dati anche al personale sanitario, lì dove è stato possibile raggiungerlo, e accolti con interesse.
Un'infermiera precaria, somministrata dalla cooperativa Orienta, ha accettato di rilasciare un'intervista, chiedendo però l'anonimato: "ho iniziato a lavorare all'ospedale dell'Aquila il 20 giugno 2020, in piena emergenza Covid. Da allora ho continuato a lavorare con contratti di 2, massimo 3 mesi, senza alcuna sicurezza sul futuro. Sto aspettando la graduatoria dell'avviso, che è ancora bloccata, perché spero di essere stabilizzata. Altri colleghi, sia oss che infermieri, entrati con l'avviso, dopo un po' di tempo, diciamo qualche anno, forse stanno per essere stabilizzati dalla Asl, ma la delibera ancora non è arrivata. Abbiamo fatto tanti concorsi, anche in altre zone, Teramo, Vasto, anche là in attesa di essere chiamati. Molti colleghi vengono da fuori, ma io, come altri sono dell'Aquila e vorrei restare a vivere e lavorare qui. Qui abbiamo famiglia, i figli, questo lavoro è quello per cui ho studiato, ma il contratto scade a fine novembre.
Di 2 mesi in 2 mesi lavora 6 ore al giorno dal lunedì al sabato. Dell'agenzia non si lamenta, straordinari e ferie le vengono pagati, ma è preoccupata perché si avvicina la scadenza del contratto e all'ultimo rinnovo alcune precarie sono state mandate via. Sono state assunte per l'emergenza covid al servizio tamponi e adesso che hanno detto che il covid non c'è più sono tutte e tutti fortemente a rischio. "C'è una grande, grande, grande crisi e carenza di personale, secondo me le risorse ci sono, però siamo tutti precari, quindi si mettessero una mano sulla coscienza perché le possibilità di stabilizzarci ci stanno, ma non so perché non vogliono metterle in atto"

Con lo stesso candore è rimasta stupita quando ha saputo che lo striscione era stato strappato e nascosto. "non capisco perché, cosa dice di sbagliato". Forse per lo stesso motivo per il quale lei ha chiesto l'anonimato?

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