"Ho partecipato ad una delle più belle e sentite assemblee degli ultimi anni dove le operaie sono state le protagoniste e la loro partecipazione attiva mi ha insegnato che insieme si possono superare le difficoltà che ci ritroviamo a vivere a 360 gradi. Ringrazio le operaie della Beretta. Unite siamo una forza che nessuno può mettere in discussione. Siamo il futuro che avanza". Da un commento di una lavoratrice.
E, in effetti, questo è stata quest'assemblea, voluta dalle operaie della Beretta ma rivolta a tutte le operaie e lavoratrici.
Un'assemblea in cui il 90% è stata di operaie di fabbrica, di lavoratrici. Oltre la folta presenza della Beretta, vi erano le operaie della Montello, le operaie delle aziende dell'Insalata di Bergamo e di altre fabbriche, poi lavoratrici delle Poste, del Pubblico impiego, della scuola, lavoratrici precarie; a loro si è
unita nel corso dell'assemblea la voce, lontana ma vicina nella lotta e nello spirito, delle lavoratrici delle coop sociali assistenti igienico sanitarie di Palermo, delle operaie della Pellegrini appalto Acciaierie d'Italia Taranto, delle immigrate dei campi e delle baraccopoli tramite Campagne in lotta, operaie della Clementoni, e di varie lavoratrici dell'Assemblea Donne/Lavoratrici.Quindi vi è stata la presenza, o la voce, di rappresentanti delle tante realtà solidali, dalle compagne del "Comitato 23 settembre" alle compagne del Si.Cobas Milano, a giovani compagne di Nudm, insieme ai tanti messaggi arrivati da compagne, democratici, medici impegnati sul fronte della sicurezza, ecc.
Chiaramente questa "Assemblea operaie" è stata possibile per il lungo lavoro fatto dal Movimento femminista proletario rivoluzionario, dell'Assemblea Donne/lavoratrici e dal lavoro quotidiano dello Slai cobas per il sindacato di classe di Bergamo.
L’introduzione della compagna di Palermo del Mfpr si è centrata sul significato dell’assemblea, sul suo messaggio ad altre fabbriche, lavoratrici e ha posto l’assemblea nella situazione generale, oggi nella fase del "nuovo" governo reazionario Meloni.
Sul carattere di questo governo in altri interventi è stato ripreso il discorso della Resistenza, dell’azione delle partigiane in unità alle donne proletarie, collegando il vecchio con il moderno fascismo.
Gli interventi delle operaie sono partiti dalla situazione in fabbrica: meno operaie e più lavoro, più attacchi alle condizioni di salute, discriminazioni con gli operai maschi. Le operaie hanno più volte sottolineato l'importanza dell’unità delle fabbriche perchè la lotta è difficile, ma se non restiamo sole siamo più forti.
Gli altri interventi, anche telefonici, raccontando la loro realtà, le esperienze di lotta, e raccogliendo l'appello della Beretta, hanno posto la necessità del collegamento, dell'unità di diversi posti di lavoro, di una lotta che incoraggia altre lotte; ma anche subito hanno posto il legame delle diverse situazioni con la lotta generale contro tutti gli attacchi alle donne, oggi contro il tentativo del governo Meloni di mettere in discussione il diritto d’aborto, i femminicidi, e tanto altro; e, legata a questo, la necessità di elevare la coscienza che siamo della stessa classe sfruttate e oppresse.
Alcune realtà solidali, soprattutto giovani compagne di Nudm, o il rappresentante della Rete lavoro sicuro si sono posti la questione del "che fare", mettendosi al servizio della lotta delle operaie, perchè sia conosciuta e diventi pioniera di una lotta per cambiare la società di oppressione, razzista, disumana.
Lo Slai cobas per il sindacato di Bergamo, organizzatore delle lotte della Beretta, come delle altre fabbriche della zona, in questa assemblea ha inquadrato la vertenza Beretta nell’analisi delle leggi del sistema capitalista, di sfruttamento, oppressione, razzismo, bene espresso dalla ‘Famiglia Beretta’ il cui capo in testa ha affermato di prendersi molta cura del benessere degli animali, e si dice orgoglioso di fare una linea di prodotti "Viva le mamme", mentre tratta malissimo le operaie e attacca i diritti sulla maternità.
Purtroppo dobbiamo dire che l'unica nota stonata è stato l'intervento di un rappresentante del Si.Cobas, che ha sì parlato della solidarietà, della repressione verso le lotte operaie, portando l'esempio recente dell'Italpizza, ma con una concezione autopropagandista, arrogante verso le operaie, per affermare che solo loro sono bravi e solo loro lottano contro la repressione; in una logica economicista, pessimista, che di fatto invece di elevare abbassava lo spirito positivo dell'assemblea.
Nelle conclusioni la compagna del Mfpr di Palermo ha soprattutto posto l'accento sul fatto che con questa assemblea abbiamo iniziato un percorso che andrà avanti, per fare iniziative simili in altre città dove vi sono fabbriche e posti di lavoro significativi di operaie, e in cui, come è stata in questa occasione, legheremo interventi alle fabbriche verso tutte le operaie con l'organizzazione di assemblee, riunioni, incontri. E ha chiamato le operaie ad essere in prima fila nella battaglia generale contro tutti gli attacchi e le condizioni di oppressione delle donne: una prossima tappa sarà il 26 novembre.
In questa assemblea sono state ricordate le operaie uccise sul lavoro e per il lavoro, come Luana, Layla e altre, a cui con un grande applauso si è dedicata l’assemblea, operaie che continuano a vivere attraverso le lotte di altre operaie/lavoratrici.
L'assemblea si è chiusa con un forte saluto solidale alla rivolta delle coraggiose donne iraniane e con la lettura di un messaggio di una donna iraniana ora in Italia. La sala dell'assemblea era tappezzata anche di cartelli al fianco della rivolta in Iran.
Questa assemblea operaie è una novità nel panorama attuale, sia del sindacalismo di classe che del movimento delle donne, ed è appunto l’inizio di un percorso che continua.
I giudizi/commenti post delle operaie sono stati tutti belli e positivi, incoraggianti. Certo, come ha detto un'operaia della Beretta, rientrare nella dura realtà di fabbrica è pesante, la lotta è difficile, ma ora c'è una forza in più.
Nell’assemblea si è creato uno spirito bello, di sintonia, unità, calore, di gioia. Le operaie hanno vissuto come importante lo scambio tra operaie. L’assemblea ha concretizzato la parola d’ordine: “Lotta una lottano tutte”; e ha allargato la visione.
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