domenica 30 ottobre 2022

pc 30 ottobre - Persi in Italia 70mila posti letto e sempre meno risorse alla sanità pubblica. Dall'Aquila venti medici di chirurgia del San Salvatore denunciano mancanza di personale, turni massacranti, carenza di farmaci di qualita' e attrezzature

Da un articolo di Abruzzo web:

BUFERA SU SANITA’ AQUILANA, SCONTRO MEDICI E ASL, LETTERA PRIMARI, “OSPEDALE ALLO SBANDO”

VENTI MEDICI DI CHIRURGIA DEL SAN SALVATORE DENUCIANO A DIRETTORE ROMANO MANCANZA PERSONALE, TURNI MASSACRANTI, CARENZA DI FARMACI DI QUALITA' E ATTREZZATURE. INCONTRO ANCHE CON SINDACO BIONDI

L’AQUILA – E’ scontro tra i medici e i vertici della Asl provinciale dell’Aquila e sulla sanità aquilana è bufera.

Un gruppo di una ventina di primari del Dipartimento di chirurgia, tra i più influenti, ha inviato nelle scorse settimane al direttore generale della Asl provinciale dell’Aquila, Ferdinando Romano, una lettera di denuncia sulla difficile situazione in cui sono costretti ad operare da tempo, con la conseguenza che le condizioni di lavoro e, conseguentemente, la qualità e la tempistica della cure che si riescono ad assicurare non hanno standard accettabili e quindi efficaci.

Secondo quanto appreso da Abruzzoweb i medici in questione denunciano tra le altre cose le carenze di personale, difficoltà nel reperire attrezzature e materiali, oltre che farmaci di qualità.

I sanitari hanno chiesto al manager una immediata inversione di tendenza. In sostanza, anche per i medici in prima linea in competenze importanti, strutture ospedaliere, in particolare il San Salvatore dell’Aquila un tempo riferimento per la regione e fuori regione, sono considerate in gravi difficoltà, come detto da più di un medico “allo sbando”.

Non è noto quali saranno le decisioni del manager, noto e stimato esperto del settore con importanti esperienze alle spalle, docente della Sapienza, in sella dal giugno dello scorso come tecnico in quota Lega.

Romano che nel prossimo mese di giugno avrà la verifica del primo biennio, ha sostituito al termine di mesi di polemiche Roberto Testa, nominato nel settembre del 2019 in quota Fdi, e licenziato a causa di dissapori e differenti vedute, con i vertici politici del centrodestra regionale che è al timone della Regione con il governatore, Marco Marsilio, di Fdi, dal febbraio del 2019.

Della discesa in campo dei primari si viene a sapere da fonti bene informate in seno all’azienda sanitaria all’indomani della dura denuncia del segretario regionale del sindacato dei medici Anaao,  Alessandro Grimaldi, che è anche primario del reparto di malattie infettive del San Salvatore, il quale su questo giornale ha lanciato l’allarme sulla grave situazione dell’ospedale aquilano chiedendo tra le altre cose con forza l’immediata assunzione di personale.

Dal volantino dello Slai cobas s.c. in diffusione in questi giorni all'ospedale dell'Aquila:

Dopo decenni di privatizzazioni, scandali e malaffare, la pandemia ha mostrato i nervi scoperti di un

sistema economico e sociale basato sulle disuguaglianze e sul profitto di pochi, a scapito della salute e del lavoro della maggioranza della popolazione. Impossibile non entrare nel merito di come sia cambiata la sanità, sia per i pazienti che per gli operatori sanitari, con il progressivo taglio al personale, la diminuzione dei posti letto, la chiusura di interi presidi sanitari, le vergognose liste d'attesa, le drastiche diminuzioni dei finanziamenti ai servizi pubblici e il loro dirottamento ai privati, senza alcun controllo sul benessere dei pazienti e dei lavoratori. E oggi con la guerra, sempre più saranno questi ultimi, i proletari, le masse impoverite, a pagare i costi di una crisi permanente, intrinseca al sistema capitalista e imperialista, i costi di una guerra che la maggior parte della popolazione non vuole.

Ma invece di potenziare la sanità pubblica il governo Meloni, in continuità con Draghi, conferma il suo impegno per la guerra imperialista voluta per gli interessi dei padroni e solo sacrifici per chi ha bisogno di cure e non può permettersi di pagarle, per lavoratrici e lavoratori della sanità e non solo. Un governo fascista dichiaratamente no vax, che ha deciso che è finito il rischio covid e ora mette a rischio anche le vaccinazioni e la salute di pazienti e lavoratori. Un governo reazionario che abbiamo già visto all’opera in Abruzzo durante la pandemia, quando i lavoratori che denunciavano le criticità all’interno degli ospedali venivano minacciati di licenziamento, e che non ha provveduto alla stabilizzazione dei precari nonostante la pandemia non sia ancora finita. Anzi, ha provveduto alla chiusura di interi reparti all’interno dell’ospedale San Salvatore (pneumologia, oculistica ad esempio), costringendo chi ha bisogno di cure, visite specialistiche, esami strumentali, a rivolgersi ai privati o addirittura fuori Regione.

Ci hanno ‘sfruttato’ fino all’osso, abbiamo gestito la pandemia nei suoi momenti più duri, quando non si capiva cosa fare per frenare il contagio e salvare la vita della gente. A Natale, mentre tutti impacchettavano regali, noi avvolgevamo nei sacchi i corpi dei deceduti per Covid”. Questo il messaggio di un’operatrice sanitaria precaria che esprime molto più di 1000 parole gli effetti di questo sistema di profitto e corruzione che tiene in piedi e controlla anche il sistema sanitario regionale. Effetti che sentiremo ancor di più se non ci organizziamo e lottiamo uniti, lavoratori, lavoratrici, pazienti, in maniera autonoma, senza delegare il nostro destino a istituzioni o sindacati confederali, che da anni ormai non difendono più i diritti dei lavoratori, il diritto di un paziente ad essere trattato come utente e non come cliente, la salute come un diritto fondamentale, umano dell’individuo e non come una merce.

Oggi 30 operatrici e operatori socio sanitari e infermieri dell’ospedale San Salvatore, somministrati da Orienta Spa, rischiano di perdere il posto di lavoro andando ad aggiungersi ad altri 10 rimandati a casa già a settembre! A fine novembre sono a rischio altre decine di posti di lavoro nella Asl 1 e probabilmente per loro non ci sarà neanche un reddito di cittadinanza a cui aggrapparsi, perché il nuovo governo dei padroni ha già annunciato di volerlo cancellare.

Definiti “eroi” per sfruttarli meglio, ora vengono “sbattuti fuori come stracci usa e getta”, inascoltati da sindaco e vertici della Asl, abbandonati dai sindacati confederali: “La Uiltemp non si sta preoccupando della precarietà dei nostri contratti e siamo soli in questa battaglia che ormai giunge al suo punto limite: alla fine di ottobre, infatti, decine di noi perderanno il lavoro, con figli a carico e mutui da pagare e la crisi economica che questo inverno si preannuncia pesantissima”.

Gli eroi non si abbandonano, si difendono, queste lavoratrici e questi lavoratori devono essere internalizzati, perché svolgono un servizio pubblico essenziale. A loro esprimiamo quindi la massima solidarietà. Ma diciamo anche che il lavoro, la salute, i diritti, si strappano con la lotta, combattiva e autonoma, della classe proletaria, perché è da questa classe e per questa classe che sono nati i Cobas.

Nessun profitto sulla nostra pelle, basta col precariato, assunzioni subito!

La salute non è una merce!

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