domenica 16 ottobre 2022

pc 16 ottobre - A proposito della conferenza a Roma sulla guerra

Oggi (ieri 15/10) a Roma vi è una conferenza nazionale contro la guerra di diverse realtà politiche organizzata essenzialmente da SI.COBAS/TIR.

Non possiamo esserci direttamente ma facciamo conoscere le posizioni a cui ci riferiamo che, come i compagni potranno valutare, contiene differenze teorico-politico-pratiche su punti strategici e tattici, rispetto a quelle degli organizzatori.

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1) Fin dal primo momento abbiamo affermato il carattere inter imperialista della guerra in corso in Ucraina.

Siamo contro ogni partecipazione dell'Italia a questa guerra. Siamo per la sconfitta del nostro imperialismo e dell'alleanza di cui fa parte Usa/Nato/UE. Questo è il miglior contributo che possiamo dare ai proletari e masse Ucraine per fermare l'invasione della Russia 

Questa guerra ha visto la sua origine nell’azione provocatoria della Nato/Usa di allargamento della sua presenza ai confini della Federazione Russa, utilizzando ancora una volta l’Ucraina filo Nato/Usa.

La Russia, paese imperialista, superpotenza soprattutto militare, mentre deve affermare il suo ruolo nello scenario internazionale, deve salvaguardare i suoi territori/confini dall’espansione militare della Nato.

La Russia governata dal neozarista imperialista Putin che opprime e  reprime proletari e popoli al suo interno, ha reagito come reagiscono tutti i banditi imperialisti, con una pesantissima azione di guerra, di assedi e distruzione di territori e città, occupando un paese comunque indipendente, e con la volontà di continuare l’invasione finchè non annetta una parte dell’Ucraina, e imponga un governo di diretta emanazione degli interessi imperialisti della Russia. 

L’invasione dell’Ucraina da parte dell’imperialismo russo e il sostegno alla guerra da parte di Usa/Nato, con i paesi europei, in primis Gran Bretagna, attraverso l’invio massiccio al governo Zelensky di armi e soldi, le sanzioni, l’accelerazione dell’ingresso nella Nato dei paesi come Finlandia, Svezia, Moldova e Georgia, stanno dando alimento ad una terza guerra imperialista mondiale, per una nuova spartizione del mondo economica, politica, militare, per un nuovo accaparramento delle fonti energetiche, materie prime, nella fase di permanente di crisi economica del capitale. 

La guerra interimperialista si aggiunge ed è intersecata con la crisi economica mondiale, con

la pandemia che l’ha aggravata, e mostra le leggi fondamentali del sistema capitalista imperialista mondiale che è sempre sfruttamento, miseria, oppressione dei popoli e che diventa, nelle congiunture storiche determinate dalle sue stesse leggi e contraddizioni, guerra e reazione. 

Questo scenario ha innescato la guerra in corso in Ucraina perchè, come disse Brzezinski/Usa, dopo la caduta del muro di Berlino: un’Ucraina incorporata come parte della Nato sarebbe stata un pugnale nel cuore di Mosca.

I proletari e i popoli oppressi di tutto il mondo sostengono la resistenza proletaria e popolare delle masse ucraine, ma essa necessariamente deve dirigersi contro Russia, Usa, Nato, i paesi della UE e contro il proprio governo Zelensky al servizio dell’imperialismo occidentale. 

L’Ucraina di Zelensky non è la “vittima innocente”, essa è stata l’innesco, con la richiesta di adesione alla Nato, dei movimenti militari della Nato ai confini della Russia; l’esercito ucraino dopo il 2014 non ha rispettato il diritto all’autogoverno delle Repubbliche di Luhansk e Donetsk nel Donbass; e il governo Zelensky, sostenuto da forze capitaliste reazionarie che includono il revanscismo nazista, con un esercito formato da truppe filo naziste, alimenta tuttora la guerra chiedendo armi, armi, armi agli Usa e, anche con ricatto, ai paesi imperialisti europei. 

Noi comunisti marxisti-leninisti-maoisti abbiamo denunciato e combattuto il revisionismo sovietico e la restaurazione capitalistica in Urss, da Krusciov a Breznev, che hanno trasformato l’Urss da Stato socialista in Stato capitalista di stato con borghesia al potere, in stato socialimperialista all'esterno e socialfascista all'interno. La Russia come superpotenza imperialista ha conteso il dominio del mondo all'imperialismo dominante Usa, in una fase che ha portato poi all'interno a una liquidazione dell'URSS e un ridimensionamento come superpotenza con uno sviluppo ancora più accelerato del capitalismo all'interno, da Gorbachev a Eltsin, e una contesa perdente con Usa/Nato

Con Putin la Russia comincia il cammino di difesa del suo peso internazionale e di controffensiva nella contesa mondiale inter imperialista, dentro un sistema mondiale in crisi non più bipolare ma multipolare - sempre con ruolo dominante/Usa/Nato - che ha visto la rapida ascesa della Cina, con influenza crescente nei mercati mondiali, divenuta a sua volta Stato a capitalismo restaurato e a sviluppo imperialista all'esterno e socialfascista all'interno.

Dentro questa contesa inter imperialista è avanzato - per azione Usa/Nato e per costante avanzamento delle potenze imperialiste europee, Gran Bretagna (legata agli USA) e Germania in primis, e in forme secondarie Francia e Italia - un accerchiamento economico, politico, militare, geostrategico della Russia facendo leva sugli stati capitalisti restaurati dell'Est Europa e dei paesi facenti parti precedentemente dell'URSS, attratti sul piano economico dal mercato mondiale Usa/UE e governati da governi del capitalismo che sotto il manto “democratico occidentale” perseguono la marcia restauratrice politica che ingloba fascismo/clerico fascismo/neonazismo e porta a regimi che sono contro la Russia imperialista ma sopratutto antiproletari e anticomunisti all'interno e che proprio per questo diventano avamposti militari guerrafondai dell'imperialismo Usa/Nato/UE

La guerra in Ucraina e' dentro questa situazione e contesa inter imperialista che si acutizza sempre di più. 

Per questo proletari e masse in Ucraina e movimento proletario e comunista internazionale devono combattere la guerra imperialista e tutti i soggetti in campo; i proletari e comunisti dei paesi partecipanti alla guerra devono combattere il proprio governo guerrafondaio, sostenendo il disfattismo proletario rivoluzionario, la fraternizzazione internazionalista dei soldati in campo e le popolazioni colpite, la pace senza condizioni, e lottare per la cacciata di tutte le truppe imperialiste e la realizzazione di stati proletari e socialisti che si basino sull'autoderminazione nazionale e sul rigetto di ogni politica di divisione di proletari e popoli.

2) I proletari, le masse popolari dell’Ucraina, della Russia, non possono stare/parteggiare con i propri paesi e governi, perchè sono solo vittime sacrificali dell’uno o dell’altro. I loro interessi, le loro aspirazioni, difesa e miglioramento delle condizioni di vita non sono certo legati alla vittoria dell’una o dell’altra parte, ma alla loro sconfitta; perchè proletari e popolazione vengono unicamente usati e assoggettati agli interessi borghesi, imperialisti.

I proletari non hanno “patria” da difendere; ma hanno interesse ad unirsi al di là delle frontiere per rivolgere la lotta e le armi contro Putin, contro Usa e ogni imperialismo e contro il governo Zelensky, trasformando la guerra in Ucraina in guerra di classe, guerra civile dei proletari, masse popolari sfruttate e oppresse contro contro Zelensky e i suoi padroni imperialisti Usa/GB/Ue, guerra contro l'invasione dell'imperialismo russo.

La resistenza attuale in Ucraina è sotto l’egemonia e il sostegno degli Usa, con appoggio in primis dell’Inghilterra e dei paesi imperialisti europei; essa viene portata avanti da eserciti, forze militari fortemente impregnate di nazismo. Per questo ogni appoggio sia militare che politico alla “resistenza ucraina” è appoggio a Usa/Nato e sostegno alle forze naziste.

Ogni sostegno generico, pacifista alla “resistenza” è farsi anello di questi banditi che portano avanti la sempre attuale tragica realtà: le guerre, i profitti delle guerre sono loro, le morti, le distruzioni, le brutali condizioni di esistenza sono nostre!

I proletari, le masse popolari, gli antimperialisti degli Usa, dei paesi europei devono dire: Non un soldo, non un’arma, non un soldato per la guerra in Ucraina. Chi parla, anche a sinistra, di aiuti all’Ucraina senza distinzione, che ne sia cosciente o no, aiuta la guerra imperialista.

Così come dobbiamo distinguere la solidarietà al popolo ucraino. Il “popolo” non deve essere una grande coperta che mette tutti insieme. Una parte, sia in questi anni sia ora, del “popolo” è composto da oligarchi, da rilevanti forze fascio/naziste, che alimentano la guerra; nel popolo ci sono le classi, in Ucraina c’è una grande classe operaia, ci sono le masse povere, che non fuggono o che non possono fuggire dall’Ucraina , e che devono restare e resistere. 

Noi siamo dalla parte dei proletari, delle masse povere, delle donne -usate dagli imperialisti come propaganda di guerra - e dei giovani non “arruolati” col governo Zelensky.

Siamo per la sovranità della nazione Ucraina, siamo per l’autodecisione dei popoli del Donbass, per il sostegno all’indipendenza delle Repubbliche Luhansk e Donetsk, e della Crimea. 

Questa battaglia non ha nulla a che fare con i piani del governo Zelensky e tantomeno degli Usa/governi europei. 

Non siamo di fronte ad un paese oppresso, l’Ucraina, in cui i proletari e le masse popolari devono per una fase creare un fronte con la propria borghesia nazionale; siamo di fronte ad un paese capitalista, pur se minore, in cui la lotta contro l’invasione russa si intreccia con la lotta contro la borghesia dell’Ucraina al potere. E in cui la rivoluzione è socialista.

Questa battaglia può essere portata avanti e vincere se operai e masse popolari proletarie ucraine e russe prendono il loro posto, si organizzano e si uniscono contro i nemici interni ed esterni.

3) Noi come comunisti marxisti-leninisti-maoisti italiani siamo contro ogni partecipazione dell'Italia a questa guerra. Siamo per la sconfitta del nostro imperialismo e dell'alleanza di cui fa parte Usa/Nato/UE. 

Su questo sono totalmente attuali gli insegnamenti di Lenin, che nel testo “La sconfitta del proprio governo nella guerra imperialista” del luglio 1915, scrive: “Una classe rivoluzionaria non può durante una guerra reazionaria non augurarsi la sconfitta del proprio governo”. (E bisogna comprendere e far comprendere) che “la “guerra alla guerra” è una frase banale se non si fa la rivoluzione contro il proprio governo”.

Il nostro miglior sostegno ai proletari e popolazione ucraina, l’unico vero internazionalismo è, quindi, combattere contro il nostro imperialismo italiano e contro il nostro governo che, come in passato, vuole partecipare anch’esso all’accaparramento di fonti energetiche, materie prime, e alla futura ricostruzione, e  sostenere coloro che negli altri paesi del mondo fanno la nostra stessa lotta, vale a dire sostenere, per esempio in Ucraina, coloro che lottano realmente da un punto di vista proletaria e comunista contro l’invasione russa e contro il proprio governo pedina dell’imperialismo.

Ogni ostacolo all’invio di armi, soldati dall’Italia in Ucraina è un contributo a fermare questa guerra. Diversamente contribuiamo anche noi ad alimentare una guerra loro, non dei proletari e delle masse popolari.

Il governo Draghi è in prima fila nel sostegno alla Nato, ai SI’ agli ordini Usa, e il miglior propagandista del governo Zelensky.

Il governo Draghi rende concreta all’interno dell’Italia verso i proletari e masse italiane la celebre frase: “La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi. La guerra non è, dunque, solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi”, legandola all’altro “principio” che i costi della guerra vanno scaricati sui lavoratori, i giovani, le donne.

L’azione del governo in questa fase è da un lato una continuazione della guerra quotidiana, in nome proprio e dei padroni, che ha fatto e sta facendo ai proletari, al lavoro, ai salari, alla sicurezza, alle condizioni di vita, contro le loro lotte; e del sostegno, invece, alle richieste dei padroni su tutti i fronti sia economici che politici. Dall’altra, dopo lo scarico degli effetti della pandemia, sta attuando con la guerra in Ucraina una vera e propria economia di guerra, con rastrellamento di soldi/miliardi per le armi, le Basi militari, le esercitazioni, e, anche per questo, taglio dei fondi per la sanità, la scuola, il lavoro, insieme ad un’impennata del carovita, aumento impossibile di bollette, benzina, ecc. 

Anche nel nostro paese ci sono due fronti: da un lato l’imperialismo italiano, il governo, lo Stato, tutti i capitalisti, dall’altro i proletari e le masse popolari. 

Anche qui dobbiamo attrezzarci, organizzativamente, politicamente, in modo militante e combattivo per la guerra di classe, per la rivoluzione socialista che metta fine a questo sistema putrido, alle guerre, alle oppressioni, per una vera pace, libertà, vita, per un nuovo mondo.

4) Ma questo richiede una lotta ferma, determinata, continua contro l’opportunismo, contro la falsa sinistra, parlamentarista elettoralista, contro il pacifismo della piccola borghesia che mette a posto la propria coscienza ma di fatto diventa compartecipe di questa guerra, è un ostacolo a fermare la guerra.

I proletari non si possono schierare con uno o l’altro dei rappresentanti politici di questo sistema, che sulla pelle nostra e dei proletari e popolo ucraino giocano a farsi propaganda, a cambiare all’occorrenza vestito, ma sempre e solo per i loro sporchi interessi di potere.

Ma devono liberarsi anche di coloro che dicono di parlare a loro nome, di fare i loro interessi, dei Landini di turno. 

Per fare questo devono unirsi, costruire le proprie organizzazioni, i propri strumenti di lotta che la storia della guerra di classe, della lotta proletaria ci ha insegnato, per il potere proletario, per governi e fabbriche in mano agli operai. Serve il sindacato di classe ma serve soprattutto il Partito della classe operaia, il Partito comunista di tipo nuovo, per affermare e praticare autonomamente l’ideologia, la politica, l’azione combattente, per prendere nelle proprie mani le battaglie di tutte le masse oppresse e sfruttate, per assumersi la responsabilità di unire e dirigere un fronte di massa, verso la prospettiva della rivoluzione socialista.               

  L'attuale fase della guerra in Ucraina e i compiti dei comunisti

La guerra interimperialista innescata dall’invasione dell’imperialismo russo dell’Ucraina si prolunga e attraversa una fase di transizione. La nuova fase è quella in cui si marcia verso lo scontro diretto tra imperialismo Usa, supportato da Gran Bretagna, Italia e dai paesi imperialisti europei maggiori, e l’imperialismo russo, alleato ma non supportato dalla Cina imperialista e da alcuni paesi oscillanti sia dell’Asia che dell’Europa.La controffensiva ucraina ha avuto successo e ha recuperato in poche settimane parte del terreno finora controllato dalla Russia.

Come gli analisti più attenti e meno al servizio del governo Usa dicono, questo è dovuto sostanzialmente a due fattori: i massicci armamenti di ogni genere e tipo arrivati in Ucraina ad opera dell’imperialismo Usa, degli inglesi e in misura minore degli altri paesi imperialisti europei, il ruolo sempre più preponderante della Nato che non si limita a supportare l’Ucraina e il suo regime puntello ma a dirigere, addestrare e organizzare l’esercito reazionario ucraino che agisce già come se fosse parte integrante della Nato, nonostante la sua adesione non sia stata neanche legalmente presa in considerazione.

Ma l’altro fattore che ha favorito l’attuale fase di “arretramento” dell’imperialismo russo è il non avere quest’ultimo nessun appoggio dalla popolazione ucraina, se non naturalmente in parti rilevanti nei territori del Donbass.

Un esercito imperialista come quello russo, diretto dall’oligarchia e dal sistema di potere di Putin non è in grado di ottenere l’appoggio e la neutralità delle masse ucraine, che pur non

essendo i protagonisti effettivi della resistenza, tuttora diretta, egemonizzata dalle forze reazionarie di Zelensky con all’interno la sua componente nazista, comunque non esprimono alcun appoggio all’invasione imperialista russa.

Questi fattori da un lato incoraggiano il proseguimento dell’offensiva Usa-Nato-Ucraina che può arrivare a toccare il territorio russo e che cerca pretesti per un intervento diretto della Nato; dall’altro alimenta la crisi dell’imperialismo russo, una crisi innanzitutto economica e di egemonia anche all’interno della stessa Russia, una crisi militare e una crisi diplomatica internazionale che si manifesta nel raffreddamento del sostegno cinese e nella riduzione della tiepida neutralità di alcuni paesi altrettanto decisivi nel sistema imperialista mondiale e negli assetti geostrategici che fanno da sfondo alla contesa inter imperialista per una nuova ripartizione del mondo e un controllo egemonico delle fonti di energia e di materie prime, e parliamo di paesi come India, di paesi dell’Asia e di paesi ambigui per propri interessi quali la Turchia.

A questa fase di crisi dell’imperialismo russo, il regime reazionario di Putin reagisce con la coscrizione di massa, lo scaricamento delle spese di guerra sulle masse russe, la dura repressione delle forze che all’interno del paese sono per la pace, e con un referendum di annessione contrario al principio di autodeterminazione delle nazioni delle regioni del Donbass. Nello stesso tempo, finora non ha pagato l’uso dell’arma del gas e del petrolio e i riferimenti al possibile uso del nucleare.

Sul primo punto, il gas, ciò ha spinto i paesi imperialisti europei e i paesi dipendenti a unirsi per fronteggiare insieme la crisi, ha indebolito la posizione tiepida di appoggio alla guerra e le critiche all’imperialismo Usa come guerrafondaio che sono presenti anche nelle classi dominanti dei paesi imperialisti europei e ha offerto su un piatto d’argento un argomento utile alla campagna propagandista verso le masse della guerra a causa dello scaricamento della crisi energetica sulle masse proletarie e popolari dei paesi imperialisti e delle nazioni oppresse, la cui dipendenza è ancora maggiore.

D’altra parte l’arrogante idea dell’imperialismo russo di sostituire le forniture di gas verso i paesi europei con l’ampliamento del mercato India, Cina, ecc., non è sufficiente a contenere la crisi economica da sanzioni all’interno della Russia. L’agitazione della minaccia nucleare inoltre è fatta in maniera assolutamente rozza, oltre che obiettivamente impraticabile ai fini della guerra in Ucraina e ha dimostrato non tanto la forza dell’imperialismo russo ma la sua sostanziale debolezza.

I comunisti e il movimento proletario e popolare a livello mondiale e all’interno dei diversi paesi hanno bisogno in questa fase di riaffermare chiaro la loro linea strategica e di adeguare la loro tattica e sviluppo della lotta, tenendo conto della guerra in corso e tenendo conto della psicologia e dei sentimenti comuni delle masse.

Ribadiamo che siamo di fronte ad una guerra inter imperialista, la cui punta di diamante è rappresentata dall’imperialismo Usa e da tutti i paesi imperialisti ad esso alleati.

L’Ucraina è un terreno di questa guerra inter imperialista. Il regime della borghesia ucraina guidato da Zelensky è pedina e parte dell’azione dell’imperialismo a guida Usa.

La violazione del diritto internazionale e del principio dell’autodeterminazione delle nazioni messa in opera con l’invasione russa è condizionata e determinata dall’asservimento del regime ucraino alla campagna guerrafondaia e allo schieramento dell’imperialismo a guida Usa.

In una guerra interimperialista i comunisti, i proletari e le masse popolari si schierano contro ogni imperialismo e concentrano la loro azione contro il proprio imperialismo.

I comunisti e il movimento proletario e popolare sono internazionalisti e praticano l’internazionalismo sostenendo e unendo tutte le forze comuniste, proletarie, popolari e progressiste che lottano in ciascun paese contro ogni imperialismo e contro il proprio governo.

Rispetto all’Ucraina, sosteniamo ogni forma di resistenza che abbia come obbiettivo l’invasione russa, il regime Zelensky e l’imperialismo Usa/Nato.

Oggi è necessario smascherare nel nostro paese le ragioni dell’imperialismo Usa/Nato/UE/Italia.

E’ necessario spiegare e denunciare l’azione attuale dell’imperialismo russo. 

Solidarizzare con le forze che all’interno dello Stato russo si oppongono alla guerra.

Nello stesso tempo nessuna copertura può essere data all’ideologia e alla linea della Russia di Putin, così come siamo per l’autodeterminazione delle aree del Donbass; consideriamo il regime di Zelensky loro nemico principale, ma siamo contrari all’annessione e al referendum sotto occupazione militare russa.

Sul fronte dell’opposizione interna va sviluppata ogni lotta che indebolisca l’azione e il ruolo del nostro imperialismo sul piano militare, economico e culturale. Azione imperialista che si muove lungo l’asse Draghi-Meloni e che da al nostro imperialismo un ruolo di prima fila, con l’aumento delle spese militari, l’uso delle forze armate, dei soldati e delle Basi Usa, non solo nel teatro contiguo all’Ucraina ma in tutti i paesi dell’Est Europa e del Mediterraneo.

Proletari comunisti – PCm Italia

26 settembre 2022

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