venerdì 21 ottobre 2022

pc 21 ottobre - PRESIDIO DAVANTI ALLA SEDE DELLA LEONARDO SPA IN PIAZZA MONTE GRAPPA (ROMA) SABATO 29 OTTOBRE ALLE ORE 10,30


Con l’intensificazione delle azioni di Resistenza in Cisgiordania e le mobilitazioni nei

Territori Occupati del 1948, aumentano le campagne di arresti nei confronti di chi resiste;

nelle ultime settimane sono stati decine i palestinesi arrestati dall’esercito sionista e dai

servizi di sicurezza della cosiddetta “autorità palestinese”.

Inoltre, dal 25 settembre fino al 13 ottobre, trenta prigionieri politici palestinesi

appartenenti al Fronte Popolare di Liberazione della Palestina, rinchiusi nelle carceri

sioniste in regime di detenzione amministrativa, hanno lanciato uno sciopero della fame

contro tale pratica e contro le politiche di repressione da parte dell’amministrazione

carceraria. Nonostante il cedimento delle autorità sioniste alle istanze dei prigionieri, la

lotta contro la detenzione amministrativa va avanti.

In questo contesto le autorità italiane continuano non solamente a tacere ma anche ad

essere complici; è di poche settimane fa la notizia che la Leonardo SPA - il cui principale

azionista è lo Stato italiano tramite il MEF e di cui l’attuale Presidente è l’ex Direttore dei

Servizi Segreti (AISE) - ha intensificato la collaborazione con l’Occupazione sionista

tramite l’acquisizione, in cambio di azioni, dell’israeliana RADA Electronic Industries, che

fornisce radar tattici e software utilizzati e sperimentati sulla popolazione palestinese.

Il famigerato curriculum del Presidente della Leonardo, anche membro del Consiglio

Direttivo e della Giunta dell’Associazione delle Società Italiane per Azioni, del Board del

Consiglio per le Relazioni Italia - Stati Uniti, rappresenta una “garanzia” del ruolo centrale

che la controllata di Stato svolge nell’apparato militare-industriale italiano e della sua

proiezione internazionale guerrafondaia.

Una politica tanto più marcata in questo momento di allargamento della guerra

imperialista, con l’obiettivo dell’estrazione di profitti aggiuntivi e lo sgravio dei suoi costi

sulle classi subordinate.

Infatti a pagare i costi e le conseguenze di questa politica guerrafondaia, di cui lo Stato

italiano è complice, sono le proletarie e i proletari, obbligati a subire ulteriori tagli al

salario diretto e indiretto, a dover affrontare una inflazione galoppante che travasa

ricchezza dalle classi povere a quelle proprietarie, imponendo alle prime un inverno al

freddo e al buio, in nome di una criminale politica bellicista, il cui unico scopo è la difesa

degli interessi dei padroni statunitensi, sionisti e della NATO.


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