Comunicato sulla Manifestazione a
Catania contro il G20 – 22 giugno 2021
Sotto un caldo torrido ieri a
Catania un migliaio di manifestanti, militanti di diverse organizzazioni
sindacali di base e politiche, hanno sfilato per le vie centrali della città
sventolando le proprie bandiere e gridando i loro slogan contro i padroni del
mondo raccolti nel G20, che si teneva in un monastero, in questo caso contro la
sessione riguardante il lavoro e l’istruzione.
“Per Adil, bandiere rosse al
vento, uccidono un compagno ne nascono altri cento” questo è stato il primo
slogan da noi lanciato e ripreso da tutti man mano che si arrivava, e ancora
mentre si era sotto i portici in attesa della partenza, e poi durante tutto il
corteo!
Buona diffusione del volantino
slai cobas sc e del comunicato/appello di proletari comunisti mentre le
compagne hanno distribuito il foglio dell’assemblea nazionale donne/lavoratrici
e l’opuscolo sullo smart/working che hanno suscitato interesse e apprezzamento.
Un corteo che è partito come
previsto dopo essersi raccolto in piazza della Repubblica e che la polizia ha
provato inizialmente ad ostacolare con alcune scuse ridicole tipo la questione
dell’amplificatore.
Un corteo vivace e combattivo con
molti giovani presenti e tantissime bandiere rosse che per tutto il corteo
hanno salutato Adil, l’operaio e sindacalista ucciso davanti ai cancelli della
Lidl venerdì scorso. Oltre a quelli per Adil, lungo tutto il corteo che ha
attraversato quartieri centrali di Catania si sono sentiti slogan contro la
repressione, contro la disoccupazione, cori antimilitaristi, antirazzisti e
antifascisti; contro la mancanza totale di servizi nei quartieri popolari
mentre diverse persone lungo i marciapiedi prendevano i volantini.
Lo spezzone della delegazione
dello Slai cobas per il sindacato di classe, è stato particolarmente combattivo
e vivace con le lavoratrici in prima linea insieme alle compagne Mfpr che hanno
intonato diversi slogan sulla necessaria battaglia delle donne e per le donne, per
tutta la durata della manifestazione, slogan raccolti e rilanciati da altre
donne e da spezzoni di corteo come “contro lo stato del capitale, lotta di
classe, guerra popolare”…
A metà percorso anche un
intervento in marcia al megafono per denunciare le politiche del G20 in materia
di lavoro e istruzione… che ha cominciato, a proposito di lavoro, parlando
della vertenza specifica delle lavoratici di Palermo e della Sicilia e della
repressione che stanno subendo, in quanto processati per avere lottato in difesa
del loro lavoro.
La manifestazione è stata di
fatto un fastidioso disturbo per la quiete dei partecipanti al G20 e i loro
lecchini locali, e proprio per questo lo schieramento di polizia era veramente
spropositato, la polizia e gli apparati di “sicurezza” dello stato dimostrano
costantemente di vivere un una condizione di perenne paranoia.
Il corteo si è concluso ad alcune
centinaia di metri dal Monastero dei Benedettini dove sono continuati gli
interventi di denuncia al megafono e dove è stato bruciato il simbolo del G20 davanti
allo sbarramento della polizia fatto da transenne, mezzi blindati e poliziotti
in tenuta antisommossa e che hanno ripreso i manifestanti da tutte le
angolazioni, compreso dall’elicottero che ha sorvolato costantemente la
manifestazione.
Una tappa di lotta che ha “unito lavoratori,
studenti, donne, attivisti, compagni” è stato detto in diversi interventi, ma è
chiaro che dinnanzi agli attacchi sempre più pesanti che i padroni del mondo al
potere si preparano a continuare a sferrare contro i proletari e le masse
popolari deve necessariamente crescere ed avanzare il percorso di unità e
organizzazione della lotta a 360 gradi contro questo sistema che è la causa di
sfruttamento, oppressione, miseria, guerra, repressione…
Il quotidiano La Sicilia di Catania di ieri, dopo aver ricordato la “presenza femminile” nel corteo ha riportato alcuni nostri striscioni e parole d’ordine: “Tre milioni di donne vivono in povertà assoluta. Parlano di lavoro agile, ma per chi? – si chiede Desiree della piattaforma Lavoratrici precarie disoccupate – Nell’era dello smart working, ci prepariamo allo ‘smart fighting’. Ci battiamo per pari salario e pari lavoro.”
“Più ‘attuali’ alcuni striscioni
portati da ragazzi nella fascia di età 20-40 anni… ‘contro la repressione delle
lotte, licenziamenti, sfruttamento, oppressione. Per Adil, Luana, le nostre
sorelle uccise, lottiamo. Spezziamo le doppie catene… tutta la vita deve
cambiare’”
“Ma ci sono anche gli assistenti precari/precarie aderenti a Slai Cobas sc di Palermo. ‘23 giugno, di nuovo sotto processo i precari assistenti servizi scolastici di Palermo. Per la lotta, in difesa del posto di lavoro ci licenziano e ci processano, ma non sarà la repressione dei palazzi del potere a fermare la nostra lotta!’”
Le dichiarazioni finali al G20 del
ministro del Lavoro Orlando riportate oggi dal Sole 24 Ore confermano ciò che
abbiamo scritto nell’appello, perché le parole usate sono le stesse dei documenti
presentati a questo G20... e
tutte queste chiacchiere servono solo per dire che i lavoratori e le
lavoratrici si devono adattare ai mutamenti in corso, e che tutto questo
di sicuro “aumenta la produttività sul lavoro”… tutti i lunghi giri di
parole sulle politiche sul lavoro da applicare servono per maggiore
produttività, maggiore sfruttamento, maggiori profitti per i padroni!
“Orlando è intervenuto al termine
del G20 dei ministri del Lavoro a Catania che nella dichiarazione finale si
sono detti d’accordo sul superamento delle disparità di genere nel mercato del
lavoro, sul necessario adattamento dei sistemi di protezione sociale ai
cambiamenti in atto, e sulla regolamentazione dei lavori eseguiti con strumenti
tecnologici come lo smart working o tramite le piattaforme digitali, obiettivi
che la presidenza italiana ha messo al centro del summit.
“L’emergenza Covid ha evidenziato i limiti dell’attuale rete di protezione sociale soprattutto pe la platea di lavoratori a termine, autonomi a basso reddito, lavoratori informali e migranti. I ministri del lavoro concordano sulla necessità di ampliare la copertura dei sistemi contributivi e di rafforzare il sistema di tutele di base, per ridurre le disuguaglianze e rafforzare la coesione sociale.” (Sole24Ore 24 giugno ’21)
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