giovedì 24 giugno 2021

pc 24 giugno – Sulla manifestazione contro il G20 a Catania, comunicato, stampa locale e dichiarazioni del ministro Orlando

Comunicato sulla Manifestazione a Catania contro il G20 – 22 giugno 2021

Sotto un caldo torrido ieri a Catania un migliaio di manifestanti, militanti di diverse organizzazioni sindacali di base e politiche, hanno sfilato per le vie centrali della città sventolando le proprie bandiere e gridando i loro slogan contro i padroni del mondo raccolti nel G20, che si teneva in un monastero, in questo caso contro la sessione riguardante il lavoro e l’istruzione.

“Per Adil, bandiere rosse al vento, uccidono un compagno ne nascono altri cento” questo è stato il primo slogan da noi lanciato e ripreso da tutti man mano che si arrivava, e ancora mentre si era sotto i portici in attesa della partenza, e poi durante tutto il corteo!

Buona diffusione del volantino slai cobas sc e del comunicato/appello di proletari comunisti mentre le compagne hanno distribuito il foglio dell’assemblea nazionale donne/lavoratrici e l’opuscolo sullo smart/working che hanno suscitato interesse e apprezzamento.

Un corteo che è partito come previsto dopo essersi raccolto in piazza della Repubblica e che la polizia ha provato inizialmente ad ostacolare con alcune scuse ridicole tipo la questione dell’amplificatore.

Un corteo vivace e combattivo con molti giovani presenti e tantissime bandiere rosse che per tutto il corteo hanno salutato Adil, l’operaio e sindacalista ucciso davanti ai cancelli della Lidl venerdì scorso. Oltre a quelli per Adil, lungo tutto il corteo che ha attraversato quartieri centrali di Catania si sono sentiti slogan contro la repressione, contro la disoccupazione, cori antimilitaristi, antirazzisti e antifascisti; contro la mancanza totale di servizi nei quartieri popolari mentre diverse persone lungo i marciapiedi prendevano i volantini.

Lo spezzone della delegazione dello Slai cobas per il sindacato di classe, è stato particolarmente combattivo e vivace con le lavoratrici in prima linea insieme alle compagne Mfpr che hanno intonato diversi slogan sulla necessaria battaglia delle donne e per le donne, per tutta la durata della manifestazione, slogan raccolti e rilanciati da altre donne e da spezzoni di corteo come “contro lo stato del capitale, lotta di classe, guerra popolare”…

A metà percorso anche un intervento in marcia al megafono per denunciare le politiche del G20 in materia di lavoro e istruzione… che ha cominciato, a proposito di lavoro, parlando della vertenza specifica delle lavoratici di Palermo e della Sicilia e della repressione che stanno subendo, in quanto processati per avere lottato in difesa del loro lavoro.

La manifestazione è stata di fatto un fastidioso disturbo per la quiete dei partecipanti al G20 e i loro lecchini locali, e proprio per questo lo schieramento di polizia era veramente spropositato, la polizia e gli apparati di “sicurezza” dello stato dimostrano costantemente di vivere un una condizione di perenne paranoia.

Il corteo si è concluso ad alcune centinaia di metri dal Monastero dei Benedettini dove sono continuati gli interventi di denuncia al megafono e dove è stato bruciato il simbolo del G20 davanti allo sbarramento della polizia fatto da transenne, mezzi blindati e poliziotti in tenuta antisommossa e che hanno ripreso i manifestanti da tutte le angolazioni, compreso dall’elicottero che ha sorvolato costantemente la manifestazione.

Una tappa di lotta che ha “unito lavoratori, studenti, donne, attivisti, compagni” è stato detto in diversi interventi, ma è chiaro che dinnanzi agli attacchi sempre più pesanti che i padroni del mondo al potere si preparano a continuare a sferrare contro i proletari e le masse popolari deve necessariamente crescere ed avanzare il percorso di unità e organizzazione della lotta a 360 gradi contro questo sistema che è la causa di sfruttamento, oppressione, miseria, guerra, repressione…

Il quotidiano La Sicilia di Catania di ieri, dopo aver ricordato la “presenza femminile” nel corteo ha riportato alcuni nostri striscioni e parole d’ordine: “Tre milioni di donne vivono in povertà assoluta. Parlano di lavoro agile, ma per chi? – si chiede Desiree della piattaforma Lavoratrici precarie disoccupate – Nell’era dello smart working, ci prepariamo allo ‘smart fighting’. Ci battiamo per pari salario e pari lavoro.”

“Più ‘attuali’ alcuni striscioni portati da ragazzi nella fascia di età 20-40 anni… ‘contro la repressione delle lotte, licenziamenti, sfruttamento, oppressione. Per Adil, Luana, le nostre sorelle uccise, lottiamo. Spezziamo le doppie catene… tutta la vita deve cambiare’”

“Ma ci sono anche gli assistenti precari/precarie aderenti a Slai Cobas sc di Palermo. ‘23 giugno, di nuovo sotto processo i precari assistenti servizi scolastici di Palermo. Per la lotta, in difesa del posto di lavoro ci licenziano e ci processano, ma non sarà la repressione dei palazzi del potere a fermare la nostra lotta!’”

Le dichiarazioni finali al G20 del ministro del Lavoro Orlando riportate oggi dal Sole 24 Ore confermano ciò che abbiamo scritto nell’appello, perché le parole usate sono le stesse dei documenti presentati a questo G20...  e tutte queste chiacchiere servono solo per dire che i lavoratori e le lavoratrici si devono adattare ai mutamenti in corso, e che tutto questo di sicuro “aumenta la produttività sul lavoro”… tutti i lunghi giri di parole sulle politiche sul lavoro da applicare servono per  maggiore produttività, maggiore sfruttamento, maggiori profitti per i padroni!

“Orlando è intervenuto al termine del G20 dei ministri del Lavoro a Catania che nella dichiarazione finale si sono detti d’accordo sul superamento delle disparità di genere nel mercato del lavoro, sul necessario adattamento dei sistemi di protezione sociale ai cambiamenti in atto, e sulla regolamentazione dei lavori eseguiti con strumenti tecnologici come lo smart working o tramite le piattaforme digitali, obiettivi che la presidenza italiana ha messo al centro del summit.

“L’emergenza Covid ha evidenziato i limiti dell’attuale rete di protezione sociale soprattutto pe la platea di lavoratori a termine, autonomi a basso reddito, lavoratori informali e migranti. I ministri del lavoro concordano sulla necessità di ampliare la copertura dei sistemi contributivi e di rafforzare il sistema di tutele di base, per ridurre le disuguaglianze e rafforzare la coesione sociale.” (Sole24Ore 24 giugno ’21)

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