Con i portuali di Ravenna che si rifiutano di caricare armi
per Israele. Mai complici!
Con l’occupazione e l’attacco militare alla moschea di Al-Aqsa nella Città Vecchia di Gerusalemme e con la repressione violenta dei palestinesi che si sono opposti alla deportazione forzata di famiglie a Sheikh Jarrah a Gerusalemme est, lo Stato d’Israele ha innescato l’incendio di una nuova rivolta nelle terre palestinesi.
Il 18 maggio vi è stato uno storico sciopero generale palestinese, su tutto il territorio della Palestina “dal fiume al mare”, hanno incrociato le braccia. Anche L’Autorità Nazionale Palestinese ha aderito (e non indetto, è bene sottolinearlo) allo sciopero. Uno sciopero di tale portata non si vedeva in Palestina da quasi un secolo.
Le classi lavoratrici e le masse popolari di tutta la Palestina stanno scrivendo una nuova pagina, scavalcando l’immobilismo di Fatah e “arricchendo l’arsenale della Resistenza”.
Gli imperialisti coprono al solito Israele e i suoi crimini quando parlano di equidistanza tra occupanti e
oppressi, oppure del “diritto all’autodifesa” di Israele.L’Italia imperialista con il ministro Di Maio ha dichiarato: ”L’Italia esprime profonda preoccupazione per l’escalation delle tensioni e delle violenze che si stanno verificando in particolare a Gerusalemme Est. Ci appelliamo a tutte le parti affinché esercitino la massima moderazione”.
Vergognosa è stata l’ammucchiata di tutti i partiti, da Letta a Salvini, in solidarietà di Israele, mentre bambini e donne, giovani morivano sotto le bombe sioniste. Intensifichiamo la denuncia e le manifestazioni, colpiamo i simboli del sionismo e dell’imperialismo complice in tutte le forme nel nostro paese.
All’interno di tutti i paesi imperialisti si sta sviluppando una grande ondata di solidarietà con la lotta del popolo palestinese. Manifestazioni che vedono una crescente partecipazione della gioventù palestinese e araba presente in essi. Questo nuovo scenario sta creando le condizioni all’interno della Palestina perchè emerga una nuova direzione. Così come nei paesi imperialisti il sostegno alla resistenza palestinese è sempre più parte integrante della lotta di classe.
Il boicottaggio dei portuali di armi e prodotti israeliani si estende nel mondo - da Livorno a Barcellona al Sud Africa! Nei porti italiani si estende il rifiuto dei lavoratori di caricare armi destinate ad Israele: anche a Ravenna ci sarà sciopero
Dopo i portuali di Genova, Livorno e Napoli, anche i portuali di Ravenna si rifiutano di caricare armi dirette ad Israele. I confederali hanno proclamato lo stato d'agitazione al Porto di Ravenna ed è una decisione che condividiamo. Ma è necessario fare chiarezza e non seminare confusione tra i lavoratori: le ragioni dei lavoratori non possono basarsi su una linea di equidistanza tra Israele e Palestina (tra l'occupante israeliano e la resistenza popolare e armata palestinese), su di un vuoto pacifismo, per una "pace" generica, ipocrita, parola abusata dai governi imperialisti e da quelli reazionari per coprire l'apartheid e l'occupazione delle terre palestinesi dello stato nazisionista d'Israele. Una linea che danneggia anche la solidarietà con il popolo palestinese e i movimenti che sono scesi in strada in solidarietà con i palestinesi lo hanno dimostrato chiaramente.
Come Slai Cobas psc di Ravenna esprimiamo tutta la nostra solidarietà alla resistenza popolare e armata delle masse palestinesi e denunciamo il ruolo dell'Italia imperialista che esporta armi ad Israele e lo sostiene politicamente; così come il ruolo dei partiti in Parlamento, dal PD alla Lega e FdI, che si sono espressi per "il diritto all'autodifesa di Israele" che ha già ucciso 230 civili di cui 65 sono bambini; e per denunciare anche i media asserviti che portano avanti le menzogne sioniste a copertura dei crimini israeliani.
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