lunedì 24 maggio 2021

pc 24 maggio - Il nuovo infame accordo neocoloniale Italia/Tunisia - denuncia e mobilitazione antimperialista e internazionalista

Lamorgese a Tunisi il ritorno… più rimpatri all’orizzonte e soldi alla guardia costiera tunisina

“La stabilità della Tunisia significa stabilità per l’Italia” questo lo slogan sfoderato dalla Lamorgese nuovamente a Tunisi dopo meno di un anno dalla precedente visita in cui ha incontrato, insieme alla commissaria europea per gli affari interni Yilva Johansson, nuovamente il presidente della repubblica Kais Saied ed il primo ministro nonchè ministro degli interni ad interim Hichem Mechichi.

Recentemente il primo ministro Mechichi aveva dichiarato la sua contrarietà all’ennesima proposta europea di aprire centri di detenzione per migranti in territorio tunisino.

Anche stavolta dietro alle dichiarazioni di rito quali “approccio globale alla migrazione”, “sviluppo

solidale” e così via le principali decisioni prese in questo incontro confermano invece l’approccio securitario e repressivo:

  • ulteriori finanziamenti italiani ed europei alla Guardia Costiera tunisina, “premiata” per la propria efficienza nel blocco di barche e barchini nelle ultime settimane
  • promessa da parte del governo tunisino rimpatri più facili, saranno snellite le pratiche burocratiche per i rimpatri compresi quelli dei minori in violazioni delle diritto internazionale. La decisione dovrebbe essere ufficializzata a fine anno.
  • contatto diretto tra guardia costiera tunisina e italiana, al fine di facilitare quest’ultima nel bloccare prontamente le imbarcazioni provenienti dalla Tunisia non appena uscite dalle acque territoriali tunisine (anche in qui in spregio al diritto internazionale).

Evidentemente l’Italia è l’UE avrebbero voluto ottenere molto di più, ma la crisi istituzionale e di governo in Tunisia scaturita dalla contrapposizione tra Saied, che blocca da mesi il rimpasto di governo e la legge sulla nomina dei membri della Corte Costituzionale, e Mechichi pesa sull’agibilità di quest’ultimo che prende tempo.

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