Il dato più consistente è quello relativo agli operai, 44%, mentre i contadini raggiungono il 8% e gli artigiani il 6%.
Tali cifre andrebbero ulteriormente disaggregate, per analizzare la composizione sociale delle singole brigate, onde mettere in evidenza la natura spiccatamente proletaria di talune formazioni come le Garibaldi (in particolar modo la 53°, stanziata nella zona di Lovere, o la 171°, che agisce nella zona di Dalmine). Tratto da indagine SPI
La 53a, assieme alla Brigata G.L. “Gabriele Camozzi” della Val Seriana, rispetto alla quale presenta però una storia più completa e organica anche per la continuità del comando, tenuto fino dalle origini da Giovanni Brasi “Montagna”, fu la più importante, sotto il profilo militare, della provincia.
Le vicende della formazione, a partire dalle origini, vanno collegate alle caratteristiche dell’ambiente sociale e dell’antifascismo loverese. La forte concentrazione operaia dell’Ilva ne e l’elemento centrale, come già lo era stato prima dell’avvento del fascismo, contro cui la “Lovere Proletaria” si era battuta duramente.
Nell’ambiente operaio trova terreno d’elezione l’organizzazione clandestina del Pci, soprattutto a partire dal ’43, mentre debole rilievo hanno le altre componenti dell’antifascismo. Decisivo anche il ruolo del comandante, Giovanni Brasi, comunista, che si era formato politicamente a contatto con gli esponenti socialisti fin dalle lotte del primo dopoguerra e dall’occupazione della Franchi-Gregorini. Brasi, pur avendo conosciuto a lungo la realtà dell’emigrazione in Francia, era rimasto strettamente legato all’ambiente loverese e ciò, in un certo senso, si riflette anche sull’organizzazione futura della formazione, in cui Brasi privilegia, non senza contrasti con i comandi superiori delle Garibaldi, l’elemento locale, la compattezza e la preparazione dei “suoi” uomini rispetto alle possibilità di espansione.
In secondo luogo, la scelta della lotta armata compiuta da Brasi all’8 settembre e da un piccolo gruppo di ex alpini e operai, va inquadrata nelle vivaci e abbastanza singolari vicende dell’antifascismo loverese, a partire soprattutto dai 45 giorni.
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