martedì 27 aprile 2021

pc 27 aprile - SULLA MANIFESTAZIONE DI PRATO - Dai compagni e compagne dello Slai cobas sc che hanno partecipato

Intervento di un operaio della Maschio Slai cobas 

Una manifestazione in cui la solidarietà è stata palpabile. La scalinata, riconquistata dopo un iniziale divieto della Questura, era usata come palco. 
Il grosso della partecipazione era di delegazioni di lavoratori Si.cobas provenienti da diverse città: Milano, Bologna, Roma, Napoli soprattutto disoccupati, Piacenza, Modena, Firenze e Toscana, Genova, e di solidali soprattutto giovani, presenti aree di supporto, in particolare numerosa la delegazione dei giovani Fgc, e presenze minori di potere al popolo, proletari comunisti e altri.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe ha partecipato con delegazioni di operai in lotta delle fabbriche Maschio, Gaser, con lo striscione "Da Prato a Ilva fascismo padronale non passerà".

Una compagna sintetizzava al microfono la vertenza Texprint, via via che arrivavano i pullman e la piazza ha cominciato a riempirsi. 

Dopo un pò si è dato inizio agli interventi che sono stati tutti di denuncia dello sfruttamento e a sostegno della lotta. 

Gli operai della Texprint hanno denunciato le bestiali condizioni di lavoro come schiavi, la connivenza tra istituzioni e padroni: "a noi hanno dato le multe a loro per anni di sfruttamento lavoro nero niente", la volontà di lottare per sè e per tutti i lavoratori del distretto, chiamando tutti i pratesi ad unirsi, con appello alla comunità immigrata a non essere sempre schiavi, alle forze dell’ordine hanno detto ‘abbiamo mandato fuori la paura’.
Hanno anche detto che benchè tutti questi mesi li hanno un po' sfiancati, vedere "tutta questa gente ci dà forza e ci rinvigorisce, noi abbiamo impugnato i nostri licenziamenti, ma la lotta con il presidio permanente è un modo per testimoniare fin dove arriva l'arroganza del potere, anche perché non possiamo aspettare una soluzione che sia solo legale, gli attacchi che subiamo sono continui".
Hanno poi parlato Arafat che ha portato anche la solidarietà a Giovanna e ai No Tav e ha parlato della necessità di rovesciare questo sistema capitalista e imperialista con la lotta unitaria e rivoluzionaria; poi rappresentanti e delegate del Si.cobas, yooks, polo logistico, ecc., con accenni alle loro lotte e a non mollare, Papis dicendo che bisogna far convergere le forze contro il capitalismo.

Poi sono intervenuti i delegati Slai cobas per il sindacato di classe delle fabbriche in lotta di Maschio e Gaser. Portando la solidarietà con la lotta Texprint, hanno parlato delle loro lotte in fabbrica come parte della stessa lotta di classe, e quindi l'appello a unire le lotte. Il delegato Gaser ha chiesto un minuto per gli immigrati morti in mare il giorno prima.

Poco dopo vi è stato lo spostamento del presidio alla fabbrica, deciso rapidamente alla notizia dell’aggressione con l’acido ad un lavoratore del picchetto alla fabbrica, a questo punto tutto è stato un pò confuso e approssimativo, con scarsa comunicazione col resto dei partecipanti, per capire come andare verso l'entrata della Texprint.

Il carattere della manifestazione è stato giustamente di raccolta/sostegno intorno alla lotta/resistenza dei lavoratori della Texprint che in questi due mesi hanno portato avanti tutte le iniziative possibili nella normale lotta sindacale. 
Ma essa è stata gestita da parte del Si.cobas come chiamata intorno al si.cobas, autoreferenziale; questo è apparso anche nella gestione degli interventi, in cui si è dovuto pure questionare per poter fare intervenire i due operai dello Slai cobas sc della Maschio e Gaser, 
Ora a fronte dell'azione padronale anche con uso della criminalità (la questione dell'acido alla fine è esemplare del clima e dell'arroganza padronale), serve alzare il livello della lotta stile guerra di classe e non il richiamo alla "democrazia", come è stato detto sia da alcune realtà che supportano la lotta a Prato sia dall'intervento di un ex delegato CGIL del tessile che lo ha più volte ribadito, tra qualche giusta opposizione dalla piazza, dicendo in riferimento agli anni passati "che la città ha saputo sempre  lottare in modo democratico e civile... non si può essere contro le istituzioni, contro la democrazia... bisogna dialogare... la democrazia è fatta di diversità...".
Nella manifestazione è stata presente una delegazione di lavoratrici, compagne dell'Assemblea donne/lavoratrici, arrivate dalle diverse città (Milano, Bologna, L'Aquila). Hanno affisso lo striscione "Contro sfruttamento e repressione Donne in lotta per la rivoluzione Tutta la vita deve cambiare" sul muro della gradinata del castello, e distribuito il foglio, preso con interesse soprattutto da giovani e immigrate. Purtroppo la presenza delle donne non era numerosa, ma le lavoratrici hanno molto apprezzato il foglio e questo ha permesso di parlare con loro del lavoro dell'assemblea delle donne, in questo modo chi ha accettato di prenderlo ha voluto partecipare a questo  lavoro  raccontando un pezzo dei suoi disagi sul lavoro.
Una compagna si preparava ad intervenire in piazza quando è giunta però la notizia dell’acido buttato addosso al picchetto da uno dei padroni; dal palco si è invitati tutti a interrompere gli interventi e spostarsi alla Texprint. Ed a quel punto è stato davanti ai cancelli della Texprint che la compagna ha fatto l'intervento; alla fine più bello perchè proprio davanti al presidio dei lavoratori.

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