Avevano ragione a ribellarsi i detenuti!- Avevano ragione tutti coloro che li hanno sostenuti denunciando violenza e torture!
Governo/ministroBonafede/ Direzioni carcerarie siete voi i responsabili di tutto questo, così come dei 16 morti e feriti
Svuotare le carceri - combattere con iniziative di lotta prolungate il carcere tortura e il carcere assassino
il prossimo 19 giugno Soccorso Rosso Proletario porterà informazione, denuncia e solidarietà ovunque è possibile
La
procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ha iscritto nel registro
degli indagati 44 agenti della polizia penitenziaria in servizio nel
carcere in una inchiesta avviata dopo presunte violenze all’interno dell’istituto di pena durante le rivolte nel periodo del Covid 19.
Tra gli atti presentati dal garante in Procura c’è anche una telefonata tra un detenuto e un
componente della sua famiglia. Nel corso del colloquio, la parente cerca
di ottenere quante più informazioni possibili dall’uomo sui pestaggi.
«Erano le quattro e mezza, cinque, quando vi hanno picchiato», dice lei.
«Si» risponde il detenuto. «Vi hanno tagliato anche barba e capelli –
insiste lei – perché c’è
qualcuno che ha la testa rotta per le botte?». Ancora una volta l’uomo risponde affermativamente. «Hanno picchiato anche te?», insiste la donna. E di nuovo il detenuto: «Hanno picchiato tutti. E lo fanno tutti i giorni. Ci picchiano a turno. Ti acchiappano e ti incastrano in tre o quattro nella cella».
qualcuno che ha la testa rotta per le botte?». Ancora una volta l’uomo risponde affermativamente. «Hanno picchiato anche te?», insiste la donna. E di nuovo il detenuto: «Hanno picchiato tutti. E lo fanno tutti i giorni. Ci picchiano a turno. Ti acchiappano e ti incastrano in tre o quattro nella cella».
«Intendo
mantenere il più stretto riserbo sull’inchiesta in corso. Per quanto mi
riguarda posso dire che abbiamo lavorato con massima scrupolosità e nel
rispetto della nostra funzione di tutela e garanzia, segnalando alla
magistratura episodi e denunce su cui è necessario, a garanzia di tutti,
che si faccia chiarezza. Cio’ nell’ambito del ruolo istituzionale che
ricopro che mi impone di svolgere con terzietà e imparzialità la mia
funzione di Garante delle persone ristrette». Così il garante dei
detenuti della Regione Campania Samuele Ciambriello in merito
all’inchiesta aperta sui presunti pestaggi. «Chi ha operato
correttamente non ha nulla da temere, allo stesso tempo le carceri non
devono essere luoghi oscuri sottratti al controllo della giustizia.
Spetta alla magistratura, del cui lavoro abbiamo pieno rispetto,
verificare fatti e responsabilità. Più volte – prosegue Ciambriello – ho
manifestato apprezzamento per il lavoro svolto dagli agenti di polizia
penitenziaria e non ritengo che siano venuti meno gli elementi su cui ho
da sempre fondato il mio giudizio. Nell’interesse di tutti esprimo la
mia fiducia nell’operato della Magistratura e confido nell’accertamento
della verità, condizione essenziale per il rafforzamento della
giustizia».
da Osservatorio Repressione
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