sabato 13 giugno 2020

pc 13 giugno - Nuova montatura repressiva contro gli anarchici - denuncia e solidarietà

La criminalizzazione della pratica di lotta sociale e sul carcere definita "terrorismo"

Sette arresti tra Italia, Francia e Spagna: il gruppo aveva pianificato anche le manifestazioni davanti al carcere nel 2018
La Spezia - Era il 5 gennaio 2019 quando un gruppo di anarchici versò litri di vernice rossa nella fontana di piazza Garibaldi e sulle vetrine dei negozi in via Prione. Fu un’azione pianificata nei minimi dettagli: era giorno di saldi e alle 18 le vie del centro brulicavano di persone. Furono anche distribuiti volantini di protesta contro presunte violenze subite nel penitenziario di villa Andreino da Pierloreto Fallanca, detto Paska, in carcere per il pacco bomba lasciato a Capodanno 2017 davanti alla libreria Il Bargello, a Firenze, frequentata da esponenti di CasaPound. Prima ancora , 7 ottobre e
il 18 novembre 2018, furono organizzati cortei di fronte al carcere spezzino: «Paska libero, fuoco alle galere». Secondo la Procura di Roma e i carabinieri del Ros, dietro a raid e manifestazioni non autorizzate c’era una cellula terroristica, di matrice anarco-insurrezionalista, formata da cinque persone: Francesca Cerrone e Roberto Cropo sono stati arrestati in Spagna e Francia (è emerso che percepivano l’indennità di disoccupazione), mentre Flavia Di Giannatonio e Claudio Zaccone sono stati fermati in Italia. In cella è finito anche Nico Aurigemma, romano, identificato dopo il blitz in via Prione (non è contestato il reato associativo invece a Fallanca e a Daniele Cortelli che sono ai domiciliari). .....
I poliziotti spiegano che «il gruppo anarchico era composto da diciannove persone, tutte impegnate, con compiti diversi, a compiere le operazioni in argomento. Alcuni affiggevano volantini, altri li distribuivano, altri ancora li lanciavano in aria, qualcuno invece proteggeva la visuale di coloro che detenevano la vernice e la spargevano». Le intercettazioni telefoniche svelano che, subito dopo il raid, Roberto Cropo ricevette una telefonata da un militante che lo aggiornava sulle persone fermate. Cropo: «Quanti sono?». Militante: «Sono una decina, una quindicina, sono lì, li stanno fotosegnalando».
La prima azione 
Il giudice per le indagini preliminari Anna Maria Gavoni lo spiega in modo chiaro nell’ordinanza: «Il presidio non autorizzato del 7 ottobre 2018, davanti al carcere di La Spezia, nel quale alcuni militanti si presentavano con il volto travisato vergando scritte minatorie e dal contenuto istigatorio come “secondino muori”, poteva considerarsi una prima azione di quanto teorizzato nel documento “Dire e Sedire” che si concludeva con “vorremmo che questo incontro fosse un’occasione per rivendicare con forza le pratiche dirette contro lo Stato, le sue istituzioni, i suoi servi e contro le molteplici facce dell’oppressione”». I carabinieri identificarono circa venti persone, tra loro c’erano anche alcuni componenti della presunta cellula terroristica: Aurigemma, Zaccone, Cerrone, e Di Giannatonio.

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