di Federico Giusti
Compaiono e
spariscono per poi essere di nuovo inserite le risorse per incentivare la
sicurezza nelle imprese.
Dopo i tagli sono
insorti i sindacati e unanimi hanno chiesto al Governo di prevedere un apposito
capitolo nella Manovra economica per finanziare progetti in formazione e
sicurezza.
In Italia, al 21
Dicembre del 2018, i morti ufficiali sul lavoro sono ben 694 ma se includiamo
anche i decessi in itinere (nel tragitto tra casa e lavoro) arriviamo a quota
1400. Ogni fondo destinato alla sicurezza è ovviamente ben accetto, forse
bisognerebbe porsi alcune domande anche sull'utilizzo di questi soldi e sulla
efficacia di campagne e progetti, talvolta è innegabile che le informazioni
siano avulse dal lavoro vivo, operazioni di immagine ma con poca
sostanza.
Dal 2010 ad oggi le
aziende hanno ricevuto oltre 2 miliardi a fondo perduto, importante sarebbe
conoscere quali benefici ci sono stati nelle stesse imprese, se sono state
adottate buone e positive pratiche per lavorare in salute e sicurezza. Non
vogliamo criticare il bando Isi perchè tutti i soldi destinati a salute e
sicurezza sono ovviamente ben spesi ma qualche dubbio è opportuno averlo alla
luce dell'aumento delle morti, dell'elevato numero di infortuni e malattie
derivanti dal lavoro. Non sappiamo quale
sia poi il controllo effettuato sulle imprese, dopo avere approvato un progetto,
esiste una verifica della fase attuativa?
Quali sono allora i
progetti d’investimento e i modelli organizzativi adottati? E i progetti di
bonifica? Gli investimenti in tecnologie non inquinanti?
Sono domande semplici
alle quali rispondere e su cui riflettere perché ormai ci siamo assuefatti al
quotidiano bollettino di guerra con una lunga sequela di infortuni e di morti
sul lavoro.
Ci siamo abituati da
troppo tempo all'idea che si possa morire sul lavoro o contrarre malattie
mortali, la rabbia e lo sdegno non trovano più spazio adeguato anche nelle
rivendicazioni sindacali se pensiamo che la riduzione dell'orario di lavoro a
parità di salario, la riduzione dell'età pensionabile non sono più argomenti
basilari delle rivendicazioni sindacali. Da qui ripartiamo per restituire la
dovuta rilevanza alla salute e sicurezza dei lavoratori e delle
lavoratrici.
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