Libano, militare italiano trovato morto in base Unifil. Ipotesi incidente o suicidio
Il corpo senza vita del sottufficiale Luigi Sebastianis, originario della provincia di Udine, è stato scoperto all'alba. Si trovava in missione nel Paese mediorientale da maggio. In corso gli accertamenti per capire la causa: si esclude che sia stato colpito da altri
Un sottufficiale dell’Esercito italiano è stato trovato privo di vita all’alba di oggi a Shama, nel Libano del sud, all’interno della base militare che ospita il contingente italiano dei caschi blu dell’Onu. Luigi Sebastianis, originario di Palmanova (in provincia di Udine),
prestava servizio nel battaglione logistico “Ariete” di Maniago
(Pordenone). Il militare italiano era in Libano dallo scorso mese di
maggio e lavorava al Combat Service Support Battalion della task force
in azione per la missione Unifil che funziona da forza di interposizione
tra Israele e Libano. Secondo quanto si è appreso da fonti locali, il militare è rimasto ucciso da un colpo partito dalla sua arma di ordinanza
mentre era da solo di servizio sul posto di guardia: le ipotesi,
quindi, sono che il colpo sia partito accidentalmente, oppure che si sia
trattato di un gesto volontario. Esclusa invece l’ipotesi che il
militare – tornato da poco da una licenza a casa – possa essere stato
colpito da altri. I familiari sono stati avvisati su quanto accaduto.
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“Un peacekeeper stimato
che lavorava attivamente a sostegno del mandato che aveva ricevuto”.
Con queste parole il comandate di Unifil ha voluto ricordare il
militare. Cordoglio anche da parte del presidente della commissione
Affari esteri della Camera, Fabrizio Cicchitto (Ncd). “Rivolgiamo ai familiari del sottufficiale italiano le nostre più sentite condoglianze“, ha detto Cicchitto. ”Ricordiamo che i nostri militari dell’Unifil stanno svolgendo una missione molto delicata ai confini tra il Libano e Israele come forza di interposizione fra Hezbollah e il territorio israeliano”, sottolinea Cicchitto. Originario di Palmanova, Sebastianis si era trasferito nel 2003 a Camino al
Tagliamento (Udine), dopo aver vissuto per molti anni a Mortegliano.
Cugino dell’assessore alla cultura, era molto conosciuto in paese. “Una
persona disponibile e estremamente cortese – racconta il sindaco, Nicola Locatelli
– Viveva la comunità compatibilmente con gli impegni del suo lavoro”,
che già altre volte lo avevano portato in missione all’estero. “Non
perdiamo solo un servitore dello Stato, ma un amato concittadino. Una
tragedia che ci colpisce doppiamente”, aggiunge il primo cittadino.
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