Una bella giornata di lotta, quella di ieri, ad un anno dalla grande manifestazione del 9 agosto 2013 con la prima invasione di massa della base americana, che è stata una forte risposta alla repressione di questo Stato dimostrando che non sono certo le ordinanze preventive di applicazione di misura cautelare nei confronti di 29 attivisti, tra cui il nostro compagno nonché coordinatore dello Slai Cobas per il s.c., a fermare la giusta rabbia popolare, divieti di dimora che lungo il percorso rasente la base americana “protetta” da digos e polizia sono stati bruciati e fatti a pezzi contro le reti al grido: “i divieti di dimora da questa società li daremo a voi governi della guerra imperialista e a tutti i vostri servi ”.
In questo senso molto importante è stata la solidarietà attiva che tutto il corteo ha espresso al popolo palestinese che resiste contro l'abominevole sterminio di massa attuato dallo Stato sionista di Israele, sostenuto dall'imperialismo degli Stati Uniti, dell'Europa e dell'Italia, tante le bandiere palestinesi che sventolavano, diversi gli striscioni, così i messaggi che si sono levati anche in particolare verso le le donne, i bambini palestinesi, maggiormente colpiti dalle armi assassine di Israele e contro cui l'odio nazista si scatena fino a dire di uccidere le donne palestinesi per impedire di far nascere altri ribelli, messaggi che si sono levati dalle Mamme No Muos alle donne che hanno fatto un flash mob lungo i sentieri, alle compagne del Mfpr che hanno diffuso l'appello “dalle donne proletarie alle donne palestinesi” affiggendo anche uno striscione al presidio No Muos.
Una combattiva giornata di lotta in cui il corteo superando il “limite” previsto dalla questura ha proseguito compatto fino ad un certo punto: sono state quindi battute le reti e poi tagliate, e resistendo alla carica della polizia è stato aperto un varco da cui tutti sono entrati nella base con la polizia che infine desisteva, tra un grande ed emozionante applauso che si è levato dal corteo che di nuovo si è ripreso la base! andando verso i sette attivisti arrampicati sulle antenne già da due giorni.
Un corteo che ha dimostrato di non avere alcuna paura nonostante i divieti, i fogli di via, le denunce, la distruzione del presidio, subito ricostruito, e le varie minacce come le riprese continue della digos già dalla discesa dai pullman dei manifestanti, un corteo che ha dimostrato che non ci sono “sobillatori pericolosi” da isolare, perchè ciò che “sobilla” realmente le masse popolari a lottare più che legittimamente sono le azioni di governi, istituzioni e apparati militari al servizio di questo sistema capitalista e imperialista, veri e propri terroristi per cui la vita delle popolazioni non contra proprio nulla.
Circolo proletari comunisti
Palermo
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