Regione, irrompono profughi e militanti
Un gruppo di nordafricani e attivisti dei centri socili hanno fatto irruzione nella sede di viale Aldo Moro per protestare contro l'inadaguatezza dei centri di accoglienza
Una cinquantina tra militanti dei centri sociali e profughi del Nord Africa provenienti da varie città della regione sono entrati, nel primo pomeriggio di giovedì, nella sede della giunta dell'Emilia-Romagna. Lo scopo: incontrare i partecipanti alla cabina di regia tra Regione, Comuni e Province, che si stava occupando di gestire la fine dell'emergenza umanitaria iniziata nel marzo del 2011.I manifestanti sono entrati nell'atrio dello stabile e sono saliti sulla scala che porta al piano ammezzato. Lì sono stati fermati da poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa. Dopo alcuni momenti di tensione e l'intervento dell'assessore regionale alle Politiche sociali, Teresa Marzocchi, una delegazione è stata fatta salire.
Al termine della riunione, un gruppo di richiedenti asilo e di attivisti del centro sociale Tpo, è intervenuto spiegando le ragioni della protesta, in particolare denunciando l'inadeguatezza della Croce rossa nel gestire alcuni centri e i problemi particolari nelle ex caserme dei Prati di Caprara a Bologna. Marzocchi, ha ricordato le decisioni prese nei giorni scorsi a Roma in vista della scadenza della fase emergenziale (il 31 dicembre): un periodo ponte di altri due mesi, all'inizio del passaggio di competenza dalla Protezione civile al Ministero dell'Interno con la gestione delle Prefetture, che lavoreranno in accordo con la Regione e le istituzioni locali.
Alle critiche di attivisti e profughi sull'operato della cabina di regia, ha risposto il sottosegretario alla presidenza della Regione, Alfredo Bertelli che ha rivendicato - non senza battibecchi con i suoi interlocutori - il ruolo avuto dai Comuni che hanno accolto i migranti "senza sponda alcuna e senza garanzia alcuna sulla copertura. Noi - ha detto - siamo andati avanti, abbiamo lottato sui tavoli nazionali per avere garanzie.
State attenti a scaricare responsabilità su questo tavolo".
Dopo l'incontro, poca la soddisfazione da parte dei manifestanti. In totale sono 1.416 le persone richiedenti asilo o rifugiati ancora ospitate in Emilia-Romagna.
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