Gli operai e gli
impiegati dell'Ilva, un migliaio di persone, hanno bloccato la rampa di
accesso dell'aeroporto di Genova. Poi, seguiti da camion e pale
meccaniche, si sono diretti verso la Prefettura (foto Fabio Bussalino e Andrea Leoni)
I dipendenti dello stabilimento di Cornigliano hanno posteggiato una grossa gru davanti al portone chiuso del palazzo del governo
Gli operai e gli impiegati dell'Ilva, un migliaio di persone, camion e pale meccaniche, assediano la Prefettura. Il portone del palazzo in largo Lanfranco è chiuso: una scelta forse dettata dal timore che si possa ripetere l'assalto degli operai agli uffici del prefetto, ma che gli operai hanno letto come uno schiaffo al dialogo. "Se loro non vogliono che noi entriamo - hanno detto i manifestanti - allora non usciranno neppure loro", e con una grossa gru che in stabilimento usano per spostare i rotoli di acciaio da 35 tonnellate hanno bloccato l'uscita dalla prefettura.Il traffico in centro è in tilt; alcuni negozi hanno tirato giù la saracinesca.
La scelta di scendere in piazza dopo l'assemblea dei lavoratori dello stabilimento Ilva indetta ieri sera al termine del vertice a Roma tra Governo e sindacati sul decreto legge 'salva-Ilva' e dopo i tafferugli davanti alla prefettura durante i quali un operaio è rimasto ferito. Al corteo si è aggiunta una delegazione dei lavoratori dell'Ansaldo.
Prima di raggiungere il centro, il corteo ha bloccato la rampa di accesso dell'aeroporto scandendo slogan: "Lotta dura senza paura" e "La rovina dell'Italia siete voi".
Una breve sosta solo quando è arrivata la notizia del ritrovamento del corpo dell'operaio di Taranto disperso dopo la tromba d'aria che ha colpito lo stabilimento pugliese. Dopo aver osservato un minuto di silenzio i metalmeccanici genovesi hanno fatto partire un lungo applauso e le sirene dei mezzi pesanti si sono messi a suonare. Poi, il corteo si è rimesso in marcia.
(30 novembre 2012)
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