24 novembre 2012
Compagne e compagni,
La data do oggi, il 24 novembre, rimarrà segnata in nero
negli annali della storia del movimento rivoluzionario indiano. Il 24 novembre
2011 il regime reazionario dell’India, che aveva definito PCI (Maoista) “la
maggiore minaccia alla sicurezza interna” ha e assassinato e il compagno
Mallojula Koteswara Rao, compagno Kishanji, dopo averlo catturato e torturato
grazie a un agguato pianificato.
Abbiamo appreso con rabbia e dolore la morte di questo
grande dirigente della rivoluzione indiana assassinato dal regime indiano
sostenuto dall'imperialismo.
In quell’ora buia ci stringemmo ai compagni del PCI(Maoista).
La loro lotta, compagni, è la nostra; le loro perdite sono anche le nostre.
Il contributo ideologico, politico e pratico del compagno
Kishanji al PCI(Maoista), alla guerra popolare, alla lotta del proletariato e
del popolo oppresso dell'India non potrà mai essere cancellato.
Al contrario, esso è oggi più luminoso e raggiunge ogni
angolo del mondo.
Da allora fino a oggi abbiamo raddoppiato i nostri sforzi
per trasformare il dolore in forza! Abbiamo raddoppiato il nostro impegno a
sostegno alla guerra popolare in India, intensificato la nostra lotta contro
l'imperialismo nel mondo, abbiamo lavorato per l'internazionalismo proletario,
abbiamo fatto appello ai proletari, ai rivoluzionari, ai comunisti nei nostri
paesi ad avanzare nella rivoluzione.
Era il nostro modo per onorare il compagno Kishanji e tutti
i martiri della rivoluzione in India.
La conferenza di oggi è un passo ulteriore nel compimento di
quell’impegno e, per prima cosa, invitiamo a rinnovare oggi il nostro omaggio
ai compagni Kishanji, Azad a tutti martiri caduti per la causa della
rivoluzione proletaria e della liberazione dei popoli in India e nel mondo.
Invitiamo quindi i
compagni a onorare con un minuto di silenzio tutti compagni caduti
I compagni maoisti
indiani ci hanno scritto:
Porgiamo il nostro
saluto rivoluzionario all’attività di Sostegno alla Guerra Popolare in India,
che con grande sforzo state realizzando.
Abbiamo letto gli
appelli, i manifesti, le parole d’ordine … eccellenti!
Lo stadio attuale
della nostra lotta non è cambiato.
Nonostante la
Operazione “Green Hunt” e l’assassino dei nostri quadri dirigenti, nonostante
gli sforzi del nemico, cresciamo in forza, consolidandoci nelle zone
guerrigliere ed espandendoci in nuove zone. Nel procedere della guerra
popolare, in diversi luoghi abbiamo raggiunto lo stadio della guerra di
movimento.
La Operazione Green
Hunt scatenata dal governo non ha ottenuto i suoi scopi. Nonostante i colpi che
ci hanno assestato, il morale del nemico resta basso. Il piano delle classi
dominanti di cancellare il nostro partito e privare il popolo di una guida e
direzione proletaria è destinato a fallire, perché il popolo e tutti coloro che
amano la libertà in questo paese sostengono e proteggono il movimento
rivoluzionario e la sua direzione come la pupilla dei loro occhi, perché sanno
che così salvaguardano il futuro del paese e delle nuove generazioni.
Sono il popolo e i
movimenti popolari che generano i nuovi dirigenti rivoluzionari e che vogliono
che la rivoluzione di ND in India avanzi fino alla vittoria e spazzi via gli
imperialisti e i loro lacchè, i latifondisti e la borghesia compradora e
burocratica e tutti i loro rappresentanti.
L’impatto della crisi
mondiale e delle politiche imperialiste sui proletari e il popolo del nostro
paese è pesante. Aumentano la corruzione, la disoccupazione, i prezzi, la
povertà, l’emigrazione dovuta alle perdite delle terre, delle foreste,
dell’acqua. Le condizioni di vita della classe operaia, degli oppressi, dei
contadini, della stessa classe media è divenuta insopportabile ed essi si
rivolgono sempre di più alla rivoluzione. Gli scioperi operai e popolari si
sono estesi in forme senza precedenti e ad essi si aggiungono le agitazioni di
tutti i settori del popolo: dei contadini adivasi, che si intensificano e
trasformano spesso in rivolte; le stesse lotte economiche dei proletari si
stanno trasformando sempre di più in lotte politiche. La forza del nostro
partito è nella integrazione, nel fiume in piena dei movimenti di masse, con le
parole d’ordine: terra, potere, democrazia, costruzione dell’Esercito popolare
dell’autosufficienza.
Portiamo la coscienza
che non vi può nessun cambiamento fondamentale senza distruggere completamente
le classi sfruttatrici, in India come in tutto il mondo.
Il vostro lavoro è una
grande espressione di internazionalismo proletario, la sosteniamo e la
consideriamo parte dell’azione di denuncia dei crimini del regime indiano,
della barbara e genocida Operazione Green Hunt, dello sforzo per riunire tutti
gli amici della rivoluzione indiana.
I movimenti
rivoluzionari avanzano in Turchia, Filippine e negli altri paesi, compito dei
rivoluzionari che in tutto il mondo stanno seguendo la via della guerra
popolare di lunga durata è quello, da un lato, di annientare in gran numero il
nemico, dall’altro di costruire eserciti rivoluzionari popolari con le armi
tolte alle forze nemiche, per avanza ulteriormente nella guerra popolare e
instaurare il potere politico popolare alternativo.
Osiamo combattere e la vittoria sarà del popolo!
Ancora, sulla situazione attuale della Guerra Popolare in
India, ci hanno scritto:
Lo Stato indiano
continua senza sosta i suoi brutali attacchi contro il popolo del paese, in
particolare, negli ultimi due anni e mezzo, contro gli adivasi, nel nome della
Operazione Green Hunt. Le forze di polizia e paramilitari scatenate dalle
classi dominanti stanno perpetrando “scontri” omicidi, massacri, violenze
sessuali, torture, incendi di villaggi, distruzione di coltivazioni e raccolti,
saccheggio delle proprietà comuni, arresti di massa e “sparizioni” forzate.
L'obiettivo di questa guerra contro il popolo è sradicare il movimento maoista
che persiste nel paese, in particolare nelle regioni centrale e orientale.
La borghesia
compradora burocratica e gli imperialisti cercano disperatamente di spogliare e
saccheggiare il nostro amato paese, riccamente dotato di vasti campi minerari,
foreste e risorse idriche. In particolare, a partire dal 2008, nel contesto
della profonda crisi economica mondiale, si sono intensificate le tante manovre
per sfruttare economicamente le risorse naturali disponibili e la forza lavoro
nei paesi sottosviluppati come l'India. Dopo aver concluso protocolli di intesa
investimenti che hanno concordato con i governi compradori investimenti
miliardari, e avviato la distruzione su vasta scala del jal-Jangal-Zameen,
queste forze stanno deportando un gran numero di persone via dalle loro case e
terre. Ma anche il popolo si è sollevato contro questa aggressione.
Il PCI (Maoista) sta
guidando il popolo ed è al suo fianco. Per questo motivo il movimento maoista è
diventato l’ostacolo maggiore le classi dominanti sfruttatrici e il loro
governo. Quella che le classi dominanti avvertono come la minaccia del
movimento maoista è propagandata come “la più grande minaccia alla sicurezza
interna del paese” allo scopo di ingannare le masse.
Le classi dominanti
spacciano come “sviluppo” le politiche neoliberiste di miseria, distruzione e
morte imposte dall’imperialismo e marchiano come “anti-sviluppo” chiunque si
opponga a queste politiche antipopolari. Hanno individuato in particolare i
maoisti come il bersaglio di questa campagna di disinformazione realizzata
attraverso mass–media compiacenti che stanno conducendo una diffusa guerra di
propaganda contro il movimento maoista, definendolo “anti-sviluppo”, violento e
terrorista. Le classi dominanti sono terrorizzate dal modello alternativo di
sviluppo presentato dalle masse nelle aree lotta dei maoisti, in particolare
nella regione del Dandakaranya, dove il popolo ha distrutto attraverso la lotta
di classe il potere politico delle forze feudali e reazionarie locali e ha
istituito, in forma embrionale, organi di il potere popolari. È sotto la guida
di questo governo popolare e attraverso la sua iniziativa che sta prendendo
forma un modello alternativo di sviluppo fondato sul contare sulle proprie e
sulla cooperazione. Le classi dominanti hanno scatenato la loro offensiva
brutale per cancellare questa società rivoluzionaria nascente e il suo percorso
di sviluppo orientato verso il popolo. Gli imperialisti, in particolare
l'imperialismo USA, non sono solo dirigono questa offensiva, ma vi partecipano,
direttamente o indirettamente.
Su ordine
dell’imperialismo USA, è stata avanzate anche la proposta di un Centro
Nazionale Anti-Terrorismo, che costituisce una minaccia non solo per diritti
fondamentali dei cittadini del paese,, ,a anche per la cosiddetta struttura
federale.
Come parte di questa
aggressione militare, un anno fa l’Esercito Indiano è stata dispiegato nel
Bastar. Ma la questione non si limita esclusivamente al Bastar o al
Dandakaranya. Lo scopo di questo dispiegamento dell'esercito è schiacciare il
movimento rivoluzionario in tutto il paese. Per attenuare proteste e
opposizione all’uso dell’esercito indiano (un esercito nato per affrontare le
forze nemiche di paesi stranieri) contro lo stesso popolo del paese, questo
dispiegamento viene realizzato col pretesto del “addestramento”. Il governo del
Chhattisgarh ha deciso di espropriare 750 chilometri quadrati di foreste nella
regione Maad per darli all'esercito per fini “addestramento”. Questa è una
prova lampante del modo in cui il governo stesso è il primo che viola il
divieto posto dalla legge – dal Quinto Allegato, al PESA ecc – al trasferimento
di terre adivasi a proprietari non adivasi. L'intenzione dell'esercito, che al
momento si sta “addestrando” il Narayanpur e il Kondagaon, è superare
gradualmente la città di Narayanpur e occupare i villaggi interni del Maad. I
vertici dell'esercito stanno supervisionando personalmente il “programma di
addestramento”.
Nell’ultimo anno nel
quadro della Operazione Green Hunt sono stati condotti incursioni ed attacchi
sotto il comando dell'Esercito Indiano in cui le forze armate sono state
impiegate con formazioni a livello di brigata. In ognuno di questi attacchi su
larga scala sono stati impegnanti 3000 a 5000 effettivi delle forze armate e
governative. In questa massiccia operazione militare sono stati attaccati 19
villaggi e 12 abitanti sono stati arrestati. Le forze governative hanno ne picchiato
molti altri, assaltato e saccheggiato le case.
La regione Maad è
stata circondata e attaccata contemporaneamente da tre lati – dai distretti di
Bijapur e Narayanpur del Chhattisgarh e dal distretto di Garhchiroli in
Maharashtra – nel quadro di una massiccia offensiva militare di tremila truppe
armate. L’hanno chiamata “Operazione Vijay” e “Operazione Haka”.
Quasi 3.000 adivasi
del Dandakaranya sono attualmente rinchiusi nelle carceri del Chhattisgarh,
Maharashtra e Andhra Pradesh. Sono stati implicati in molte accuse false e per
questo stanno languendo nelle buie celle delle prigioni, senza alcun accesso
all’assistenza o a un processo legale. Molti di loro, se anche fossero stati
condannati per i reati di cui sono incriminato dopo un processo legale,
sarebbero già usciti di prigione, per aver scontato per intero la relativa
pena. Molti di loro, per povertà o arretratezza, non sono in grado neppure di
ingaggiare un avvocato. Ai famigliari è impedito di incontrare i parenti in
prigione, e questo riduce molti detenuti in condizioni di agonia mentale.
Questo è la situazione non solo del Dandakaranya, la stessa situazione esiste
in Jharkhand, Bihar, West Bengal, Andhra Pradesh e Odisha. In breve, le
prigioni del paese sono state riempite di adivasi affinché le terre degli
adivasi possano essere consegnati alle grandi imprese.
Il Comitato Centrale
del nostro partito ha proclamato diversi scioperi-blocchi generali per fermare
gli attacchi fascisti contro il popolo del paese dei governi degli sfruttatori
al potere, per impedire il dispiegamento dell'esercito in Bastar sotto la
Operazione Green Hunt, per respingere i campi militari del forze armate col
pretesto del “addestramento”, per il rilascio incondizionato degli Adivasi e
dei prigionieri politici rinchiusi nelle carceri del paese, e per chiedere il
ritiro della proposta fascista del NCTC. I Bandh sono stati realizzati negli
stati di Andhra Pradesh, Jharkhand, Bihar, West Bengal, Chhattisgarh, Odisha e
Gondia, e nei distretti di Chandrapur e Garhchiroli nel Maharashtra.
Perchè abbiamo
promosso un Comitato Internazionale a sostegno della Guerra Popolare in India e
come siamo arrivati a questa conferenza
In India si sviluppa impetuosa una guerra di popolo contro
la borghesia indiana e l'imperialismo.
Essa si estende e si diffonde sempre più. E non è certo
una semplice guerriglia di qualche migliaio di armati, espressione delle caste
e realtà tribali delle più remote e arretrate dell’India, come ripetono i
commentatori occidentali, ma una vera guerra di popolo, guidata dal partito
della classe operaia indiana, il Partito Comunista dell'India – maoista, che coinvolge e gode dell’appoggio di milioni
di contadini poveri, donne, masse di “intoccabili”, che stanno combattendo per
la loro liberazione e già oggi controllano vaste regioni attraverso una decina
di stati della confederazione indiana.
Una guerra di popolo iniziata nelle regioni dove più
profonde sono le radici della rivolta, la miseria e lo sfruttamento
capitalistico e, perciò, più acute sono le contraddizioni prodotte dal
turbolento sviluppo del capitalismo indiano, legato all’imperialismo.
La guerra popolare sta conquistando masse di giovani,
studenti e intellettuali democratici e rivoluzionari anche nelle città del
paese e ottiene sempre più interesse e sostegno in tutto il mondo.
Contro questa guerra popolare lo Stato Indiano, con
l'appoggio dell'imperialismo ha scatenato la gigantesca operazione repressiva
contro il popolo, una campagna di guerra condotta dal regime indiano contro il
suo stesso popolo, con ampio impiego di truppe superarmate, polizia e milizie
paramilitari, che punta a seminare terrore e genocidio nei villaggi con
incursioni, distruzioni indiscriminate, stupri e assassini di massa,
eliminazioni selettive, arresti e sparizioni. In particolare cercano di
decapitare la direzione del popolo, assassinando selettivamente i compagni
dirigenti del PCI(Maoista). Tutto nell’illusione di annegare nel sangue la
lotta di un popolo per la liberazione.
Nel silenzio assenso dei governi imperialisti di USA,
Europa, Russia e dei loro mass-media, la criminale azione del governo indiano
ha trovato l'opposizione già al suo interno un ampio fronte di intellettuali di
spicco. Tanti attivisti in ogni paese del mondo l’hanno smascherata e si sono
mobilitati per fermarla. Una campagna di denuncia e solidarietà è stata
lanciata da ICAWPI
Ma secondo noi occorre andar oltre la denuncia dei crimini
della controrivoluzione in India.
Le masse indiane, dirette dal Partito Comunista dell'India
maoista, stanno scrivendo una pagina storica nello scontro di classe nel mondo
che vede da un lato l'imperialismo e le borghesie reazionarie, dall'altro il
proletariato e i popoli del mondo
Lo sviluppo della guerra popolare in India è la nuova
dimostrazione, che è la rivoluzione oggi la tendenza principale nel mondo
E' la nuova affermazione che il maoismo,
marxismo-leninismo della nostra epoca, è al comando e guida della nuova ondata
della rivoluzione mondiale contro l'imperialismo in crisi.
I proletari
avanzati devono comprendere che l'avanzamento della guerra di popolo in
India mette seriamente in discussione i rapporti di forza non solo nella
regione sud-asiatica, crocevia geo-strategico degli assetti attuali dell’intero
sistema imperialista mondiale, ma in tutto il mondo.
Per questo lanciammo la proposta di costituire un Comitato
Internazionale di sostegno e organizzare campagna di sostegno a livello
mondiale, nel maggior numero dei paesi del mondo e in particolare nel ventre
della bestia imperialista, dove la maggior parte di noi opera.
Il Comitato Internazionale è nato sulla base dell’appello
lanciato nel meeting internazionale di Parigi del gennaio 2010 e ad esso si
sono uniti compagni dalle diverse parti del mondo.
Fin dall’inizio è stato chiaro che il Comitato non doveva
essere costruito come una “cartello” di gruppi, ma come centro di azione e
propaganda di cui proletari e masse popolari fossero i protagonisti.
In ciascun paese il Comitato è stato costruito come
organismo autonomo pronto a collaborare con tutti quelli che portano sostegno
alle guerre popolari e alla lotte di liberazione dei popoli oppressi
dall’imperialismo, mantenendo la sua autonomia di programma e azione.
Abbiamo sempre respinto ogni tentativo di usare le nostre
iniziative come luogo per un dibattito generale, dimenticando che è il sostegno
alla GP quello che e deve può unire e mobilitare.
Con questo approccio, abbiamo tenuto dal 2 al 9 aprile 2011
la prima Settimana Internazionale di azione, che coinvolto decine di paesi in
tutti i continenti.
Con essa, grazie all’estensione raggiunta da quella
campagna, il nostro Comitato ha mostrato la sua dimensione internazionale e la
capacità svolgere la sua finzione di promuovere informazione e sostegno alla
guerra popolare in India, nel contesto più generale della lotta di classe e
della situazione dell’imperialismo e della lotta del proletariato e dei popoli
oppressi.
Facendo il bilancio di quella campagna, abbiamo sottolineato
ancor più che dovevamo puntare a raggiungere i proletari e le masse popolari.
Dove questo era stato messo in pratica, la campagna aveva avuto una
partecipazione di massa, dove c’era stata invece la tendenza a cercare prima
l’accordo tra gruppi, non aveva ottenuto buoni risultati.
Perciò, nel contesto di una campagna prolungata, decidemmo,
maneggiando le contraddizioni emerse nei diversi paesi, di lanciare una nuova
settimana internazionale di azioni, dal 14 al 22 gennaio 2012, con le parole
d’ordine: “'la repressione del governo indiano e dell'imperialismo non ferma ma
alimenta la guerra di popolo”, “che il vento della guerra di popolo in India
arrivi alle masse proletarie in ogni angolo del mondo”. In particolare nei
paesi imperialisti, facemmo anche appello a mobilitarsi contro le
multinazionali indiane che espandono presenza e profitti anche nei paesi
imperialisti.
Come parte di questa seconda settimana, ci sono state circa
un centinaio di azioni in tutto il mondo. Si sono formati nuovi comitati, molte
altre forze rivoluzionarie e antimperialiste si sono unute alla campagna. I
manifesto con le immagini di Kishenji e Azad sono stati sui muri di tantissimi
paesi e il loro eroico esempio ha preso vita nelle lotte dei proletari e dei
popoli oppressi.
In Colombia, Canada, Italia, Svezia, Austria, Stato
Spagnolo, Francia, Germania etc., in circa 30 paesi I manifesti della campagna,
molto apprezzate dai compagni indiani, hanno segnato la marcia del sostegno
internazionalista!
La linea e il metodo del Comitato internazionale, il suo
approccio unitario ha vinto contro le posizioni scissioniste e anche contro quanti
volevano limitare il sostegno alla sola lotta contro la Operazione Green Hunt.
Questa seconda campagna ha aperto la strada alla Conferenza
Internazionale di oggi
The line
and method of the International Committee, its united approach to support won
against splitting positions and also against those who wants to shrink the
support only to struggle against the Operation Green Hunt.
This second
campaign opened the work that led to the international conference of today.
Il contesto internazionale della Guerra Popolare in India e della
situazione mondiale
Il sistema
imperialista sta attraversando la sua più grave crisi dagli anni '30. I
tentativi attuali per affrontarla e superarla non fanno che approfondirla ed
estenderla.
La crisi trova
origine nelle leggi stesse di funzionamento del sistema capitalista. Essa è la
manifestazione dei limiti della produzione per il profitto e della
contraddizione tra forze produttive e rapporti di produzione, tra carattere
globale e generalizzato della produzione e appropriazione privata. Nello
scenario mondiale ciò significa un divario sempre più grande tra la ricchezza
di un pugno di paesi imperialisti e la povertà di tre quarti dell'umanità dei
paesi oppressi dall'imperialismo; tra la ricchezza nelle mani della borghesia e
l'impoverimento assoluto e relativo dei proletari e delle masse popolari
all'interno dei paesi imperialisti; tra la straripante ricchezza di una
borghesia compradora e parassitaria e le condizioni di vita di miseria e fame
delle masse proletarie e popolari nei paesi oppressi dall'imperialismo.
Il mondo è ancora di
fronte a due possibilità: o l’uscita dal capitalismo o una dolorosa ripresa
temporanea da questa crisi rafforzando, potenziando i meccanismi del capitale e
prolungando così la miseria delle masse.
Le borghesie
imperialiste di tutto il mondo approfittano della crisi per ristrutturare
l'imperialismo su scala mondiale e salvarlo nell'interesse della propria classe
e in funzione dei loro profitti. Questo porta a scaricare l’odioso peso della
crisi sui proletari e le masse popolari. Nei paesi oppressi dall’imperialismo
come nei paesi imperialisti aumentano la disoccupazione, la precarietà, il
costo della vita e si intensifica lo sfruttamento sino a forme di moderno
schiavismo, si tagliano i diritti dei lavoratori, si cancellano le loro
conquiste sociali acquisite in anni di lotte, si chiudono le fabbriche con
massicci licenziamenti, si mandano in rovina e si inducono al suicidio i
contadini, si sviluppano tagli delle spese sociali e privatizzazioni della
scuola, sanità, si estende la logica della mercificazione e del profitto ai
beni primari, acqua, aria, sole, ecc.
Nei paesi oppressi
dall’imperialismo, le proteste, le ribellioni, le lotte di liberazione hanno
trovato nelle rivolte dei Paesi arabi e del Golfo Persico una nuova altezza e
una nuova alba. Giovani, proletari e masse popolari, e in alcuni casi settori
organizzati di operai, hanno attaccato e rovesciato regimi dittatoriali
asserviti all'imperialismo che sembravano inamovibili. Ciò ha aperto la strada
a nuove rivoluzioni di nuova democrazia antimperialista, antisionista,
antifeudale.
In questa nuova
ondata di lotte e resistenza dobbiamo sostenere e rafforzare la lotta per la
liberazione dei popoli e per la nuova democrazia, verso il socialismo e il
comunismo.
È in questo contesto
che si sviluppa ed emerge una potenziale nuova ondata della rivoluzione
proletaria mondiale che ha come punti di riferimento e ancoraggio strategico le
guerre popolari guidate dai partiti maoisti.
È in questo conteso che in India la guerra popolare diretta dal PCI(Maoista) resiste con
successo agli attacchi senza precedenti del nemico ed è in grado di espandersi
e progredire.
Che tipo di sostegno alla Guerra Popolare in India ci serve
Come giò detto prima,
da un lato, abbiamo formato il Comitato Internazionale per andare oltre la
semplice lotta contro
la guerra al popolo condotte dal
regime indiano e dei suoi crimini, dall’altro, in
ogni paese abbiamo costruito il
Comitato non un cartello di
gruppi, ma come organizzazione
di massa volta ad unire e mobilitare
proletari e le masse attorno al supporto al PW,
rifiutando ogni tentativo di trasformare
il sostegno in occasione di auto-propaganda o per criticare e
discutere altre posizioni esistenti
nella movimento rivoluzionario e
comunista, o addirittura quelle
dello stesso PCI (Maoista). Spesso, entrambe le tendenze, quella ristretta e
quella "di sinistra", con parole differenti,
ha avuto lo stesso effetto di disertare la campagna e rompere il Comitato
nei diversi paesi. Ma questi problemi
non hanno fermato lo sviluppo del nostro lavoro e il processo che ha portato alla conferenza di oggi, dove siamo tutti insieme a rendere più chiara e forte la nostra solidarietà internazionalista.
Se la critica alle
posizioni o ai rapporti internazionali tenute dalle
singole forze che partecipano al
Comitato Internazionale è
legittima, rompere a causa di questa critica l'unità del Comitato Internazionale a sostegno della GP è inaccettabile.
Primo, perché il
comitato ha un compito limitato,
il sostegno alla GP in India;
secondo, perché lo stesso PCI (Maoista) apprezza
il lavoro del Comitato internazionale di
sostegno; terzo, perché il Comitato Internazionale
include forze provenienti
da diversi paesi e, pertanto, si
muove in un contesto in cui le
diverse posizioni esistenti a livello
nazionale non sono il fattore decisivo
per il suo lavoro.
Per tutte queste
ragioni, coloro che disertano la
lotta del Comitato Internazionale, non importa con quali motivazioni, sostengono
a parole la GP ma boicottano nei fatti questo sostegno. Essi aderiscono al comitato solo se
ha le loro stesse posizioni e non
per sviluppare il più ampio supporto
possibile.
Il comitato fa
appello ai lavoratori
Chiamiamo gli operai, lavoratori, precari, disoccupati, a
riconoscere la lotta delle masse popolari indiane contro il regime reazionario
indiano e l’imperialismo che lo sostiene.
In India le masse lottano contro i padroni che licenziano e
sfruttano, contro il carovita, la corruzione e il terrorismo di Stato, con
grandi scioperi e manifestazioni, occupazioni di fabbriche, attacchi ai
padroni.
In India il governo è deciso a vendere le risorse naturali e
umane alle multinazionali imperialiste occidentali, ai nuovi monopoli dei
padroni delle grandi fabbriche automobolistiche e siderurgiche, come Tata, Essar, Jindal, Mittal, ecc., che traggono
dallo sfruttamento selvaggio di operai, spesso donne e bambini, i profitti che
permettono loro di divenire acquirenti e partecipanti dei grandi monopoli
internazionali del settore, in alleanza anche con i padroni nei paesi
imperialisti.
La lotta per i diritti dei lavoratori e dei popoli, la lotta
per il lavoro, i salari, le condizioni di vita; la lotta per la libertà, per la
democrazia; la lotta per rovesciare il potere dei padroni e per il potere nelle
mani dei lavoratori e delle masse popolari, è una lotta internazionale che ci
unisce in ogni angolo del mondo.
Per i lavoratori nel mondo devono esprimere la massima
solidarietà alle masse popolari indiane, al Partito che le guida, perché respingano
gli attacchi del nemico e avanzino fino alla vittoria.
Noi chiamiamo in
particolare le donne a sostenere la guerra popolare in India
Tutta la stampa internazionale ha rilevato come le donne
siano in prima linea a guida della rivoluzione in India. Una recente indagine
ha mostrato che di circa 290 maoisti che operano nella aree della guerra di
popolo nel Maharahstra, 74 sono donne, e sono donne membri dei Comitati di
divisione, dei Comandanti, anzi gli uomini sono superati dalle donne tra i
quadri di comandanti e aggiunti. Protagoniste degli attacchi alle basi dello
Stato repressivo sono donne.
Lo Stato, le forze della repressione sono particolarmente
feroci verso le donne usando anche l'arma degli stupri. Nello stesso tempo la
natura dell'oppressione di classe e sessuale delle donne è di lunga durata. Ma
proprio per questo la guerra popolare di lunga durata attrae e aiuta la
partecipazione di molto donne oppresse e questo rende effettivamente la guerra
popolare una guerra di massa.
Questo fa di questa guerra di popolo un fenomeno
internazionale della lotta di liberazione delle donne e della rivoluzione nella
rivoluzione, per combattere sui due fronti, della lotta di classe e della lotta
di genere, necessaria alle masse femminili per affermare il loro cammino e
portare una visione generale, trasformante della lotta di rivoluzionaria.
Come racconta la scrittrice, esponente di punta del
movimento antiglobalizzazione e del movimento delle donne, Arundhati Roy,
queste compagne vengono da lunghi anni di lotta delle donne all'interno del
partito, non solo per affermare i loro diritti ma per convincere il partito che
l'uguaglianza tra uomini e donne è al centro di un'ideale di società giusta.
Queste donne vengono dalla ribellione ai retaggi feudali,
alle tradizioni del matrimonio forzato, del rapimento delle donne, alle
violenza e alle bestiali mutilazioni...
Non hanno ancora vinto tutte le battaglie, ma - aggiunge
Arundhati Roy -
"quali femministe le hanno vinte?"
La lotta delle compagne indiane è una fonte di esempio e di
ispirazione per il movimento delle donne in ogni angolo del mondo.
Ai giovani noi
diciamo:
In india è in corso una Guerra Popolare combattuta
dall’eroico Esercito Guerrigliero Popolare di Liberazione e diretto dal
glorioso Partito Comunista Indiano (maoista) che sta cambiando il volto del
secondo paese più popolato al mondo.
Nella “più grande democrazia del mondo” dove in realtà la
gran parte del popolo vive nella miseria ed espropriato dei propri diritti
fondamentali per il profitto del capitalismo indiano asservito
all’imperialismo, nelle zone liberate si sta sviluppando la democrazia popolare
delle masse povere, contadine, adivasi e tribali, delle donne, un vero e
proprio embrione dello stato di nuova democrazia preludio del socialismo. Lo stato
reazionario indiano vuole stroncare sul nascere tutto ciò.
Con genuino spirito internazionalista i giovani
rivoluzionari devono appoggiare la Guerra Popolare in India perché essa è
determinante per l’avanzamento della rivoluzione mondiale, per i giovani
rivoluzionari operanti nelle cittadelle e metropoli imperialiste, la Guerra
Popolare in India è fonte d’ispirazione e di incoraggiamento nel nostro lavoro
rivoluzionario.
Per occorre impegnarsi nell’informazione e mobilitazione dei
giovani a sostegno della Guerra Popolare in India nelle scuole, università e
nei quartieri proletari.
A tutte le forze
comuniste, rivoluzionarie, antimperialiste, di solidarietà internazionalista
Il comitato Internazionale invia a partecipare e sostenere
la Conferenza Internazionale a sostegno della Guerra Popolare in India e le
decisioni che seguiranno.
La conferenza internazionale segna un duro colpo
all'imperialismo e al regime indiano, all'egemonismo indiano nel mondo e un
grande passo nel sostegno alla guerra popolare in India, nell'affermazione
della via della guerra popolare e della rivoluzione nel mondo,
dell'internazionalismo proletario.
Il Comitato Internazionale fa appello, per dare a tutti la
massima informazione e permettere la massima discussione sull'India e la guerra
popolare in India, sulla linea e l'azione del PCI(Maoista), sugli sviluppi
della rivoluzione indiana nel contesto internazionale, sulle forma del sostegno
ad essa a organizzare iniziative nel maggior numero di città, centri, posti
lavoro, quartieri.
Iniziative autonome di ogni realtà, coordinate con il
Comitato Internazionale e con il riferimento agli appelli internazionalmente
sottoscritti.
Compagni,
Il Comitato di sostegno con la sua storia, il suo
itinerario, le sue difficoltà è un
lavoro per tappe, un lavoro di contatti, di rete, un lavoro per individuare le forze reali che si possono
unire, un lavoro rivoluzionario di massa. Un lavoro da fondere nelle lotte
proletarie e nelle esperienze rivoluzionarie nella lotta di classe.
Un lavoro opposto alle chiese ideologiche e settarie.
Un lavoro che va oltre la denuncia democratica della
repressione in India, perchè centrarlo solo su questo finisce per far apparire
l'imperialismo come forte e imbattibile, quando anche in India lo Stato indiano
e l'imperialismo si difendono dalla crescita e tenuta della guerra popolare.Un
lavoro che apprezza l'impegno di coraggiosi intellettuali, Arundaty Roy, Ian
Myrdal, ecc, ma che punta a mobilitare i compagni di base, quelli in contatto
diretto con le masse, per costruire un movimento reale internazionale e
internazionalista.
Il Comitato è nella difensiva strategica, con la sua
nascita, la sua esistenza, le sue campagne. Con la Conferenza entra in una fase
di equilibrio strategico in cui non si può cancellare, ma non si può ancora
vincere e passare all'offensiva.
Facciamo appello a tutte le forze presenti per fare insieme
questa avanzata, per continuare questo lavoro in ogni paese, per usare tutte le
forme di lotta, dalle mobilitazioni per sensibilizzare e unire le masse, a
colpire i simboli del regime indiano e dell'imperialismo.
Con la guerra
popolare in india fino alla vittoria!
Comitato Internazionale di sostegno alla Guerra Popolare in India
Novembre 2012
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