La Guerra Popolare in India come parte della lotta
antimperialista
Compagni e amici,
a nome dell'Alleanza
contro l'Aggressione Imperialista
(BGIA), diamo il benvenuto a tutti i partecipanti alla conferenza,
a tutti quelli che hanno preso parte alla
preparazione di questa conferenza, e a tutti i compagni che non
hanno potuto essere qui personalmente a causa di problemi e difficoltà logistiche. Tutti, attraverso contribuendo in diverse forme, hanno
contribuito a fare sì che fossimo in grado di realizzare l’importante compito di oggi. Questa conferenza è una dimostrazione e una viva espressione
di internazionalismo proletario, un’espressione
di anti-imperialismo militante.
Compagni, quello che stiamo realizzando non è un "incontro di solidarietà", né un rituale formale teso a lusingare ipocriti filantropi. NO! Siamo qui perché stiamo combattendo. Siamo qui per avanzare nel nostro lavoro
antimperialista e rivoluzionario.
Siamo qui per unirci nel nostro concreto sostegno politico e morale al popolo indiano, alla guerra popolare che si sta sviluppando sotto la guida del PCI (Maoista). Siamo
qui perché siamo parte di quella
stessa lotta, perché anche noi vogliamo seppellire ogni tipo di sfruttamento e di oppressione.
Compagni, per noi questo incontro è una dichiarazione di guerra,
l’inizio di una nuova fase del nostro lavoro. Questo si deve esprimere
attraverso un salto nella nostra
attività antimperialista, nell'organizzazione e nel coordinamento.
Noi, un'alleanza
composta da organizzazioni, gruppi e individui che hanno una base comune nell’antimperialismo, ma a partire da
posizioni ideologiche e politiche diverse su molte altre
questioni, abbiamo assunto questa conferenza come un
compito importante, in considerazione del ruolo della guerra popolare
in India nella lotta
antimperialista mondiale. Vogliamo ora spiegare perché riteniamo
questa lotta in India tanto
importante.
La contraddizione principale
Nell’appello dello scorso aprile scrivevamo:
“I padroni del sistema imperialista mondiale portano avanti
un’offensiva contro i popoli del mondo. Guerre di aggressione imperialiste come
quelle contro Iraq, Afghanistan e Libia hanno segnato l’inizio del secolo e
stanno preparando la prossima guerra contro la Siria, l'Iran o chissà chi
altro, perché una cosa è certa, non si fermeranno per loro volontà. Allo stesso
tempo, scaricano sui popoli le conseguenze della crisi, specie sui popoli delle
nazioni oppresse, ma anche negli stessi paesi imperialisti, dove la classe
operaia è costantemente calpestata e i suoi diritti fondamentali vengono
rapidamente cancellati. In questa situazione, il fascismo non è una minaccia
vaga, ma una forza agente.
Allo stesso tempo, gli imperialisti distruggono sistematicamente il
pianeta. Tutto ciò è ben noto. Dimostra che l'imperialismo è reazione su tutta
la linea, dimostra che l’imperialismo non è compatibile col progresso
dell’umanità e neppure con la sopravvivenza di una parte sempre più grande
della popolazione mondiale. “La fine della storia”, che gli imperialisti hanno
annunciato a gran voce dagli anni novanta, è un inferno per il proletariato e i
popoli del mondo. Ma più oppressione scatena più resistenza, e così, dal Perù
alle Filippine, dalla Gran Bretagna alla Cina, dalla Colombia al Kurdistan,
dalla Nigeria alla Grecia, in tutto il mondo i paesi vogliono l’indipendenza,
le nazioni la liberazione, e i popoli la rivoluzione.
Questa è la base di una corrente che seppellirà l’imperialismo, ma
il problema è che in molti casi la lotta contro l’imperialismo si limita alla
sola resistenza senza altra prospettiva che la propria sopravvivenza. Perciò,
per sviluppare queste lotte come una poderosa ondata di lotta antimperialista e
rivoluzionaria, occorre un fattore cosciente e organizzato che sia in grado di
dirigere conseguentemente la lotta fino a stabilire il potere popolare. Per
questo vale la pena di rivolgere lo sguardo all’India”.
(Dall’appello per la
Conferenza Internazionale a sostegno della Guerra Popolare in India, Aprile
2012)
Noi pensiamo che ciò
che abbiamo scritto sia corretto. Una descrizione come questa fa comprendere
come è il mondo oggi. Fa capire
che la contraddizione principale a
livello mondiale è la
contraddizione tra l'imperialismo e le nazioni oppresse. Questa contraddizione
è ben lungi dall’ammorbidirsi, anzi si
intensifica. Tutta la storia degli
ultimi anni lo conferma. Questa
descrizione fa anche capire che ci
sono altre due contraddizioni
fondamentali: quella tra il proletariato e la borghesia e la contraddizione inter-imperialista.
Per noi, questa
elenco indica le contraddizioni in ordine di importanza. La contraddizione
tra le nazioni oppresse, da un lato,
e le super-potenze e potenze imperialiste dall'altro è la contraddizione principale. Ciò a causa del peso delle masse nella storia. La stragrande
maggioranza delle masse sulla
Terra vive nelle nazioni oppresse.
È anche evidente che queste popolazioni
stanno crescendo molto più velocemente
rispetto alle popolazioni dei paesi imperialisti. Questa è la tendenza
mostrata dalla storia: il peso delle masse nella
storia. Inoltre, si sta
manifestando chiaramente che attraverso la lotta che
si combatte nelle nazioni oppresse, l'imperialismo è sempre di più sovvertito e morente.
Per questo pensiamo che quello diciamo circa la contraddizione principale sia molto importante. C’è chi non la pensa come noi e pensa che noi non crediamo nella rivoluzione nei paesi imperialisti.
Sbagliano. Noi pensiamo che queste rivoluzioni siano una necessità storica e che lo sviluppo della contraddizione principale renda per esse la situazione più favorevole. Queste
rivoluzioni ci saranno, in quanto sono una necessità. Dopo tutto, è un dato
di fatto che affinché la rivoluzione sia in grado di vincere in tutto il mondo,
due grandi forze, due grandi rivoluzioni, devono riunirsi: la rivoluzione democratica e la rivoluzione socialista. Senza di ciò,
l'imperialismo e la reazione non possono
essere spazzato via dalla Terra.
Per rovesciare l'imperialismo, per la rivoluzione mondiale è una necessità strategica unire il movimento di
liberazione nazionale alla lotta del
movimento proletario internazionale, e avanzare nella rivoluzione. Se la parola d'ordine dei
comunisti è "Proletari di tutto il mondo, unitevi!", la
parola d’ordine che sta conducendo la lotta comune di queste due forze deve essere: "lavoratori e popoli oppressi di tutto il mondo,
unitevi!". Chi non vede l'enorme importanza che movimenti di liberazione
nazionale hanno per la rivoluzione
mondiale non può sviluppare
nessuna attività che vada al di là, nel
"migliore" dei casi, del radicalismo piccolo-borghese.
Alla luce dell'importanza delle nazioni oppresse nella lotta
contro il sistema imperialista, è necessario avere chiaro il quadro delle forze
in campo. Senza vedere il carattere di classe di ciascun partito,
organizzazione o movimento, senza vedere il modo in cui essi procedono, quali
obiettivi dicono di porsi e come si comportano nella pratica, non è possibile
prendere una posizione corretta, che contribuisca concretamente a far avanzare
il movimento antimperialista. La questione chiave è quale visione del mondo
seguono, quale linea ideologica e politica. Ogni forma di resistenza contro
l'aggressione imperialista è legittima, ma se la lotta di resistenza non è
guidata da una visione del mondo che corrisponde agli interessi dei più
oppressi, allora tutti gli sforzi ed enormi sacrifici saranno vani. La storia è
piena di questi esempi. Per dimostrarlo è sufficiente dare guardare alla
resistenza afghana contro l'aggressione imperialista dell'URSS. Gli "islamici"
dopo essersi impossessati della resistenza, alla fine sono diventati delle
marionette nelle mani degli Yankee e in ultimo hanno dovuto combattere contro i
loro padroni.
Le linee ideologiche e politiche dei partiti, organizzazioni
e movimenti anti-imperialiste comportano le forme di organizzazione e di lotta
che essi utilizzano. Da antimperialisti conseguenti, non ci opponiamo solo ad
alcune espressioni del sistema, vogliamo seppellire il sistema nella sua
totalità. E siamo ben consapevoli che per farlo occorre porre fine allo
sfruttamento. Per questo è necessario il partito comunista, che applichi la
guerra rivoluzionaria nella situazione concreta di ogni paese.
Questo è ciò che abbiamo in India: una giusta linea
ideologica e politica, un partito comunista e una guerra popolare. In un paese
con una popolazione di oltre 1,2 miliardi di persone, quasi un quinto della
popolazione mondiale. Un paese semi-coloniale e semi-feudale in cui si sta
sviluppando il capitalismo. Un paese con un enorme impatto nell’occhio della
tempesta della rivoluzione mondiale: i paesi oppressi dell'Asia, Africa e
America Latina. E dunque? Tutto ciò non porta alla conclusione che questa lotta
è di enorme importanza per la lotta anti-imperialista?
Quello per sconfiggere l'imperialismo non è mai stato, non è e non sarà mai un processo
limpido in cui una singola battaglia tra due grandi eserciti in formazione decide le sorti della lotta.
Respingendo l'attacco degli opportunisti alla giusta lotta del popolo irlandese, Lenin spiegava in questi termini:
“Immaginare che questa rivoluzione sociale sia
concepibile senza le rivolte di
piccole nazioni nelle colonie e in Europa, senza esplosioni rivoluzionarie
di una parte della piccola borghesia, con tutti i suoi pregiudizi, senza un movimento delle masse proletarie e semi-proletaria politicamente non coscienti contro l'oppressione
dei proprietari terrieri, la
chiesa, e la monarchia, contro
l'oppressione nazionale, ecc -
immaginare tutto questo significa ripudiare la rivoluzione sociale. Dunque un esercito si schiera in
un luogo e dice: "Noi siamo per il socialismo", e un altro, da qualche altra parte, dice: "Noi
siamo per l'imperialismo", e questa
sarà una rivoluzione sociale! Solo
chi ha una visione così ridicolmente
libresca può disprezzare la rivolta irlandese definendola un “putsch”.
Chiunque si aspetti una rivoluzione sociale “pura”, non
la vedrà mai. Costui parla di rivoluzione senza comprendere che cosa sia la
rivoluzione”
Ne consegue che
neppure il nostro processo, la lotta antimperialista a
livello mondiale, non sarà
"puro". Alcuni usano questo
argomento per negare la necessità che i partiti comunisti assumano il loro ruolo
di direzione. Noi no. Proprio per la complessità della lotta, per maneggiare correttamente le
diverse contraddizioni, la
direzione dei partiti comunisti è quanto
mai necessaria. Il modo creativo
e innovativo in cui il PCI (Maoista) è in grado di gestire l'immensa diversità delle contraddizioni
in India – contraddizioni
di casta, culturali, nazionali,
ecc - e il modo
in cui questo partito si batte
per l'unità nella guerra popolare di tutte queste diverse
lotte degli oppressi di quel
paese sono esempi cui si deve prestare la massima attenzione. Va fatto
perché la prospettiva a livello mondiale è la stessa: le guerre di liberazione e di resistenza devono fondersi
con le guerre rivoluzionarie
per diventare una tempesta che spazza via l'imperialismo.
Una linea di demarcazione contro l’opportunismo
Negli ultimi decenni
l'imperialismo è riuscito a neutralizzare o "pacificare",
come dicono cinicamente, molte lotte anti-imperialiste grazie alla truffa degli "accordi
di pace" (che comprende ogni discorso di "negoziati" e "cessate
il fuoco"). Tutti gli "accordi di pace" degli ultimi
venti anni - dal Sud Africa
al Nepal – con i rivoluzionari si sono
di fatto arresi per un piatto di
lenticchie, confermano che il popolo non può aspettarsi
da questi solo più oppressione e
sfruttamento.
A questo proposito è importante mettere in luce quei
partiti, organizzazioni e movimenti che tengono alta la bandiera della lotta
antimperialista. Ciò allo scopo di tracciare una linea contro l'opportunismo.
Per questo è importante sottolineare – e abbiamo ogni ragione nel farlo, non
solo in quanto il nostro ragionamento è corretto, ma soprattutto, ma perché
siamo in stretto legame con la vera realtà della lotta - che la minaccia
principale per qualsiasi partito, organizzazione o movimento viene da quale
sarà l'esito delle lotte al loro interno. La verità profonda espressa dal detto
“il forte si conquista dal suo interno” è stata confermata innumerevoli volte.
Perciò, il sostegno alla guerra popolare in India è una linea di demarcazione
contro l'opportunismo, contro la capitolazione nazionale (nelle nazioni
oppresse) e contro la capitolazione di classe. L’antimperialismo non è la
"solidarietà internazionale" di chi compra caffè equo e solidale,
organizza incontri per "sostenere quelle povere vittime ", o è
affascinato dal "misterioso oriente" o altre ridicole scempiaggini.
NO! L’antimperialismo è una lotta, a tutti i livelli, con tutti i mezzi, per
seppellire il sistema più sanguinario che l'umanità abbia mai conosciuto, per
mettere fine a millenni di sfruttamento e oppressione. Per questo motivo abbiamo
il dovere verso noi stessi di sostenerci l’un l’altro, in ogni aspetto. Non si
tratta di mettersi al seguito di qualcuno né di prendere posizione in modo
gretto e pedante, si tratta di unità vera tra tutti i combattenti. Perciò tutti
quegli "scettici" che vanno dicendo "tutte le lotte recenti, in
Nepal ecc, si sono concluse con un tradimento ... quindi non vale la pena
lavorare a sostegno dell'India, già sappiamo come andrà a finire",
sbagliano in partenza. Il loro atteggiamento dimostra come per loro la
questione sia "loro sono là, noi siamo qui". Questo non ha niente a
che fare con l'internazionalismo proletario, è l'atteggiamento di misantropia
universale dei piccolo-borghesi spocchiosi. È l'atteggiamento di chi ha già
perso la battaglia, di chi non ha altra prospettiva che la propria decadenza.
Un atteggiamento che esprime mancanza di fiducia nelle masse. Noi, al
contrario, ci basiamo su quanto già detto a suo tempo da Marx ed Engels, vale a
dire che ci sono due forze sulla Terra: il potere armato della reazione e le
masse non organizzate. Ciò che occorre fare è organizzare le masse. In questo
modo, ciò che è potenziale diventa realtà agente e il possibile diventa fatto
materiale. Ma il tutto resta un sogno ad occhi aperti se non si è legati alle
masse, e il problema è rendere le masse disorganizzate masse organizzate
militarmente. Gli oppressi reclamano l'organizzazione della ribellione. Nel
caso in cui un partito, organizzazione o movimento tradisca le masse, il
compito è quello di riprendere e proseguire il cammino. La storia dei popoli è
sempre stato questa: combattere, fallire, combattere ancora e così via, fino
alla vittoria.
Nel momento stesso in cui sottolineano la
necessità di delimitarsi dalla capitolazione sotto forma di "accordi di pace", è indispensabile denunciare quelli che si atteggiano ad "anti-imperialisti"
ma rifiutano di sostenere o addirittura si oppongono alla giusta lotta del popolo indiano. Per non parlare dei miserabili attacchi degli amici del
socialfascista "CPI (marxista)" e degli altri nemici
del popolo. Sognano di vivere ancora ai
tempi in cui ricevevano loro ordini da Mosca, quando difesero l'aggressione
imperialista dell'Afghanistan, sognano di poter sostituire la lotta dei popoli con la "geo-politica".
Per questo non esitano a chiamare
anti-imperialisti gli aguzzini del
popolo iraniano o salutano
la presunta posizione "antimperialista"
di stati imperialisti quali la Russia. Pretendono di
confondere la giusta difesa del diritto all'indipendenza nazionale col
sostegno degli interessi di altri imperialisti. Non comprendono che i paesi oppressi sono semi-colonie
e che i regimi di
questi paesi non rappresentano gli
interessi nazionali (quei regimi non rappresentano la borghesia nazionale ma sono agenti dell'imperialismo). Quanti negano il carattere
semi-coloniale (in alcuni casi addirittura coloniale) dei paesi oppressi,
finiscono per mettersi alla coda di altri imperialisti. Questi presunte " posizioni anti-imperialisti" in realtà sono filo-imperialiste. Non c'è perciò da stupirsi se non sostengono la guerra popolare in
India. Un'altra variante della stessa storia sono quelli che, ad esempio, sono capaci di
manifestare contro l'aggressione contro la Palestina, fianco a fianco con i Lupi Grigi, ma trovano impossibile fare una dichiarazione
a sostegno della guerra popolare perché
temono l’infezione del "pericoloso" maoismo.
Gente di questo tipo è non solo patetica,
manca completamente di spirito internazionalista.
Qualcuno si chiederà: “perche insistete tanto sulla “lotta
all’opportunismo”?”. Noi rispondiamo: solo così potremo risollevare il
movimento antimperialista dal suo stato attuale, solo così potremo avanzare.
Vediamo ancora come lo ha brillantemente spiegato Lenin:
“Né noi né nessun altro è in grado di
calcolare esattamente quanta parte del proletariato sta seguendo e seguirà i socialsciovinisti e opportunisti. Ciò sarà rivelato dalla lotta, sarà deciso
definitivamente solo dalla rivoluzione
socialista. Ma sappiamo per certo
che i "difensori della patria"
nella guerra imperialista non rappresentano che una minoranza. Ed è quindi nostro dovere, se vogliamo rimanere socialisti, andare
più in basso e più in profondità,
tra le masse reali; questo è tutto il senso e tutto il significato della lotta all'opportunismo. Denunciando il fatto che gli opportunisti
ei socialsciovinisti stanno in realtà
tradendo e vendendo gli interessi delle masse, che essi difendono i privilegi
temporanei di una minoranza dei lavoratori, che sono veicolo di idee e influenza della borghesia, che sono in realtà alleati e agenti della borghesia, insegniamo alle masse ad valutare i loro veri interessi
politici, a lottare per il socialismo e per la rivoluzione attraverso le lunghe e dolorose vicende
delle guerre imperialiste e armistizi imperialisti.
La
sola linea marxista
nel movimento operaio mondiale è quella di spiegare alle masse l'inevitabilità e la necessità della rottura con l'opportunismo, di educarle
alla rivoluzione conducendo una lotta
implacabile contro l'opportunismo,
di utilizzare l'esperienza della guerra per denunciare, non nascondere, tutta
l’infamia della politica operaia nazional-liberale”
(Lenin, l’imperialismo e la scissione del socialismo, 1916)
Dunque il nostro sforzo a sostegno della Guerra Popolare in
India serve a tracciare una linea di demarcazione dall’opportunismo e a
rafforzare il movimento antimperialista. Passiamo ora alle proposte concrete.
Facciamo della Guerra Popolare in India un elemento centrale del movimento antimperialista!
Nel portare avanti l'attività a sostegno della guerra popolare in India ha trovato conferma la nostra impressione di partenza che anche tra le forze a
noi vicine ci sia una grande ignoranza del fatto che in quel paese
ci sia un forte movimento rivoluzionario. In alcuni casi
perfino compagni con cui lavoriamo
insieme quotidianamente ci hanno sorpreso per la loro scarsa conoscenza. Naturalmente
stando così le cose, non possiamo aspettarci ne sappiano
di più la classe operaia e le masse
popolari in generale in Germania.
Pertanto, il compito immediato è quello di fare propaganda della guerra
popolare, diffondere informazione sulla sua situazione attuale e le sue
prospettive. Il problema che abbiamo nella diffusione di informazioni è che ci
occorrono propagandisti che conoscano
molto bene l'argomento e siano in grado di trasmettere informazioni,
ma, a causa della carenza di fonti di
informazione affidabili in tedesco, il numero di compagni in
grado di fare questo lavoro resta
limitato. Punto principale per
noi è la coscienza politica degli
attivisti. Siamo convinti che la
conferenza di oggi, così come
la sua preparazione sia servita e serva
ad elevare e diffondere questa consapevolezza tra i nostri compagni e amici. Ecco
perché crediamo che siamo ora in grado di fare un salto sul problema della traduzione delle informazioni. Importanti
iniziative in questa direzione sono
già state prese, ad esempio, su
proposte dei compagni austriaci.
Ora chiediamo a tutti
i compagni e amici che possono di aiutarci nel compito
di traduzione di mettersi in
contatto con noi in modo da
condividere e sistematizzare il
lavoro.
Allo stesso tempo, è necessaria una piattaforma per
condividere il materiale tradotto. Proponiamo di trasformare il sito web che
abbiamo usato per la mobilitazione per la Conferenza in un portale di
informazione in tedesco sulla guerra popolare in India. Chiamiamo tutti i
compagni interessati anche a questo a mettersi in contatto con noi.
Contiamo di iniziare subito con queste due cose: le traduzioni e il sito web.
Facciamo appello a formare nelle diverse città tedesche
gruppi di sostegno alla Guerra popolare in India, sia come organismi autonomi o
come “squadre di lavoro” di strutture già esistenti. Riteniamo che per il
momento non sia opportuno costruire una struttura centralizzata. Il sito può
svolgere la funzione di coordinamento. Ribadiamo che non vogliamo che il lavoro
a sostegno della guerra popolare in India si isolato o si sviluppo separato dal
movimento antimperialista on generale, vogliamo anzi essere parte del nocciolo
dello stesso movimento antimperialista, inseparabilmente legati al sostegno
delle altre lotte rivoluzionarie e antimperialiste del mondo.
Le autorità di Amburgo hanno dischiarati il 2012 “anno dell’India”.
L’infame “Hafengeburtstag”, l’anniversario del porto è stato dedicato all’India
e a metà ottobre il sindaco di Amburgo Olaf Scholz è andato in visita in India
per “sviluppare le relazioni”, cioè depredare risorse. Gli interessi in India
dei potentati di questa città sono tanto forti che hanno una loro agenzia
attiva in India fin dal 2005. anche noi abbiamo grande interesse per l’India,
ma non apriremo sedi là. Quel che dobbiamo fare è aprire le nostre “agenzie” ma
non per “scambi”, piuttosto per informare della realtà rivoluzionaria della
guerra popolare.
Per concludere, vogliamo ricordare che in questo, proprio
mentre noi siamo qui, i nostri compagni in India stanno combattendo la loro
battaglia per la vita o la morte contro l’imperialismo e i suoi lacchè. Grandi
sono i loro sacrifici e li stanno facendo per la liberazione dell’umanità dal
giogo imperialista per mano dei più oppressi, i più sfruttati. Tanto sono stati
uccisi, ma a simbolo di tutti oggi vogliamo ricordare il compagno Kishenji,
importante dirigente del PCI(Maoista) assassinato un anno, proprio nella data
di oggi. Commemoriamo tutti i caduti nelle guerre rivoluzionarie e nelle lotte
antimperialiste, li commemoriamo con la nostra lotta. Sono loro a chiederci di
,moltiplicare i nostri sforzi per avanzare nella lotta antimperialista su scala
mondiale.
Proletari e popoli oppressi del mondo, unitevi!
Viva la Guerra Popolare in India!
Morte all’ imperialismo!
Avanti nella lotta antimperialista!
Lega contro l’Aggressione Imperialista, Amburgo, Novembre
2012
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