Quando il padrone chiama il Governo risponde! Solidarietà ai lavoratori dell'Ilva
Chi altro poteva venire in soccorso a un gruppo dirigente attaccato su tutti i fronti, colpevole di una devastazione ambientale senza precedenti, di una forte repressione in fabbrica, senza nessun rispetto per le minime misure di sicurezza sul lavoro, con a capo uno dei padroni (Emilio Riva) più ricchi e voraci del paese che da decenni sfrutta i suoi operai senza il minimo scrupolo?
Chi poteva corrergli in soccorso se non il Governo dei cosiddetti “tecnici” che, in maniera del tutto politica, dal giorno del loro insediamento sono impegnati costantemente nello smantellamento dei diritti dei lavoratori, scaricando i costi della crisi sui soliti noti?
Un governo davvero disposto a tutto pur di proteggere e salvaguardare profitti e dividendi dei grandi imprenditori, industriali e banchieri del paese.
Disposto perfino, come sta avvenendo oggi sotto lo sguardo complice dei sindacati confederali e delle amministrazioni locali (Vendola in testa), a emanare un decreto legge “cucito su misura” per padron Riva che gli permetta, nonostante la mobilitazione costante e la forte denuncia degli operai e della popolazione di Taranto, di continuare a produrre, continuare a fare profitti, continuare ad avvelenare la città avviando una “messa a norma” degli impianti che ha tutta l'aria di essere poco più che una riverniciata.
Nello specifico, il decreto di legge permetterà all'Ilva di produrre per i prossimi due anni, avviando, in teoria, le prescrizioni totalmente insufficienti previste dall'Aia (Autorizzazione integrata ambientale), di fatto scavalcando le ultime ordinanze del gip di sequestro degli impianti.
È necessario, al contrario, che si inchiodino alle loro responsabilità padron Riva, tutto il gruppo dirigente, sindacati confederali, il sindaco, Vendola e tutti quelli che hanno concorso a rendere l'Ilva una fabbrica di morte, devastazione e sfruttamento (poco più di un mese fa l'ennesimo omicidio sul lavoro nello stabilimento di Taranto, di cui è stato vittima il giovane operaio Claudio Marsella).
Questo è possibile solo attraverso la prosecuzione della lotta degli operai, che hanno dimostrato di aver ben chiaro di chi sono le responsabilità, attaccando Governo, azienda e sindacalisti complici, e rivendicando, con estrema determinazione, la difesa del proprio lavoro e della propria salute in maniera autonoma e indipendente dai “falsi amici”.
Anche qui a Napoli, salutando la famiglia dell'operaio ancora disperso dopo il tornado che ha investito lo stabilimento, noi studenti abbiamo voluto esprimere la nostra solidarietà a tutti i lavoratori in lotta dell'Ilva.
Senza lavoro non c'è futuro!
Che i sacrifici li facciano i padroni!
Nessun commento:
Posta un commento