lunedì 19 marzo 2012

Marcegaglia (Forlì), firmato accordo separato su salario d'ingresso. La posizione della fiom e quella dello Slai cobas sc di Ravenna

Dopo il licenziamento dei 12 operai precari e nessuna proroga per quelli in scadenza, dalle rsu Fim e Uilm viene l'accordo che è una resa che apre l'attacco più generale al salario e ai diritti a partire dalle fabbriche della padrona di Confindustria.
A Ravenna la Marcegaglia ci aveva già provato ma è stata condannata per comportamento antisindacale e la Fiom provinciale ha dimesso metà della rsu Fiom perchè avevano firmato l'accordo infame.
La linea suicida della Fiom ora punta alla riapertura della trattativa premendo sulle istituzioni "nello spirito del “patto per la crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva” condiviso da tutte le forze sociali della Regione Emilia Romagna" (dal comunicato della FIOM CGIL territorio di Forlì e dei delegati FIOM CGIL stabilimento Marcegaglia Forlì).
L'attacco antioperaio di governo e padronato ha bisogno di lotte vere da portare avanti non certo con le forme tradizionali perchè davanti abbiamo la linea del fascismo padronale che porta avanti una guerra di classe.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe di Ravenna nei giorni scorsi aveva portato la sua linea davanti ai cancelli del sito di Forlì: gli operai devono passare con lo Slai cobas per il sindacato di classe, ci vogliono scioperi e blocchi della produzione. Non basta un presidio di denuncia come questo organizzato dalla FIOM a Forlì, serve la mobilitazione degli operai. La via giudiziaria da sola non paga (se vince a Ravenna l'accordo passa comunque altrove), come perdente è la trattativa stabilimento per stabilimento.
Il problema è fare saltare il potere dei confederali, puntello essenziale del neocorporativismo nelle fabbriche.
L'alternativa è la linea è la lotta su basi di classe, che parta dal basso per ricostruire un nuovo sindacato basato sui COBAS!

Slai Cobas per il sindacato di classe- Ravenna

cobasravenna@libero.it tel. 339/8911853

È stato siglato oggi alla Marcegaglia di Forlì l’ipotesi di accordo separato per il salario di ingresso. Il testo è stato sottoscritto dai rappresentanti dell’azienda e dalle Rsu di Fim e Uilm. La Fiom, come già annunciato nei giorni scorsi, non ha firmato. “Questo accordo – dice Mirco Rota, segretario generale Fiom Cgil Lombardia e coordinatore nazionale per la Fiom del Gruppo Marcegaglia – non accoglie nemmeno quello che chiedevano le istituzioni locali che si aspettavano 2.000 nuove assunzioni. Invece ne arriveranno soltanto 20, tra le quali 12 di persone che già lavorano per l’azienda. E non ci sono nemmeno impegni per quanto riguarda eventuali esternalizzazioni. È chiaro che si tratta una presa in giro”.

Domani è previsto il referendum sull’accordo. “Una vera e propria farsa – spiega Rota – perché sarà l’azienda ad avere l’ultima parola. Se vincerà il sì, l’azienda si porterà a casa il salario di ingresso. Se vincerà il no, l’azienda non cambierà i piani. Quindi, perché fare votare i lavoratori? Noi non solo non voteremo, ma ci impegneremo in azioni sindacali e legali per modificare quest’accordo che diventerà un pericoloso precedente per la provincia di Forlì. Nelle prossime settimane, infatti, si corre il rischio che altre aziende chiedano il salario di ingresso in cambio di quasi niente, come è successo in Marcegaglia”.

Nessun commento:

Posta un commento