nel quadro della campagna di sostegno alla guerra popolare in india, in atto in tutto il mondo, è giunto un messaggio pubblico del Comitato centrale del Partito Comunista dell'India maoista , che facciamo conoscere a tutti i compagni, a tutti i proletari, a tutti gli antimperialisti del nostro paese
PARTITO COMUNISTA D’INDIA (MAOISTA)
COMITATO CENTRALE
Comunicato
13 gennaio 2012
Saluto rivoluzionario dal PCI (Maoista)
a tutti gli amici della rivoluzione indiana
Compagni e amici,
Il 24 novembre 2011 la rivoluzione indiana ha perso un grande dirigente e le masse oppresse dell'India hanno perso il più affidabile dei suoi servitori. Il 24 novembre rimarrà un giorno buio nella storia della rivoluzione indiana. Il 1 ° luglio 2010 le classi dominanti indiane avevano assassinato il nostro compagno, membro dell’Ufficio Politico e portavoce, Azad. Un anno e mezzo dopo, un altro compagno membro del Ufficio Politico, Koteswarlu (popolare tra la gente e nelle file del partito come Kotanna, Prahlad, Ramji, Kishenji o Bimal) è stato catturato vivo in una operazione segreta, barbaramente torturato e assassinato in un falso scontro. In India, che sostiene di essere il più grande democrazia del mondo, le classi dominanti, feudali e borghesia burocratica e compradora, col sostegno degli imperialisti, in particolare l'imperialismo USA, stanno cercando di sopprimere i sotto un tallone di ferro o movimenti democratico, di liberazione nazionale e rivoluzionario. In particolare, dal 2009 stanno portando avanti una ingiusta guerra contro il popolo detta “Operazione Green Hunt”. Stanno spudoratamente violando anche la stessa Costituzione e le leggi che loro stessi hanno scritto e assassinando gente civili, attivisti e dirigenti del movimento. Cercano invano di giustificare tutti questi assassinii illegali coprendoli con la menzogna dei falsi 'scontri', seguendo dei dominatori coloniali britannici. È un fatto accertato che oggi ovunque in India 'scontro' significa un assassinio di Stato.
Il compagno Koteswarlu era nato il 26 novembre 1954 nella città di Peddapalli, distretto di Karimnagar, erede della gloriosa lotta armata di Telangana. Per quarant’anni è stato alla direzione del movimento rivoluzionario indiano. Il compagno Koteswarlu proveniva da famiglia di orientamento democratico e fin dall’infanzia ne aveva assorbito i sentimenti patriottici e di amore per il popolo oppresso. Era rappresentante di primo piano della generazione seguente la gloriosa ribellione di Naxalbari. Anche se fu soppressa in pochi anni la ribellione di Naxalbari, che affermò la guerra popolare maoista di lunga durata come la via della rivoluzione indiana, ha avuto un grande impatto in tutto il paese. In molte altre aree si sono avute ribellioni contadine che ne hanno seguito l’esempio. Essa risvegliò anche gli studenti di scuole e università. Lo slogan 'Naxalbari Ek Hi Rasta' (l’unica via à Naxalbari) è risuonato in tutto il paese. Fu questo il contesto che fece del compagno Koteswarlu un rivoluzionario maoista. Dapprima, alla fine degli anni 70, organizzò i contadini contro il feudalesimo, profondamente radicato nel suo distretto natale di Karimnagar, dirigendo molte lotte. Ebbe ruolo chiave nel movimento contadino comunemente noto come 'Jagityal Jaitrayatra' (il marzo vittorioso di Jagityal). In breve tempo, dai distretti si Karimnagar e Adilabad, il movimento si diffuse in tutto il Nord Telangana. Mentre mobilitava i contadini nella lotta anti-feudale, si adoperò molto per attrarre studenti, scrittori, intellettuali, operai ... tutte le classi oppresse e i settori del popolo, nel fiume di movimento rivoluzionario. In questa fase, lavorò prima come organizzatore di partito, poi come segretario del comitato del distretto e infine fu eletto segretario del Comitato dello stato dell’Andhra Pradesh, conquistandosi il riconoscimento del popolo e delle file del partito. Dal 1986 ha giocato un ruolo cruciale nello sviluppo e l'espansione del movimento rivoluzionario nelle regioni centrale, orientale e settentrionale dell'India. In particolare concentrò la sua azione nel Dandakaranya, per otto anni, e nel Bengala Occidentale, per diciotto anni. Dal 1993 fino al suo ultimo giorno ha lavorato come membro del Comitato Centrale, poi dell’Ufficio Politico, con la responsabilità degli Uffici Regionali del Nord e dell’Est. Diede un contribuito notevolmente in molte sfere del partito, formazione politica, riviste, propaganda e spiccava come uomo dai molti talenti. Ha giocato un ruolo di primo piano nell’arricchire i documenti di partito e nello sviluppo della linea e pratica politico-militare del partito. Ha rappresentato il CC in incontri e riunioni bilaterali con diverse organizzazioni di liberazione nazionale e forze maoiste dell’Asia meridionale. Si adoperò molto per unire gruppi e individui marxisti-leninisti, divisi e dispersi dopo la sconfitta di Naxalbari e in particolare per raggiungere l'unità delle organizzazioni ML e MCC che dopo Naxalbari proseguirono per strade separate. Per tutto ciò il suo ruolo rimanrrà impresso per sempre nella storia della rivoluzione indiana.
Se a fine anni 70, il compagno Koteswarlu giocò un ruolo cruciale nel movimento contadino di Jagityal, primi anni del 21 ° secolo è stato l’artefice dell’importante rivolta popolare di Lalgarh. Era un dirigente esemplare, che non abbandonava mai il popolo e i quadri del partito, mantenendosi saldo, con coraggio e iniziativa, nei tanti flussi e riflussi del movimento rivoluzionario indiano. Era un organizzatore intraprendente, un comandante di guerra e una guida che impartiva amore e cura. Fin dall'inizio, la sua sola presenza si è rivelata un osso duro per il nemico e il compagno uscì vittorioso da diversi attacchi e tentativi di ucciderlo. Era un guerriero instancabile che ha combattuto incessantemente e senza compromessi, senza perdere mai un’occasione per attaccare politicamente e militarmente il nemico. È per questo che la cricca al potere di questo paese, Sonia-Manmohan-Chidambaram-Pranab-Jairam in collusione con il primo ministro del Bengala Occidentale Mamata Banerjee lo hanno assassinato nel modo più crudele. I segni di brutali torture sul suo cadavere mostrano la natura fascista del nemico, la sua codardia e la sua sconfitta. Ha sopportata tutte le inumane torture nelle mani del nemico e ne è uscito vittorioso anche di fronte alla morte. Il rosso della bandiera internazionale dei proletari si è fatto più profondo, col suo sangue versato nella giungla di Mahal.
Con l'assassinio del compagno Koteswarlu, alias Kishenji, il movimento rivoluzionario indiano ha perso un grande dirigente. Questa è una perdita enorme per il nostro partito. Da diversi anni il nostro partito continua a perdere forze di direzione principali e in queste circostanze tali perdite non possono essere evitate. Ma il nostro partito combatterà con fermezza per far avanzare la rivoluzione indiana sulla via della vittoria, superando queste perdite. Le classi sfruttatrici dominanti non riusciranno mai a comprendere la verità che il popolo e i movimenti popolari generano centinaia, migliaia di dirigenti come Koteswarlu e Azad e continuano a sognare ad occhi aperti di poter sopprimere i movimenti uccidendone i leader. Finché ci saranno sfruttamento e repressione, il popolo continuerà a ribellarsi. Dirigenti come Koteswarlu continueranno a emergere. Ecco perché le grandi lotte, il sacrificio e l’ideale affermato da migliaia di eroici martiri servono da ispirazione.
Il nostro Comitato centrale rende il suo rosso omaggio e piega il capo di fronte al grande martire compagno Koteswarlu. Il nostro CC esprime profondo vicinanza alla madre Madhuramma, che pur immersa in un immenso dolore, sta chiamando il popolo a seguire le orme del suo figlio, e agli altri membri famigliari e amici del compagno Koteswarlu. Il nostro Comitato Centrale chiama tutto il partito, l’EGPL, gli attivisti delle organizzazioni di massa e le masse rivoluzionarie colpite da profondo dolore e angoscia per il brutale assassinio del compagno Koteswarlu, a superare il lutto e di intensificare la guerra popolare. Il nostro CC chiama i giovani a unirsi numerosi al nostro partito e all’EGPL per avanzare sule orme del compagno Kotanna e realizzare i sogni che accarezzava. Il nostro partito rivolge il suo saluto rivoluzionario a tutti i democratici e simpatizzanti rivoluzionari che hanno accompagnato la salma del compagno Koteswarlu dal West Bengala a Peddapalli e a tutta la gente che ha partecipato in massa al corteo funebre per rendere l'ultimo saluto al leader caduto, sfidando i tanti divieti dei governi e l’accerchiamento e delle forze di polizia. Esprimiamo umilmente il nostro grazie alle tante organizzazioni di massa, organizzazioni per i diritti civili, partiti rivoluzionari, democratici, scrittori, giornalisti, amici dei media, artisti e militanti della lotta per un Telangana separato, che hanno condannato il brutale assassinio del compagno Kishenji. Il nostro saluto rossi va a tutti quegli scrittori e intellettuali che hanno scritto articoli e rapporti che condannano in modo inequivocabile questo assassinio. Il nostro CC esprime il suo saluto rivoluzionario a tutti i partiti rivoluzionari e organizzazioni democratiche dei diversi paesi che hanno condannato l'assassinio del compagno Kishenji e la guerra scatenata dal governo indiano contro il suo popolo e hanno inviato messaggi di condoglianze al nostro partito.
Il nostro CC si impegna ancora una volta, a nome di tutto il partito, dell’EGPL, delle organizzazioni di massa rivoluzionarie e delle masse rivoluzionarie dell'India, ad avanzare superando tutti gli ostacoli sulla via della realizzazione della Rivoluzione di Nuova Democrazia in India, con l'obiettivo di realizzare il socialismo e il comunismo e a perseguire gli obiettivi non realizzati delle migliaia di martiri, tra cui il compagno Kishenji, fino al loro compimento. Assicuriamo alle masse oppresse dell'India e del mondo intero che non avremo pace finché feudalesimo, la borghesia comprador-burocratica e l'imperialismo non saranno sottoterra e non sarà messa fine a ogni tipo di reazionari.
Viva il Compagno Kishenji!
Viva il Marxismo-Leninismo-Maoismo!
Viva l’Internazionalismo Proletario!
Abha,
portavoce,
Comitato Centrale,
PCI (Maoista)
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