giovedì 19 gennaio 2012

pc 18-19 gennaio - LIBERTA' DI LICENZIAMENTO PER 3 ANNI - FINE DELLA CASSAINTEGRAZIONE

La Riforma del mercato del lavoro presentata dal Ministro Fornero, dietro il falso discorso di "favorire l'occupazione giovanile", regala ai padroni la libertà di licenziamento per i primi tre anni di lavoro. Dicono - tutti, compresi Cisl, Uil e la Cgil della Camusso - che non si sta mettendo mano all'art. 18, ma in questo modo è una eliminazione totale dell'art. 18, proprio per i nuovi assunti, per i giovani, per le donne.
Non c'è alcun vincolo per le aziende a tenere un lavoratore dopo i 3 anni, salvo pagare un risarcimento. Una sciocchezza, a fronte del fatto che potranno usare e continuare ad usare, con la politica dell'"uso e getta", i giovani, le donne; che questi rapporti di lavoro sono a bassissimo costo, con contratto di apprendistato, che vuol dire salari bassi, contributi irrisori; che soprattutto avranno sempre manodopera ricattabile, supersfruttabile, licenziabile appena alza la testa e reclama i propri diritti.

Si dice in un punto successivo della riforma che si voglioni limitare fortemente i contratti a tempo determinato, ma in realtà diventano tutte le nuove assunzioni a tempo determinato - appunto, di durata massima di tre anni.

Sulla riforma poi degli ammortizzatori sociali, siamo al furto vero e proprio scambiato anche questo per estensione degli ammortizzatori sociali.
Sparirebbe la cassa integrazione straordinaria con l'obiettivo di tagliare subito il legame lavoratore-azienda. Le aziende, in questo modo, appena c'è una difficoltà economica potranno licenziare e i lavoratori riceveranno solo un reddito minimo di disoccupazione.
La disoccupazione dilagherà e, come sempre accade, verrà usata anche per abbassare il salario operaio.
Di fatto, quindi, è falso parlare di "estensione" degli ammortizzatori sociali (i disoccupati, quelli che non lavorano da anni, anche con questa riforma vengono privati di forme di reddito), ma si tratta in realtà di "sostituzione" di un reddito minimo alla cassintegrazione straordinaria.



Da "Repubblica" di oggi - "Si sarebbe trovato un terreno di comune discussione tra sindacati, ministri e imprenditori intorno al disegno di legge di riforma suggerito due anni fa dagli economisti Tito Boeri e Pietro Garibaldi. L'intendimento di Fornero sarebbe di arrivare a febbraio al varo del provvedimento... (con il) via libera al contratto unico di apprendistato e all'introduzione del reddito di disoccupazione...
L'obiettivo, spiega Monti, è quello di creare "una maggiore mobilità che protegga il lavoratore ma non renda sclerotico il mercato del lavoro" per favorire l'occupazione giovanile e renderla meno precaria.
La riforma non toccherebbe direttamente l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori ma ne limiterebbe l'efficacia in alcune fasi della vita lavorativa dei dipendenti...

IL CONTRATTO UNICO - Nascerà il Cui, contratto unico di ingresso. Avrà due fasi: una di ingresso, che potrà durare, a seconda dei tipi di lavoro, fino a tre anni. E una seconda fase di stabilità, in cui il lavoratore godrà di tutte le tutele che oggi sono riservate ai contratti a tempo indeterminato.
Durante la fase di ingresso, in caso di licenziamento con motivazioni che non siano di tipo disciplinare ("giusta causa"), il datore di lavoro non avrà l'obbligo di reintegrare il dipendente ma potrà risarcirlo pagando una specie di penale pari alla paga di cinque giorni lavorativi per ogni mese lavorato. In caso di una fase di ingresso di tre anni, il licenziamento dovrà essere risarcito con sei mesi di mensilità.
Già oggi, durante il periodo di prova, non si applica la l'articolo 18 sui licenziamenti. La riforma prevede che il periodo di prova si possa allungare fino a tre anni e in cambio concede che il contratto di ingresso si trasformi automaticamente, al termine della prova, a tempo indeterminato. (Ma) le imprese dopo tre anni possono licenziare il dipendente con un risarcimento senza essere costrette ad assumerlo.

TEMPO DETERMINATO - Con il provvedimento allo studio invece sarà impossibile assumere a tempo determinato dipendenti per i quali viene corrisposto un salario inferiore ai 25 mila euro lordi annui (o proporzionalmente inferiore se la prestazione dura meno di dodici mesi). Verrà messo un tetto anche ai contratti a progetto e di lavoro autonomo continuativo che rappresentino più di due terzi del reddito di un lavoratore con la stessa azienda.

GLI AMMORTIZZATORI - Oggi sono di tre tipi: cassa integrazione ordinaria, cassa straordinaria e mobilità. L'obiettivo è quello di semplificare e tornare alle origini: con la cassa integrazione ordinaria che interviene solo per far fronte alle crisi cicliche e temporanee dei settori.
Per le crisi strutturali e il sostegno a chi ha perso il lavoro dovrebbe invece intervenire il reddito minimo di disoccupazione. Una misura che esiste in molti Paesi occidentali ma che è costosa. Soprattutto in fasi economiche, come l'attuale, in cui la ristrutturazione delle aziende lascia senza lavoro quote crescenti di lavoratori dipendenti...".

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