Problemi tecnici stanno rendendo in questi giorni difficoltoso il problema della gestione del blog, non permettendoci di fornire tramite essa informazioni, orientamenti e indicazioni puntuali su diverse questioni che sono importanti.
Pensiamo entro una settimana di poter risolvere questi problemi, che stanno ostacolando anche l'uscita del giornale-foglio proletari comunisti previsto in uscita già da due settimane e che pensiamo possa uscire ora entro il 10-15 dicembre.
Ribadiamo qui quelle che sono le nostre posizioni e linee di lavoro:
- opposizione immediata e intransigente al governo Monti, ai suoi provvedimenti antioperai e antipopolari, alla sua maggioranza PD-PDL-UDC, ai 'baciatori di rospi' che sono presenti nel movimento a sinistra, ai sindacati confederali cisl-uil e alla posizione della cgil della Camusso che ne condividono l'esigenza anche se esprimono
qualche distinguo a qualche singola misura;
- opposizione intransigente significa scioperi e manifestazioni anche di piccola minoranza per dare un segnale, una indicazione e offrire un punto di riferimento - per questo consideriamo sbagliata la decisione di alcune organizzazioni sindacali di base di revocare la iniziativa di lotta, prevista per il due dicembre.
Siamo per lo sciopero generale a breve, ma non la ennesima ripetizione di scioperi tradizionali, bensi di accendere mille fuochi di protesta e rivolta operaia e popolare, assediando le sedi delle istituzioni, dei partiti parlamentari, delle organizzazzioni sindacali nella prospettiva della rivolta operaia e popolare indispensabile per fermare la mano dei padroni e dei loro governi che scaricano selvaggiamente la crisi sulle masse.. e nel fuoco di questa strada che bisogna costruire unità a livello sindacale, sociale e politico; unità per fare le cose che indichiamo, altrimenti siamo per la divisione e la separazione tra linea proletaria e ogni tipo di linea e di organizzazzione che non persegua questa strada; in questo senso consideriamo il 15 ottobre e gli avvenimenti in quella data avvenuti nella manifestazione di roma, non una cosa passata a cui andare oltre, bensì un elemento di chiarezza, non tanto per le forme specifiche con cui il conflitto si espresso, ma per la natura di esso prima durante e dopo il 15 ottobre, da qui discende che consideriamo il cobas confederazione di bernocchi, uniti dper l'alternativa di casarini fuori dalla battaglia per l'unità proletaria, per la lotta proletaria, per l'organizzazione proletaria, per la rivolta proletaria.
- Il secondo fronte è quello della fiat. Il fascismo padronale di Marchionne, categoria scientifica e di classe, individuata con assoluta primizia da proletari comunisti, viene ora riconosciuto come tale da altre realtà del mondo sindacale e politico; questo riconoscimento è benvenuto; ma bisogna trarne le conseguenze: come si lotta contro il fascimo padronale in fabbrica e nella società ?
- Noi conosciamo una sola maniera: la resistenza con le forme di guerra di classe politica e sociale che essa richiede. Nelle prossime settimane e mesi occorre costruire questa rete operaia di resistenza negli stabilimenti fiat e ovunque il piano Marchionne e il fascismo padronale venga attuato - questa rete nasce dalla divisione all'interno della fabbrica e nelle organizzazioni sindacali tra componenti consapevoli che vogliano agire in forma organizzata in questo senso e riformismo di varia natura e stampo.
Rispetto quindi a questi due fronti, non si tratta di attardarsi in forme organizzative esistenti in quanto tali. Ma trasformarle e crearne di nuove che discendano dalla linea e dal piano di lavoro da attuare e dagli scopi di esso.
Un esempio positivo è stato nei mesi scorsi la rete nazionale per la sicurezza dei posti di lavoro; ora il metodo di essa va esportato sui fronti di lotta contro il governo Monti e il piano Fiat e adeguato alla diversa natura e forma necessaria allo scontro su questi due terreni.
Le attuali vertenze e lotte sindacali in atto, vanno considerate sotto due apetti:
uno è quello che esse diventino esemplari per tutto il proletariato e agiscano da fattore di propaganda, agitazione e organizzazione per tanti operai e proletari che si trovano nelle stesse condizioni;
l'altro è che vengano inserite nel quadro generale di lotta rappresentato dai due fronti enunciati prima.
proletari comunisti
1 dicembre 2011
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