Non erano più di 200 gli operai della Fiat di Termini Imerese ieri mattina in assemblea davanti la fabbrica ad ascoltare i sindacalisti che spiegavano i termini dell'accordo raggiunto a Roma con
Presenti soprattutto operai più anziani, tanti di quelli che rientrano nel piano di accompagnamento davanti ai cancelli aperti dai quali passano rapidamente e costantemente le bisarche piene di auto:
I sindacalisti Fiom e Uilm hanno prima spiegato i termini dell'accordo che in sostanza ripete ciò che era stato anticipato: dal 1° dicembre tutti gli operai della Fiat saranno in cassa integrazione; per tutti coloro cui mancano 6 anni al raggiungimento dei requisiti della pensione sono previsti i primi due anni di cassa e poi 4 di mobilità, entro dicembre dovrebbe essere pagato il premio di produzione, l’indennità di preavviso uguale ad un mese, il premio fedeltà (80 ore) e poi 650 euro di “tombale” cioè per la firma alla rinuncia di qualsiasi altra vertenza contro
I sindacalisti hanno tenuto a rimarcare che si è trattato del massimo di mediazione possibile, che rispetto alle richieste si è ottenuto il 70% circa di ciò che si chiedeva (e cioè delle usuali 30.000 euro a 22.208 che vanno ad integrare mensilmente la quota di cassa integrazione) e che comunque questi risultati non erano scontati data la fermezza della Fiat e, soprattutto, che se qualcosa si è mosso anche in anticipo è stato perché l'assemblea del giovedì scorso aveva deciso l'azione di lotta con il blocco dei cancelli "da qui non esce niente" (e qui ci sono stati gli unici applausi degli operai!). In questo senso, cercando di interessare tutti gli operai ha detto che tutti gli aspetti di questa vertenza sono legati e che se quindi non dovesse andare in porto l’accordo con
I delegati hanno precisato di aver chiesto garanzie anche per tutti anche quelli dell'indotto e dei servizi e sono soddisfatti di aver portato avanti la vertenza in maniera unitaria.
Riprendendo il discorso sul presidio un delegato Fiom si è particolarmente arrabbiato prendendosela con gli operai che non hanno partecipato al blocco come si aspettavano ed era giusto che fosse. Da questi delegati non viene mai però, come abbiamo potuto constatare nelle discussioni durante il blocco, una pur minima valutazione del proprio operato che ha portato a questo punto: danno per scontato che loro hanno ragione e gli operai torto…
Verso la fine dell'assemblea si è sentita qualche voce isolata qua e là per dire che non ci sono soldi per tirare avanti, ci sono le bollette e i mutui da pagare, e che almeno ci dessero il tfr…
Con alcuni operai abbiamo commentato non solo l’assenza totale di qualsiasi bandiera sindacale (“forse si vergognano”), tranne quella dello slai cobas per il sindacato di classe, ma soprattutto il piano di rilancio della Dr perché ha ancora troppe incognite ed è da qui che si deve ripartire.
Il prossimo appuntamento è per una assemblea davanti ai cancelli venerdì 2 dicembre dopo che giovedì 1 sarà firmato l’accordo definitivo con
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