giovedì 1 dicembre 2011

pc 1 dicembre - NO TAV; NO BREBEMI

Brebemi, due cantieri sequestrati


Dieci arresti, in carcere Locatelli

30 novembre 2011Cronaca

Carabinieri nei pressi del cantiere della Brebemi di Fara Olivana

Franco Nicoli CristianiSotto il cantiere della Brebemi sarebbero stati messi rifiuti illeciti, usati per fare il sottofondo della strada invece di essere trattati nel centro di raccolta di Calcinate. È bufera nell'ambito dell'inchiesta sui cantieri della Brebemi. Il vicepresidente del consiglio della Regione Lombardia, il 68enne bresciano Franco Nicoli Cristiani, e appartenente al Pdl, è stato arrestato all'alba di mercoledì 30 novembre dai carabinieri di Brescia.



In manette anche il presidente del gruppo Locatelli di Grumello del Monte, Pierluca Locatelli, e il coordinatore degli staff della direzione generale di Arpa Lombardia Giuseppe Rotondaro. I tre sono accusati di corruzione e traffico illecito di rifiuti. Alla questione dell'uso illecito dei rifiuti, i tre sono infatti protagonisti anche di un'altra indagine: la presenza di una discarica di amianto realizzata nel Cremonese. Giovedì pomeriggio Nicoli Cristiani sarà sottoposto all'interrogatorio di garanzia nel carcere di Brescia, venerdì pomeriggio sarà invece il turno di Locatelli.



Ma andiamo con ordine. Pierluca Locatelli è presidente del Gruppo Locatelli, a cui fanno capo numerose società: la Locatelli geometra Gabriele Costruzioni, la Asfalti geometra Locatelli, la Trasporti geometra Locatelli, la Recycling geometra Locatelli, la Origini srl - che si occupa di commercio e produzione edilizia -, la Cave Nord srl e la Tecnofrese, che si occupa di asfaltatura strade.



Secondo l'accusa e le ricostruzioni effettuate dai carabinieri e dalla polizia, Locatelli avrebbe consegnato lo scorso 26 settembre 100 mila euro a Rotondaro, che sarebbero stati poi consegnati a Nicoli Cristiani. Denaro che le forze dell'ordine avrebbero trovato, secondo le loro dichiarazioni, nelle perquisizioni effettuate nello studio del politico: i soldi erano suddivisi in due buste ed erano in banconote da 500 euro. Davanti ai soldi individuati dalle forze dell'ordine Nicoli Cristiani avrebbe detto: «Sono rovinato», poi sarebbe stato trasferito in carcere.



Sempre secondo le ricostruzioni delle forze dell'ordine il 30 settembre scorso Locatelli avrebbe anche consegnato 10 mila euro a Rotondaro. Queste presunte tangenti, secondo l'accusa, sarebbero servite per permettere alla Locatelli di avere le autorizzazioni necessarie per l'apertura di una cava a Cappella Cantone, nel Cremonese, nei fatti trasformata in discarica di amianto.



QUATTRO SEQUESTRI

Con le medesime accuse - corruzione e traffico illecito di rifiuti - in manette è finita anche Orietta Rocca Pace, moglie di Locatelli e proprietaria e amministratrice di alcune delle società del Gruppo Locatelli: per lei sono stati decisi gli arresti domiciliari.



Sequestrati anche la cava-discarica di amianto, a Cappella Cantone nel Cremonese - sotto la gestione della Cave Nord Srl del Gruppo Locatelli -, un impianto di trattamento rifiuti a Calcinate, in località Biancinella - anche questo sotto la gestione della Locatelli - e due cantieri della Brebemi: uno a Fara Olivana con Sola e uno a Cassano d'Adda. Questi ultimi tre sequestri si rifanno al filone d'indagine relativo alla questione dell'uso illecito dei rifiuti sotto il manto stradale della Brebemi.



GLI ALTRI ARRESTI

In manette, e tutti agli arresti domiciliari, altri cinque bergamaschi e tutti accusati per traffico illecito di rifiuti. Si tratta di Giorgio Oprandi, 31enne di Vertova e consulente ambientale e dipendente di Terra Verde, azienda che si occupa di consulenza ambientale per la Locatelli; Bartolomeo Gregori, 42enne di Telgate, responsabile della gestione autisti e trasporti del Gruppo Locatelli; Valter Rocca, 43enne di Bolgare e titolare dell'impianto di Calcinate, in località Biancinella; Egidio Grechi, 52enne di Romano di Lombardia, consulente ambientale interno alla Locatelli, e Giovanni Battista Pagani di Pontoglio, considerato dagli inquirenti il factotum di Pierluca Locatelli. In carcere, invece, Andrea David Oldrati, della provincia di Bolzano, titolare della Terra Verde Srl e sempre accusato di traffico illecito di rifiuti.



UN LAVORO IMPONENTE

Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse dal gip Bonamartini e le indagini, cominciate otto mesi fa e coordinate dai pm Silvia Bonardi e Carla Canaia, hanno visto in azione i carabinieri del comando provinciale di Brescia e le forze di polizia. Un lavoro lungo e imponente: circa 150 militari mobilitati e un elicottero in azione, oltre che in Bergamasca, nelle province di Brescia, Cremona e Milano. Le forze dell'ordine avrebbero effettuato lunghi mesi di intercettazioni telefoniche e ambientali, con tanto di cimici sulle auto delle persone ora in manette. Tra loro Locatelli, che sarebbe stato intercettato proprio mentre portava le presunte tangenti.



LE INDAGINI DA ORZINUOVI

Le indagini sono quindi partite proprio dall'impresa bergamasca Locatelli, che già era stata nel mirino delle forze dell'ordine per una questione di traffico di rifiuti che la vide coinvolta in merito ai lavori della tangenziale Orzinuovi. Da lì i militari avrebbero esteso le indagini, arrivando appunto ai lavori per la Brebemi e trovando due strade su cui indagare: la discarica di amianto nel Cremonese e l'uso illecito dei rifiuti sotto la Brebemi. Nell'ambito delle indagini le forze dell'ordine hanno effettuato anche una perquisizione nella sede della Locatelli di Grumello del Monte. Secondo l'accusa di corruzione l'impresa Locatelli avrebbe dato 100 mila a Nicoli Cristiani e 10 mila a Rotondaro per ottenere le dovute autorizzazioni per la realizzazione della discarica di amianto a Cappella Cantone. I rifiuti, inoltre, invece che essere trasferiti alla discarica di Biancinella - che fa appunto capo alla Locatelli -, sarebbero stati scaricati sotto la Brebemi.

I carabinieri hanno inoltre informato che proprio questo impianto di smaltimento rifiuti in località Biancinella lavora su autorizzazione che arriva dalla Provincia di Bergamo. Secondo i militari, nel corso degli ultimi tempi via Tasso avrebbe modificato parte delle autorizzazioni di questo centro di raccolta, variando i quantitativi e le tipologie di materiali di stoccaggio.

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