Ma che bella campagna elettorale. Milano: PIU’ SICUREZZA PER TUTTI?
La Moratti sgombera un campo rom al giorno tramite il suo braccio armato, lo sceriffo De Corato, infischiandosene di qualsiasi diritto e senso umanitario (se muore un bambino rom o se gli tolgono il diritto allo studio non fa niente, per loro, zingari e immigrati non sono nemmeno persone). Ma guarda caso gli insediamenti Rom sono in aree dove la speculazione impera e di certo i famelici palazzinari non possono perdere la torta dell’Expo 2015, obiettivo altrettanto ghiotti per politici attaccati alla tangente e finanza creativa (si vedano le vicende quartiere Santa Giulia; Prosperini; derivati; ecc.). E come sia lunga questa pulizia etnica lo testimonia la morte, “lontana” da Milano, di due giovani coppie Rom a Magenta in fuga dal campo di via Triboniano impauriti dagli sgomberi. Ma i loschi progetti del PdL non sono ostacolati soltanto dai Rom, vi sono gli “abusivi”, italiani e non, che occupano le case Aler e allora sgomberiamo anche loro quotidianamente, da via Feltrinelli, zona Rogoredo, al quartiere di S. Siro, così in un colpo solo seppelliscono sotto una coltre di rifiuti – tossici -, vedi alla parola amianto, i loro affari. E l’alternativa del PD del signor Penati qual è? Lui “l’emerito paladino” del diritto si è distinto, e si distingue, per aver promosso e propagandato, meglio dire imposto, i patti di legalità che dovevano rispettare soltanto i cittadini Rom, o i contratti di quartiere che dovevano rispettare soltanto gli abitanti delle case Aler. Mentre palazzinari e politici potevano benissimo infischiarsene. Ma la campagna elettorale riguarda anche la sicurezza lavoro e del commercio. Allora ecco uscire fuori dal magico cilindro la delibera “coprifuoco” per gli esercizi commerciali, gestiti da immigrati, di via Padova. In questo caso poca importa se queste attività permettono ai proletari di acquistare, in un contesto di crisi, beni primari a prezzi umani o “semplicemente” di socializzare in una città che centro destra e centro sinistra hanno reso arida. Si sa a due passi c’è Corso Bueno Saires e i commercianti hanno da salvaguardare i loro guadagni. E cosa importa loro, i Moratti – Formigoni – Penati, se questi commercianti utilizzino manodopera precaria, a 800/1000 euro al mese o vendano merce taroccata , fatta negli odiati laboratori cinesi. Il profitto è il profitto. Niente paura il prode Penati ha “promesso” un salario di 700 euro per i giovani precari, a tal proposito ricordiamo che ieri dei muratori egiziani hanno manifestato a Legnano perché da mesi non prendono lo stipendio, ma anche i tanti immigrati, principalmente rumeni e arabi, che hanno lavorato e lavorano in nero nei cantieri del polo fieristico di Rho e dell’Expo, che bene che gli vada finiscono nei CIE per essere espulsi o peggio muoiono per normative non rispettate dai padroni e finiscono nel dimenticatoio. Sfruttati e assassinati come i loro fratelli italiani. Ma questa campagna elettorale prevede un’alternativa per i proletari e le masse? Vi sono quelli del Pdci, di RC e le sue varie diaspore, che ancora una volta si riscoprono dalla parte dei lavoratori, degli immigrati, dei giovani, delle donne, che invece di mettersi al servizio degli oppressi, propongono di sostenere le loro liste elettorali di contrasto alle politiche delle destre. Ma quando erano al governo, nazionale e locale, le politiche di destra erano solo quelle del PdL o i Prodi, Cofferati, Penati, erano e sono anche peggiori? Signori alternativi vi interessa solo la poltrona e basta. Nello scenario che abbiamo davanti i soli segnali di opposizione e contrasto, al di la di limiti e concezioni errate, rimangono le mobilitazioni di lotta e dal basso, come quella degli antirazzisti mobilitatisi per i fatti di via Padova e il CIE di Corelli, o le lotte dei lavoratori immigrati delle cooperative, da Origgio a Brembio, che mostrano che la strada per sconfiggere e cacciare moderni fascisti-razzisti-stato di polizia, sono l’unità-lotta-trasformazione tra proletari italiani e immigrati per costruire il sindacato di classe e il partito che serve. Ma per fare ciò è necessario denunciare e combattere i falsi amici del popolo come l’esecutivo nazionale dello Slai, che da tempo ha mostrato di essere un accozzaglia di servi del padrone e del governo, e che in questi giorni in nome dei loro interessi personali, ha diffidato ed espulso i rappresentanti, dello stesso Slai, dei lavoratori immigrati della Cooperativa Papavero di Cerro al Lambro, impegnati in una difficile e militarizzata vertenza.
LA LORO SICUREZZA E’ LA NOSTRA ROVINA
Milano 19-03-2010
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