Salvatore Palumbo, operaio dei cantieri navali di Palermo licenziato per aver denunciato i gravi problemi della sicurezza nei cantieri, è da tempo impegnato in una forte resistenza contro il licenziamento, avvenuto in una fabbrica già nota in passato per licenziamenti repressivi di stampo politico mafioso - basti pensare al caso Basile.
In questa resistenza ha trovato al suo fianco solo tre realtà la rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro che ovunque è presente ha organizzato iniziative di sostegno.
Lo slai cobas per il sindacato di classe, nazionalmente e in particolare a Palermo
dove sin dal primo momento ha sostenuto e insieme a Salvatore ha cercato di estendere la sua battaglia e farla diventare una battaglia di tutti i lavoratori e di tutti coloro che difendono la sicurezza in fabbrica.
L'hanno sostenuta proletari comunisti, sia come organizzazione politica presente nelle due realtà dette prima, sia come organizzazione comunista e poche altre realtà: la federazione comunista anarchica a Palermo, il collettivo comunista piemontese a Torino.
Tutto il resto o è schierato dall'altra parte.
I sindacati confederali, con il vergognoso e ipocrita atteggiamento della fiom nazionale e locale.
I partiti parlamentari nazionali - a Palermo qualcosa ha fatto solo il PdCI.
I sindacati di base tutti, che nulla hanno fatto perfino a Palermo.
Uno schieramento che vuole isolare Salvatore Palumbo anche per ragioni di setta e fazione - dato l'impegno della rete, dello slai cobas per il sindacato di classe, proletari comunisti.
Un atteggiamento che li fa collusi con i padroni e, al cantiere navale di Palermo, con la mafia politica e sindacale.
Gli operai del cantiere navale hanno cercato di solidarizzare, ma a loro volta
sono stati fatti segno di pressione e intimidazione.
La magistratura del lavoro ha rigettato il suo ricorso dopo aver gestito il processo in maniera da piegare Salvatore, che ha rifiutato sia una forte conciliazione in denaro, sia il trasferimento da Palermo - perché ha preteso di affrontare la cosa con dignità e spirito di classe.
Bene, vuol dire che bisognerà intensificare gli sforzi perché Salvatore non resti solo e possa continuare la sua lotta ma qualcuno per tutto questo deve pagare un costo politico adeguato all'arroganza e virulenza dell'attacco.
proletari comunisti
18-3-2010
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