Palermo nel caos
L’inserto del quotidiano La Repubblica di Palermo ha riportato in questi giorni un articolo in cui conta undici cortei in tre giorni definendo Palermo una città sotto assedio.
E se ai cortei contati da Repubblica - che hanno visto in piazza precari ex pip, rottamai, indigenti in attesa di bonus sociosanitario, operai Italtel, dipendenti dell’azienda per la raccolta dei rifiuti “Amia” e “Palermo ambiente”, i disoccupati ingannati con un ennesimo bando regionale ritirato subito dopo - si aggiungono quelli che si sono succeduti in questi ultimi mesi - i senza casa, in piazza anche oggi, lavoratori della municipalizzata Gesip, gli operai della Fiat, i lavoratori della formazione, le lavoratrici del telefono azzurro, le lavoratrici e i lavoratori dell’aeroporto, gli operai della Keller, per non parlare degli agricoltori e perfino dei talassemici - effettivamente la città viene quotidianamente bloccata, con molte scuole in difficoltà, uffici chiusi e il traffico cittadino impazzito.
E mai si erano visti consiglieri comunali e capigruppo abbandonare i palazzi e convocarsi in gran segreto, anche via sms, “per non subire la pressione della piazza”.
Una “piazza” alla quale non possono dare risposte… perché i nodi vengono al pettine, anni di governi regionali e locali praticamente mafiosi, del malaffare generalizzato, accentuano l’effetto della crisi che si scarica sempre più sulle masse popolari, mentre questa crisi non sfiora nemmeno per un po’ gli alti burocrati politici e amministrativi che passano da uno scandalo all’altro, che dovrebbero stare in galera…
Migliaia di lavoratori e disoccupati sono in piazza a protestare perché la disoccupazione si fa sentire di più e la cassa integrazione non permette nemmeno più di arrangiarsi…
E le istituzioni che fanno sempre appello alla calma e alla democrazia, dal sindaco al prefetto al presidente della Regione, cercano in tutti i modi di evitare gli incontri, fanno quello che sanno fare meglio, la loro “politica”, prendere tempo sperando di far sbollire gli animi, cercando di bypassare le richieste vere con mille accordi sottobanco o piccole “concessioni” temporanee, nascondendosi dietro il richiamo a “riforme” che starebbero per partire e che dovrebbero risolvere i problemi… dato che il ritornello è sempre lo stesso “non ci sono fondi”, mentre scoppia lo scandalo della pensione da 1600 EURO AL GIORNO concessa ad un ex dirigente regionale.
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