Noi ci muoviamo all'unisono con i sentimenti del popolo palestinese, e certamente non dobbiamo fare le pulci alla resistenza che sta combattendo una battaglia storica.
Ma noi la guardiamo alla luce degli obiettivi della rivoluzione. La solidarietà nei paesi imperialisti, dei popoli acquisisce oggi un passaggio, e deve fare la sua parte, non solo nel ribadire che siamo solidali con il popolo palestinese fino alla vittoria, ma nel migliorare il nostro contributo in questa battaglia.
Dobbiamo rafforzare la battaglia contro il nostro governo che dice che non rispetterà il giudizio della Corte internazionale, che Netanyahu sarebbe il benvenuto in Italia e si dichiara disponibile a fiancheggiare con una forza di di interposizione sotto qualsiasi veste lo Stato di Israele nel controllo della striscia di Gaza. E’ contro tutto questo che noi dobbiamo alzare il tiro, rafforzare il sostegno.
E’ evidente che bisogna riprendere le manifestazioni nazionali per la Palestina, ma è altrettanto evidente che le manifestazioni nazionali per la Palestina si possono fare se si contrasta, si supera una logica di divisione nel movimento di solidarietà per la Palestina.
Noi dobbiamo ancora di più portare la nostra azione, il nostro appello fra i proletari, fra le masse e organizzare le forze che sono d'accordo al sostegno della resistenza palestinese.
Noi siamo perché l'attenzione rispetto alla applicazione dell'accordo si leghi all'attenzione sulla incriminazione di Netanyahu e ad alimentare le contraddizioni che questo accordo ha portato nel campo del nemico.
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