Quel che riporta oggi un articolo del Manifesto riguarda
i tagli all’Università che ha fatto arrabbiare perfino i Rettori che accusano
la Bernini di effettuare “tagli lineari”, senza riguardo alle effettive
condizioni delle Università; rettori che “hanno confermato il timore, già
espresso in più occasioni, che un taglio ulteriore alle risorse accademiche
sarebbe un colpo letale per la ricerca italiana e per i lavoratori della
conoscenza.”
Sono 85 i rettori che hanno firmato un documento dove “vengono anche dettagliati i tagli: «lo stanziamento complessivo verrebbe diminuito di circa 173 milioni di euro con una generalizzata riduzione
di tutte le componenti principali del fondo per gli atenei rispetto al 2023 e, in alcuni casi, una riduzione addirittura rispetto al 2022».Il taglio “risulta ancora più invasivo se vengono
considerate «le voci di valorizzazione del personale tecnico e amministrativo e
a sostegno del passaggio al regime di scatti biennali», spiegano. Secondo i
calcoli della Crui, se il Ffo del 2023 fosse rimasto inalterato a circa 9
miliardi e 3 milioni di euro, aggiungendo il finanziamento dei piani
straordinari (290 milioni) e della dinamica salariale (50), quello del 2024
sarebbe dovuto essere di 9.544.808.794 euro. Di conseguenza la riduzione
prevista dalla bozza di decreto del governo è di più di mezzo miliardo.”
E i rappresentanti degli studenti aggiungono che «Un taglio
così non si vedeva dal 2013. I rilievi dei rettori sono tutt’altro che
pretestuosi, rappresentano i malumori di tutta la comunità studentesca».
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