DISUMANA COME HA DETTO IL PAPÀ DI NICOLA BIANCHI
"Una sentenza disumana, come possono dare la colpa a sette ragazzi che sono morti tra le macerie?". A parlare è Sergio Bianchi, padre di Nicola (22 anni) una delle vittime del sisma de L'aquila, a poche ore dalla sentenza della Corte d'Appello che ha negato il risarcimento per i familiari di sette vittime (tutti studenti) poiché questi ultimi hanno assunto una "condotta incauta".
CHE MOSTRA LA SFIDUCIA NELLA GIUSTIZIA BORGHESE
"A lui e agli altri studenti dissero di dormire sereni a casa perché non c'era alcun pericolo. Ho parlato al telefono con mio figlio poche ore prima e mi aveva rassicurato dicendomi che erano venuti gli scienziati a L’Aquila e gli avevano detto di stare tranquilli. – racconta il padre del giovane, Sergio Bianchi – Io ho denunciato la commissione Grandi Rischi e oggi è arrivata questa sentenza che non è altro che una vendetta per colpire me".
CHE ASSOLVE I VERI COLPEVOLI
In questo processo, in entrambi i gradi di giudizio, non è stato infatti riconosciuto il nesso causale tra la condotta delle vittime e i messaggi rassicuranti lanciati cinque giorni prima del sisma dalla commissione Grandi Rischi. In parole povere, rientrare in casa quella notte è stata una loro scelta secondo i giudici. "Ma io non mollo – annuncia ancora Sergio Bianchi – e farò ricorso in Cassazione. Dopo 15 anni non credo più nella giustizia italiana, ma non voglio smettere di lottare".
Sentenza choc per il sisma dell’Aquila, nessun risarcimento e spese legali a carico dei parenti di 7 vittime: “Condotta incauta”
L’appello conferma il verdetto di primo grado che aveva scagionato la Presidenza del Consiglio dei ministri da ogni responsabilità per la morte di sette studenti
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