Naturalmente per operai, lavoratrici e lavoratori, sempre
più precari, non va per niente bene, come blatera la Meloni quando parla anche di
aumento dell’occupazione.
Certo l’Ocse ha scritto anche che «Il mercato del lavoro
italiano ha raggiunto livelli record di occupazione e livelli minimi di
disoccupazione e inattività».
Ma, si chiede il giornalista de l’Inkiesta, come fanno a stare insieme l’aumento dell’occupazione e i bassi salari, visto che secondo l’economia borghese, quando i padroni hanno bisogno di forza lavoro e fanno a gara sul “mercato del lavoro” per accaparrarsi gli operai, il salario dovrebbe salire, perché come per ogni
merce (e la forza lavoro è una merce nel sistema capitalistico) se c’è più richiesta il prezzo sale.La “spiegazione” è parziale e dice che “I bassi salari
spingerebbero le aziende italiane, anche piccole, ad aumentare le assunzioni,
perché è più economico del fare investimenti in macchinari, tecnologie,
ricerca e sviluppo.” Bassi salari e pochi investimenti: è proprio questo il
modo in cui si è “sviluppato” il capitalismo/imperialismo italiano.
Aggiungiamo che le “assunzioni aumentano”, secondo le
statistiche ufficiali, soprattutto nel settore precario, nei “servizi con
attività poco qualificate” e anche grazie ai regali che il governo fa con tutte
le agevolazioni fiscali (i vari bonus: giovani under 36 e donne, Decontribuzione
Sud…)
I salari bassi, secondo alcuni economisti, dipendono dai contratti nazionali (laddove ci sono!) “che in molti casi non adeguano i
salari all’inflazione realizzata (ex post) ma stabiliscono già prima l’aumento
dei salari nei tre anni seguenti (ex ante).”
Ricordiamo che questo ulteriore peggioramento lo dobbiamo
agli accordi tra padroni e sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil che si sono
inventati l’indice Ipca e cioè “Il dato a cui guardano sindacati e associazioni
datoriali per fissare l’aumento” dell’inflazione con tre anni di anticipo!
Ma, con l’aumento dei prezzi “degli ultimi anni, questo
meccanismo non ha retto. [veramente non ha retto mai!] Le retribuzioni in
media nel periodo 2020-2023 sono salite dell’8 per cento mentre l’inflazione
cresceva del 17 per cento. Certo, questo sistema ha contribuito a contenere
l’inflazione, ma con conseguenze dolorose sui salari.”
E nessun meccanismo inserito nei contratti può recuperare il
potere d’acquisto che cade da oltre 30 anni, nessun imbroglio può “recuperare l’inflazione”.
L’unico modo che ha la classe operaia nel suo complesso non
solo di “recuperare l’inflazione” ma di ottenere davvero un aumento dei salari è
la lotta contro i padroni: la storia della classe operaia nel nostro paese e
non solo ne è la dimostrazione: si tratta di una battaglia che si può e si
deve vincere!
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