parte seconda
Il vascello fantasma e il carico misterioso
Inchiesta di Potere al Popolo Padova
Una nave sospettaSu
questa nave si sono già scritte tante cose da quando ha lasciato il
porto di Chennai il 2 aprile scorso per dirigersi verso la Spagna,
eppure un alone di mistero la circonda tuttora. La cosa certa è che in
Spagna non ha avuto vita facile: dopo essere stata ormeggiata per un
giorno al porto di Las Palmas (Gran Canaria), è dovuta scappare tra le
proteste dal porto di Cartagena dove era attesa il 16 maggio.
Il suo nome è Borkum, batte bandiera di Antigua e Barbuda, è di
proprietà tedesca ma viene gestita da un’azienda del Gruppo Finsea di
Genova, attraverso la controllata Medmar Tramp Srl.
Questa nave è entrata nei nostri “radar” il 25 maggio, l’abbiamo
individuata a Porto Marghera dove è rimasta in stand-by per più di 40
ore. Secondo gli attivisti della Red solidaria contra la ocupación de
Palestina (Rescop) e Podemos è carica di armi e materiale bellico
esplosivo per conto della IMI System, la più importante azienda
israeliana del settore. Da quanto dicono gli attivisti la nave trasporta
motori a razzo, missili con cariche esplosive e oltre due tonnellate di
altri materiali esplosivi. In questo nuovo capitolo della nostra
inchiesta, vi mostreremo il suo viaggio e tutte le domande ancora aperte
sul destino di questa curiosa imbarcazione.
La partenza da Chennai
La
Borkum parte dal Porto di Chennai in India il 2 aprile 2024 alla volta
della Spagna, per arrivarci dovrà circumnavigare l’Africa e attraversare
lo stretto di Gibilterra a causa del blocco degli Houthi nel Mar Rosso.
Vale la pena ricordare che l’India è un dei maggiori fornitori al mondo
di armi a Israele dopo Stati Uniti, Germania e Italia. Probabilmente
quella percorsa dalla Borkum è una nuova rotta di approvvigionamento di
Israele, che vuole attutire gli effetti del blocco yemenita, e la
crescente richiesta di boicottaggio che viene dal cuore dell’Occidente.
Progetto della nave Borkum
Il Porto di Chennai è il secondo porto per container in India, e di recente si è fatto molto notare, tanto
che la MSC ha acquisito il 50% di uno dei suoi terminal principali. L’India, già storico alleato di Israele con cui intrattiene importanti relazioni politiche ed economiche, vuole sfruttare quest'ultimo per il suo affaccio nel Mediterraeno e quindi come porta di accesso al mercato europeo. Modi, Netanyahu e Meloni sono grandi sponsor di questa iniziativa commerciale e la portano avanti fin dal 2022. La guerra contro Gaza ne ha rallentato gli sviluppi ma non li ha fermati. La Borkum comunque non passa molto tempo a Chennai, e dopo dieci ore decide di dirigersi verso la Spagna. La nave arriva a Las Palmas (Gran Canaria) l’11 maggio, mentre i movimenti pro Palestina spagnoli lanciano l’allarme sulla Borkum e invocano la mobilitazione immediata.Il porto di Chennai
L'arrivo in Spagna
A Las Palmas la Borkum rimane ancorata per ben 22 ore e adesso vuole raggiungere il porto di Cartagena, ma il vento non è proprio a suo favore. Il 15 maggio l’appello promosso dal movimento BDS e della Rescop in Spagna arriva certamente nelle orecchie degli armatori. Si fa un presidio nel porto di Cartagena il 16 maggio e nel frattempo, grazie anche al lavoro di Podemos in Parlamento, la notizia invade il dibattito pubblico mettendo in difficoltà il premier spagnolo Sánchez.
Il blocco a Cartagena
Forse proprio la difficoltà del governo spagnolo di bilanciare la
necessità di soddisfare un elettorato che non vuole alcuna complicità
con Israele, con l’aspirazione a essere un paese che sa avere un ruolo
nella NATO, sono il segreto del successo della protesta ma anche il
motivo delle innumerevoli defezioni e mancanze dei socialisti. Gli
attivisti spagnoli mostrano alcuni estratti dei documenti che dimostrano
la presenza di armamenti a bordo, il governo, non potendo smentire, si
difende sostenendo che il carico è diretto in Repubblica Ceca.
Locandina della manifestazione a Cartagena
Ma questo non cambia molto la sostanza: le armi ci sono, il carico
ha come destinazione finale Ashdod. I trasportatori del mare, come
noto, fanno spesso molte tappe intermedie, quindi la protesta non si
interrompe, perché anche la Repubblica Ceca ha un grande traffico di
armi verso Israele quindi quella nave va quantomeno controllata. Il
presidio si fa, e la nave va via senza aver potuto caricare nulla: gli
attivisti hanno vinto. Il giorno dopo il governo Sánchez annuncia che il
suo paese impedirà alle navi che caricano armi per Israele di usare i
porti spagnoli come scalo. Questo blocco diventerà immediatamente
operativo, e il 17 maggio la Spagna negherà il permesso all’attracco a
Cartagena richiesto dalla Marianne Danica, una nave già nota per
trasportare armi in Israele.
Uno dei manifesti della campagna di boicottaggio BDS
Nessun commento:
Posta un commento