Dobbiamo segnalare un nuovo grave episodio di repressione, che non è l'unico ed è certamente inserito nel quadro della campagna di repressione di Stato che questo governo conduce contro le lotte proletarie di ogni genere e tipo e contro i movimenti che si oppongono su tutti i piani alla sua politica - e tutti sappiamo quanto siamo impegnati pure su questo fronte - che ha toccato un nostro compagno. Il provvedimento di "foglio di via" preso dal Questore della provincia di Milano contro Sebastiano Lamera di Bergamo. Questo attacco deve essere trattato all'interno la logica “se toccano uno, toccano tutti”.
Sebastiano Lamera, delegato di fabbrica dello Slai Cobas alla Dalmine è da sempre avanguardia riconosciuta nelle manifestazioni di ogni genere che vengono fatte a Bergamo o a Milano, sia nei vari settori dei posti di lavoro, sia nelle piazze e, in particolare, Sebastiano è impegnatissimo nei sabati di solidarietà con la Palestina a cui lui e i suoi lavoratori e i suoi compagni non mancano mai.
Il Questore di Milano ha stabilito per Sebastiano, proprio perché vuole colpire questa attività che Sebastiano fa ed è riconosciuta dal movimento proletario, dal movimento rivoluzionario e dal movimento palestinese, un provvedimento repressivo consistente nel "foglio di via" col divieto di presenza di Sebastiano nel Comune di Milano, con il chiaro obiettivo di impedirgli sia di condurre l'attività sindacale, dato che Sebastiano in quanto responsabile dello Slai Cobas del territorio segue diverse vertenze dei lavoratori anche nel milanese, oltre che chiaramente nel bergamasco, sia soprattutto per impedire che partecipi e che assuma il ruolo d'avanguardia che gli viene riconosciuto nelle manifestazioni dei sabati di piazza in solidarietà con la Palestina che si svolgono a Milano. Ed il pretesto è ancora più grave perché non è formalmente per il ruolo avuto e per le attività che Sebastiano ha svolto in queste manifestazioni, ma per i fatti avvenuti il 25 Aprile.
Il 25 Aprile, come si sa, vi è stata la manifestazione per il 25 Aprile unita alla manifestazione di solidarietà con la Palestina, ed è chiaro che in Piazza Duomo vi sono stati dei momenti di tensione e di scontro nei confronti della brigata ebraica, braccio operativo nel campo del nostro movimento, protetto in questa occasione dai partiti parlamentari e dai falsi antifascisti.
Sebastiano e i suoi compagni, naturalmente, erano insieme a tanti altri, alle diverse centinaia di compagni che in piazza Duomo hanno contestato questa presenza, hanno contestato che parlasse dal palco, hanno contestato chi glielo permetteva. E in questa situazione vi sono stati momenti di tensione con le forze dell'ordine.
E’ molto grave che lo Stato borghese abbia invece utilizzato questa legittima contestazione per colpire proprio Sebastiano con una formulazione che dice: “in data 25 Aprile in questo capoluogo si è tenuta la tradizionale manifestazione indetta per la festa di Liberazione a cui ha preso parte un nutrito numero di manifestanti durante il quale si sono verificati disordini a causa dell'inosservanza delle disposizioni volte al mantenimento dell'ordine alla sicurezza pubblica da parte di alcuni partecipanti, nonché in ragione degli improperi, insulti di matrice discriminatoria - cosa completamente falsa - che alcuni aderenti alla causa palestinese hanno rivolto al gruppo di circa 300 persone appartenenti ai movimenti Sinistra per Israele e Brigate ebraica”.
Non c'era una "matrice discriminatoria" nella contestazione di queste presenze, ma giusta denuncia del genocidio in corso in Palestina da parte dello Stato sionista di matrice nazista di Israele che Sinistra per Israele/Brigate ebraiche in particolare spalleggiano, negando il carattere genocida della operazione in corso nella Palestina e il carattere settario e sionista dell'azione dello Stato di Israele. Quindi è falsa questa premessa sui motivi di questa contestazione.
Continua il provvedimento del Questore di Milano: “nell'ambito della predetta manifestazione, Lamera Sebastiano veniva deferito in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria dal personale della locale Digos per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, aggravato da aver commesso il fatto nel corso di una manifestazione in luogo pubblico e con un utilizzo di corpi contundenti. In particolare, in questa piazza un cospicuo gruppo di manifestanti riusciva a rimuovere le transenne delimitanti il palco predisposto per gli interventi oratori dentro, rendendo così necessario lo schieramento della forza pubblica al fine di scongiurare l'emergenza di gravi disordini. Durante tali fasi, Lamera Sebastiano colpiva con una lunga asta un agente del reparto mobile della polizia di Stato”.
La descrizione del fatto che fa la Questura di Milano è capziosa e volutamente persecutoria, non certo una descrizione “oggettiva”, ma indirizzata a colpire Sebastiano. Infatti la Questura nello stabilire "i precedenti di Sebastiano" fa un elenco di iniziative che testimoniano soltanto l'attività, la partecipazione di Sebastiano, come rappresentante regionale dello Slai Cobas, alle lotte di lavoratori di Bergamo. L'elenco comprende diverse iniziative, però prendiamo in considerazione una: “In data 18 giugno 2021 veniva deferito in stato di libertà alla competente autorità giudiziaria da personale della Digos di Bergamo per violazione delle disposizioni su riunioni in luogo pubblico o aperta a pubblico e violenza privata, poiché nel Comune di Calcio (Bergamo), presso il Polo logistico dell'Italtrans di Spa, in qualità di rappresentante delle organizzazioni sindacali denominati Si.Cobas e Slai Cobas, dava luogo a una manifestazione non autorizzata, coordinando altri 50 manifestanti. In particolare sostava sulle corsie di accesso allo stabilimento generando forte disagio alla viabilità stradale autostradale. In seguito all'arrivo delle forze dell'ordine si sedeva a terra unitariamente a manifestanti, formando un cordone umano”. Quindi è evidente che in realtà la questura di Milano vuole colpire in generale l'attività di Sebastiano dello Slai Cobas e non solo dello Slai Cobas - la citazione impropria che qui viene scritta: “rappresentante delle organizzazioni sia Si.Cobas che Slai Cobas" ha lo scopo di colpire uno per colpire tutti gli altri.
Per questo nel denunciare questo provvedimento e nell'attivare tutte le procedure legali per respingerlo ribadiamo che intendiamo fare una campagna, facciamo appello a tutte le realtà sindacali e politiche e tutto il movimento di solidarietà con la Palestina, le stesse realtà palestinesi, di stringersi intorno al nostro compagno, di respingere questa repressione e mobilitarsi in tutte le forme per la revoca di questo provvedimento che evidentemente ha l'obiettivo di essere un primo provvedimento volto a impedire l'attività politica, sindacale e di solidarietà internazionalista non solo di Sebastiano, ma di tutta l'organizzazione dei lavoratori e l’organizzazione politica di cui Sebastiano è parte.
Nessun commento:
Posta un commento