Incubo Cpr di Torino, per i pm situazione disastrosa. Chiesti tre rinvii a giudizio per il "suicidio" di Moussa Balde
I magistrati riassumono tutto ciò che non andava dentro il Cpr: dalle condizioni igieniche ai mancati controlli, all'utilizzo dell'ospedaletto...
,,,dalla Procura di Torino: «Le risultanze della complessa attività di indagine hanno consentito di rilevare gravissime violazioni dei diritti e della dignità dei soggetti ivi trattenuti, che seppur non perseguibili penalmente, appaiono meritevoli di considerazione sotto altri profili»...
La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per il responsabile della società che gestiva la struttura e per il medico interno, per omicidio colposo: ipotesi fatta in relazione al suicidio di Moussa Balde, 23 anni, della Guinea, morto il 22 maggio 2021 - aggredito a Ventimiglia, dove viveva per strada, e poi trasferito nel Cpr di corso Brunelleschi, a Torino, dove nel maggio del 2021 si è tolto la vita.
L’episodio che fu l’innesco dell’inchiesta sul Cpr e che, nel frattempo, aveva portato alla chiusura de
l cosiddetto «ospedaletto» e dello stesso centro di corso Brunelleschi. Chiesto il processo anche per un ispettore, accusato di falso e favoreggiamento......le 34 pagine dei pm sono un durissimo atto d’accusa per una gestione complessiva, e istituzionale, semplicemente vergognosa: «Destano particolare allarme — scrivono i magistrati — le condizioni degradanti e deteriori in cui versano i soggetti ivi trattenuti, per i quali sebbene l’unica limitazione della libertà disciplinata normativamente è quella di movimento, la loro condizione giuridica è di gran lunga peggiore rispetto a quella dei soggetti detenuti in carcere, per i quali sono previste specifiche procedure normativamente imposte per l’applicazione del regime di isolamento».
Accadeva che, in quell’«ospedaletto» destinato a isolamenti per motivi sanitari, diciamo, si finiva per ragioni di ordine pubblico. Difatti: «L’isolamento, in alcuni casi, è stato determinato dalla necessità di far fronte a gravissime carenze nella gestione e idoneità dei locali del Cpr da parte di tutti gli enti e responsabili preposti». Carenze che «costituiscono gravissime violazioni dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo» e «gravi omissioni che hanno di fatto reso ingestibile l’ordine pubblico all’interno del Cpr».
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